Sei qui: Home » Libri » Alda Merini, 5 curiosità sul libro a cui è ispirato il film “Folle d’amore”

Alda Merini, 5 curiosità sul libro a cui è ispirato il film “Folle d’amore”

"Perché ti ho perduto" di Vincenza Alfano è il libro da cui trae ispirazione "Folle d'amore - Alda Merini", il film in onda questa sera su Rai 1.

Andrà in onda oggi, 14 marzo, in prima serata su Rai 1 “Folle d’amore“, il film diretto da Roberto Faenza dedicato alla figura di Alda Merini.

“Folle d’amore” si ispira al libro di Vincenza Alfano edito da Giulio Perrone Editore e intitolato “Perché ti ho perduto“. Ecco 5 curiosità sul libro di Alfano da cui è tratto il film di Roberto Faenza.

“Perché ti ho perduto”, la sinossi

Lei è Alda Merini, “la poetessa dei Navigli”, una voce libera da ogni travestimento, un’anima che non conosce finzione, non accetta il compromesso.

La chiamano folle e lei si abbandona alla follia, al tempo stesso, condanna e benedizione. È ancora una bambina quando il bombardamento di una guerra troppo vicina distrugge la sua casa e l’allontana dalla città e dalla scuola.

Diventa la rivelazione del cenacolo di Giacinto Spagnoletti e la giovanissima amante di Giorgio Manganelli, adorato compagno delle discese nell’abisso della sua mente abitata da ombre.

Alda ci prova ad aggrapparsi alla realtà, al marito, alle figlie, ma la normalità la opprime e la rende incapace di accettare il compromesso disumano che soffoca l’urlo fiero e doloroso della sua anima.

Solo grazie alla poesia può dare un nome al mondo fantasmagorico che abita con strazio e incanto. Internata in manicomio, attraversa un percorso di cadute e resurrezioni.

In quella stanza bianca non è mai sola: accanto a lei ci sono le visioni e il ricordo di Giorgio che ha perduto, le altre anime sofferenti di quella bolgia infernale, ma soprattutto c’è la sua amica. Celeste, che cela un segreto indicibile.

Vincenza Alfano riscrive liberamente alcune pagine della biografia di Alda Merini e, attraverso una trasfigurazione fantastica, ne ripercorre le pieghe più nascoste in un gioco di specchi che ci rimanda la sua storia di speranza e di felice condanna.

5 curiosità su “Perché ti ho perduto”, il libro su Alda Merini

1. Non è una biografia

La prima curiosità sul libro che Vincenza Alfano dedica ad Alda Merini riguarda il genere letterario a cui esso appartiene. Da un libro a cui si ispira un biopic ci si aspetta che sia una biografia.

“Perché ti ho perduto”, invece, è un romanzo liberamente ispirato alla vita della poetessa dei Navigli. Vincenza Alfano non ha mai conosciuto direttamente la protagonista del suo libro. Affascinata dalla sua figura e incredibilmente attratta dalla sua indole, ha cercato di ritrovare il suo spirito romanzando gli eventi, e soffermandosi soprattutto sull’esperienza della reclusione psichiatrica.

2. Celeste non è una figura realmente esistita

Nel libro di Vincenza Alfano, così come nel film, c’è una figura che risulta davvero importante per Alda Merini: Celeste è una donna sensibile e misteriosa, che vive con Alda il dramma del manicomio. È una delle figure chiave di “Perché ti ho perduto”.

Con le sue luci e le sue ombre, Celeste affascina i lettori e si rende indispensabile nelle pagine che raccontano il periodo di reclusione di Merini. Ma, nonostante la sua centralità all’interno del libro, la figura di Celeste non è reale. Si tratta di un personaggio fittizio, creato ad hoc per sottolineare alcuni tratti di Alda Merini e per raccontare la poetessa con voce più vivida e umana.

3. L’esperienza in manicomio non è deleteria

Quando pensiamo ad Alda Merini e alla sua esperienza di vita, ci vengono subito in mente, in negativo, il vissuto coniugale e quello psichiatrico.

La violenza del marito, il senso di vuoto e di isolamento, la reclusione improvvisa in un luogo estraneo ai canoni della società. Il manicomio, soprattutto, è sempre visto come il momento più basso della vita dell’autrice.

Con il suo libro, Vincenza Alfano si concentra proprio su questo periodo cruciale dell’esistenza di Merini e lo rivaluta alla luce dell’ispirazione poetica. Perché è in questo non luogo che Alda ritrova la sua voce. Qui riesce a urlare tutto ciò che ha dentro, rinchiuso in una gabbia che per troppo tempo è rimasta serrata.

Qui la sua anima si libera e si libra, sgombra dalla pesantezza di una normalità che le sta stretta. Qui, si scopre “Folle d’amore”.

4. Il libro vuole rivalutare la figura di Alda Merini

Dalla terza curiosità su “Perché ti ho perduto” deriva la quarta. “Perché ti ho perduto” nasce con l’intento di rivalutare la poetessa dei Navigli e l’apporto della sua produzione nel panorama della poesia italiana.

Merini non è stata un’autrice scontata. Non ha composto versi facili costellati di cliché. Non ha parlato di amore in modo banale. Non ha usato volgarità. Ciò che l’ha guidata, per tutta la vita, in salute e in malattia, è l’amore. Per l’amante di sempre, Giorgio Manganelli, per le figlie nate dal matrimonio, per se stessa e per la vita, nonostante tutto.

5. L’autrice, Vincenza Alfano, appare nel film “Folle d’amore”

Infine, l’ultima curiosità unisce “Perché ti ho perduto”, il libro, al film di Roberto Faenza.

Ricorda di fare attenzione, mentre guardi il film, alle infermiere che interagiscono con Alda durante la reclusione in manicomio. Una di queste è proprio Vincenza Alfano. Con questo cameo, l’autrice di “Perché ti ho perduto” abbraccia Alda Merini nella sua duplice anima: la donna che l’ha ispirata nella scrittura e il personaggio che ne è nato dopo. Un modo significativo per passare il testimone a un film che ha come intento quello di far riscoprire Merini in modo sincero e non stereotipato.

© Riproduzione Riservata