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L’amica geniale, commento alla terza puntata della serie

Ieri sera, con una dose di pubblicità imbarazzante, è in andata in onda la penultima puntata de L’amica Geniale. Una puntata importantissima per lo sviluppo futuro dei personaggi e lo svolgimento dei capitoli successivi.

 

MILANO – Ieri sera è andata in onda la terza e penultima puntata della serie L’amica geniale che tra pubblicità invasiva e edizioni straordinarie del tg (necessarie per i fatti gravissimi di Strasburgo) è finita alle 11.38, davvero troppo, troppo tardi.

È stata una puntata fondamentale per l’intera vicenda perché per la prima volta vengono definiti nettamente i destini delle due protagoniste e c’è il primo, vero contatto con l’esterno dopo la fuga al mare.

Lila, dopo il Capodanno, ha capito che è del tutto inutile darsi da fare, impuntarsi su un sogno irrealizzabile, il calzaturificio Cerullo, e si trascina negli ultimi giorni di vacanze natalizie in un’esistenza che ormai non ha senso.

Il padre scopre il progetto delle scarpe e, come era prevedibile, si infuria e scatta l’ennesimo episodio di violenza che conferma a Lila l’impossibilità di cambiare il suo destino.

Nemmeno l’uscita in centro, a Napoli, sembra essere di sollievo perché è un altro fallimento  vissuto da tutto il gruppo che non ha altre possibilità all’infuori del quartiere e ne danno conferma i Solara che di quel sistemi sono i guardiani protettori.

Marcello Solara interviene per stabilire il suo dominio, vuole Lila, finge di interessarsi al suo progetto, confonde il padre e il fratello e come una biscia si insinua in casa Cerullo. La speranza di una vita migliore per la famiglia e Lila, il televisore nuovo che richiama tutto il palazzo, la spingono verso un’unica scelta: fidanzarsi con Marcello Solara e diventare una “signora”.

Ma Lila non dimentica chi sono e cosa hanno fatto i Solara, detesta Marcello e non si piega alla volontà del padre. Elena la sostiene ma la partenza improvvisa per Ischia la allontana dall’amica.

Il superamento dei confini del quartiere è per Elena la prima, vera, grande occasione di mettersi alla prova e di allontanarsi da quel mondo triste che conosce molto bene. Si concede per la prima volta del tempo per sé anche se il richiamo di Lila, il pensiero di lei che non risponde alle sue lettere, le rovina i primi momenti di serenità.

Come era facile immaginarsi il quartiere e i suoi protagonisti tornano a disturbare Elena anche ad Ischia, arriva la famiglia Sarratore, nella piccola pensionino di cui è ospite la ragazza, e portano con sé il disagio di cui sono impregnati.

Vedere Nino, mai dimenticato, è una gioia che però si infrange quando il padre la importuna spezzando i sogni di un futuro possibile. L’episodio conferma nel cuore di Elena, come era stato per Lila, che un futuro migliore non è possibile, non è pensabile sperare in una vita diversa che non sia dominata dalla violenza, dalla violazione e ritorna nel girone dantesco nel quale è cresciuta: il suo quartiere.

Una puntata fondamentale che per la prima volta chiarisce definitivamente il rapporto difficile con l’esterno ma anche tra Lila e Lenù, un rapporto di sudditanza che vede, solo ad una prima occhiata, la seconda vittima della prima. Due ragazze simbolo della violenza nella quale sono cresciute: Lila che con i suoi silenzi violentissimi non risponde ad Elena e quest’ultima vittima di una violenza che rivolge contro se stessa ogni qual volta lascia entrare gli altri senza delimitare i suoi confini.

Vi è piaciuta questa terza puntata? Avete mai vissuto rapporti di dipendenza affettiva?

Clara Raimondi

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