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Alessandro Zaltron, ”Leggere è un piacere che non va imposto, ma promosso in modo accattivante”

Rendere accattivante la lettura, come i venditori fanno con le suonerie per cellulari, per avvicinare i ragazzi alla lettura. E' questa la ricetta per rilanciare l’editoria italiana secondo Alessandro Zaltron. Scrittore di professione da oltre vent'anni, Zaltron presenta il suo ultimo libro e analizza la situazione attuale e futura dell'editoria italiana...

L’autore del libro “Crociera e delizia” parla del suo ultimo libro dedicato alle vacanze e analizza la situazione attuale e futura dell’editoria italiana

 

MILANO – Rendere accattivante la lettura, come i venditori fanno con le suonerie per cellulari, per avvicinare i ragazzi alla lettura. E’ questa la ricetta per avvicinare i ragazzi alla lettura secondo Alessandro Zaltron. Scrittore di professione da oltre vent’anni, Zaltron nel 2012 ha pubblicato diversi libri tra cui “Manuale per i(n)felici amanti” (prontuario ironico per sopravvivere in coppia e senza coppia) e “Crociera e delizia” (guida semiseria per aspiranti croceristi). Esperto di temi amorosi, tiene il blog www.cronachesentimentali.com e cura la fan page su Facebook, dove pubblica quotidianamente i suoi amorismi (aforismi d’amore). Ideatore e conduttore della trasmissione radiofonica “Parlami d’amore” su Radio Onda 1, Zaltron presenta il suo ultimo libro e analizza la situazione attuale e futura dell’editoria italiana.

Da cosa nasce l’idea del libro “Crociera e delizia”?
“Crociera e delizia” è un piccolo vademecum pensato per chi si appresta a salire per la prima volta su una delle città galleggianti che sono le navi da crociera. L’ho scritto a puntate, inizialmente in forma di post sul mio sito, sia come diario di una mia personale esperienza nata dalla curiosità, sia soprattutto come strumento utile per i novizi di questa forma vacanziera, che spesso si imbarcano allo sbaraglio con poche informazioni e perlopiù fuorvianti. Il libro è suddiviso in piccoli paragrafi, con consigli anche pratici: dai preparativi della partenza ai must della permanenza.

Con quale atteggiamento si approccia nella scrittura dei suoi libri?
Scrivo di professione da oltre vent’anni e ho imparato che i miei libri si sviluppano per stratificazione attorno a un’idea portante. Per esempio, “Riceviamo e volentieri” è nato dall’interrogativo di un giovane giornalista: “Sarei disposto a fare lo scoop della vita a costo di perdere l’amore della vita?”; “Manuale per i(n)felici amanti” risponde alla volontà di fornire una guida completa su una storia d’amore, dalla conoscenza dei partner al post-rottura; “Guru per caso”, di prossima uscita, è un romanzo che si origina dalla riflessione se certi episodi clamorosi di truffa siano colpa degli imbonitori o della nostra bramosia di farci plagiare. Alla messa a fuoco dell’idea, del “tema”, segue una lunga e intensa fase di scrittura di foglietti, appunti, brani sparsi, fino al momento in cui capisco che ci sono i contenuti e il tono giusto per dare forma strutturata al libro.

In Italia si legge poco. Secondo lei da cosa dipende? Come si potrebbe promuovere maggiormente la lettura?
Più che altro, in Italia pochi leggono molto e molti non leggono nulla. Io credo che leggere non sia un dovere ma un piacere e un piacere non si può imporre in alcun modo, sennò perde di senso. Penso invece che spesso il peggior testimonial della lettura sia la scuola: ci fa odiare opere bellissime rendendo pallosi persino “I promessi sposi”, che sono invece pervasi da un’ironia deliziosa. Se gli insegnanti imparassero a rendere accattivante la lettura come i venditori fanno con le suonerie per cellulari, sono certo che parecchi ragazzi sarebbero invogliati a coltivarla a prescindere dai programmi ministeriali o dalle interminabili liste di titoli consigliati per l’estate.

È favorevole alla “digitalizzazione” dell’editoria e agli ebook?
Sono favorevole alla massima diffusione dei libri e quindi a tutte le tecnologie che agevolino questo processo democratico. L’accorciamento della filiera legato al digitale genera inoltre un benefico abbassamento del prezzo “di copertina”: oggi un libro può costare 1 euro e 99. Personalmente, preferisco ancora leggere su carta e penso che gli ebook avranno successo in quanto sfrutteranno le potenzialità del virtuale, dai link alla multimedialità. Troppo spesso oggi i libri elettronici altro non sono che pdf leggermente modificati dell’impaginato cartaceo.

 

Come vede la fase storica attuale?
Positivamente per gli scrittori che, non rientrando fra gli eletti che le case editrici potenti hanno deciso di pompare, possono farsi conoscere e divulgare il proprio lavoro costruendo una rete di fiducia che ha nei social network la sua articolazione. Maggiore ampiezza di scelta è garanzia di maggiore circolazione delle idee, anche se ciò porta con sé due pericoli: la sovrabbondanza di testi superflui lanciati in rete da chi pensa che per scrivere sia sufficiente mettere in fila parole a caso; la tutela del copyright seriamente minacciata dal meccanismo del copia&incolla quando non siano citati la fonte o almeno l’autore. In fin dei conti, lo scrivere per persone come me è una professione, ed è giusto che l’autore abbia un controllo sulle modalità di cessione e riproduzione dell’opera dell’ingegno.

 

21 agosto 2012

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