L’alluvione in Emilia-Romagna continua a fare danni. Oltre ai disagi legati alle abitazioni, ai mezzi di trasporto e ai feriti, il maltempo e l’emergenza alluvione hanno coinvolto anche i beni culturali, primi fra tutti i libri, messi in salvo da un gruppo di volontari grazie ad una procedura di surgelamento.
Surgelare i libri per proteggerli dai danni dell’alluvione
Fra i luoghi danneggiati dall’ondata di maltempo ci sono numerose biblioteche e monasteri che custodiscono beni culturali di inestimabile valore. È il caso dell’archivio comunale in zona Cava a Forlì, per esempio, ma anche del seminterrato del seminario diocesano, a San Benedetto. Ad aver subito il maggior numero di danni è senza ombra di dubbio il ravennate, che conta una grande quantità di beni culturali danneggiati dall’alluvione e dalle sue gravi conseguenze.
Luoghi come questi, custodi di antichissimi volumi e documenti, di cui molti databili fra il Quattrocento e il Seicento, sono stati pesantemente colpiti dalla furia dell’alluvione, con corridoi colmi d’acqua stagnante, scaffali divelti, libri totalmente distrutti. Da questo disastro è nata l’idea di alcuni volontari di provvedere al recupero dei tomi mediante una procedura di surgelamento, che di solito viene utilizzata per la conservazione dei cibi, e che potrebbe costituire l’unica àncora di salvezza per questi preziosi testimoni della nostra storia.
La disponibilità di Orogel
Così, decine di volontari si sono offerti di recuperare i tomi danneggiati e di trasportarli a Cesena, dove il presidente di Orogel, famosa azienda leader nel campo dei surgelati, ha dato la disponibilità dei suoi locali per ospitare i malcapitati volumi. Orogel ha messo a disposizione delle biblioteche e dei monasteri colpiti dall’alluvione una cella frigorifera a -25°, per poter ricoverare i libri e giungere ad un loro recupero, possibile soltanto grazie alla permanenza in un luogo freddo e asciutto.
Nelle prossime ore, con tutta probabilità, i volontari porteranno a Cesena altri libri da surgelare e salvare. Si tratta di un’iniziativa che, partita dalla richiesta mossa a Orogel, adesso interessa anche aziende della zona che non hanno riscontrato danni e si stanno offrendo di mettere al sicuro i libri in pericolo.
Le parole del presidente di Orogel
Quando la notizia si è diffusa sulle testate giornalistiche italiane, sono sorti grande interesse e curiosità nei confronti di una tecnica, quella del surgelamento, che siamo abituati ad associare esclusivamente al cibo. Mai avremmo pensato di parlarne associandola alla conservazione dei beni culturali, di libri in particolare.
Il presidente di Orogel, Bruno Piraccini, che ha aderito all’iniziativa gratuitamente per – testuali parole – “il bene della comunità”, ha così raccontato la sorpresa nel ricevere la richiesta d’aiuto dall’Accademia delle Belle Arti e dalla Biblioteca:
“A sorpresa ho ricevuto questa richiesta dalle Belle Arti e dalla Biblioteca – e volentieri faremo spazio nel nostro stabilimento ai libri antichi della Biblioteca di Forlì alluvionati negli ultimi giorni. La nostra fabbrica è abituata a conservare al meglio la qualità. Normalmente lo facciamo con l’ortofrutta che matura in campo surgelando entro tre ore dalla raccolta le produzioni a -25 gradi.
Mai mi sarei aspettato che questa procedura in velocità tornasse utile anche per il nostro patrimonio letterario, per il quale volentieri riorganizzeremo gli spazi in magazzino. A Pievesestina, una frazione a quattro chilometri da Cesena, abbiamo uno stabilimento all’avanguardia, totalmente computerizzato, che mantiene costanti le bassissime temperature e che per fortuna, nonostante sia a 800 metri dal fiume, non ha subito danni.
Per protocollo interno, sia a tutela della salute dei lavoratori che delle produzioni, l’uomo qui non entra e non mette mano, e siamo pronti a fare la cura del freddo ai libri della Romagna”.