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“L’alchimista” di Coelho per sconfiggere la paura del futuro

Perché dovremmo leggere, ancora oggi, "L'alchimista" di Paulo Coelho? Quali sono gli insegnamenti preziosi al suo interno?

Perché dovremmo leggere, ancora oggi, “L’alchimista” di Paulo Coelho? Quali sono gli insegnamenti preziosi al suo interno? Pubblicato per la prima volta nel 1988, in Brasile, è stato successivamente tradotto in cinquantasei lingue, tra cui l’italiano, e ha venduto oltre cento milioni di copie in più di centocinquanta nazioni. Scopriamo insieme la preziosità di questa opera.

L’alchimista per sconfiggere la paura

Come un romanzo contemporaneo, L’alchimista di Paulo Coelho risponde alle preoccupazioni di una generazione che cresce in un’epoca caratterizzata dal rapido progresso della tecnologia e della globalizzazione. Pubblicato durante le continue tensioni internazionali della Guerra Fredda alla fine degli anni ’80, il romanzo affronta direttamente i temi della paura e del controllo.

La guerra fredda, tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, era caratterizzata in modo evidente da massicci progressi tecnologici militari, e la guerra nucleare era una possibilità reale. Il romanzo di Coelho mette direttamente in guardia dal lasciare che la paura abbia il sopravvento sulle decisioni individuali della propria vita.

Il potere di decidere il proprio futuro

Il romanzo sostiene fortemente il potere dell’individuo nel prendere in mano il proprio futuro. Questo messaggio ha avuto un impatto sulle persone di tutte le culture, in una generazione in cui l’esposizione agli “orrori del mondo”, ha paralizzato molte persone. Il tema più prominente de “L’Alchimista” è proprio l’idea che ogni persona ha una “Leggenda Personale” – un tipo di fato o destino ideale – e che ognuno può scegliere se perseguirla o meno.

All’inizio del romanzo, il protagonista Santiago, va alla ricerca della sua leggenda personale, grazie alll’incontro con Melchizedek, un vecchio saggio. Melchizedek spiega a Santiago che tutte le persone conoscono la loro Leggenda Personale in gioventù, ma la dimenticano quando invecchiano perché sono accecate e bloccate dalla paura, dall’ansia e da altre preoccupazioni mondane.

Anche per questo motivo, il libro sembra parlare alle coscienze del 2021. Siamo accecati e ostacolati da tentazioni, ansie, rinchiusi nelle nostre gabbie. Gabbie che l’emergenza sanitaria ci ha costretto a vivere e gabbie che ci siamo auto-costruiti per “fuggire” dalle paure. Ma ci sentiamo persi.

Leggere un libro come questo dovrebbe ricordarci che, in ognuno di noi, brucia un fuoco interiore che vale la pena coltivare.

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L’origine de “L’alchimista”

La trama di base de L’Alchimista non è di invenzione di Coelho e fonda le sue radici in una letteratura molto più antica. Una parabola di due sognatori che sognano entrambi il tesoro dell’altro, appare in una storia tradizionale ebraica. Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges ha riproposto questi vecchi racconti  ebraici nel suo “Racconto di due sognatori” del 1935. Coelho, uno scrittore sudamericano come Borges, si è unito alla tradizione.

È anche giusto che abbia scelto una parabola ebraica come cornice per il suo romanzo, che tratta esplicitamente di religione,  adattando questi temi ad un pubblico contemporaneo. Questa unione complessa tra tradizione e contemporaneità,   è evidente nel personaggio di Melchisedek. Melchizedek è una figura biblica che viene menzionata nella Bibbia come sacerdote e re di Salem, ma il cui personaggio non è pienamente sviluppato. Coelho ripropone Melchizedek, assegnandogli un nuovo ruolo come protettore delle persone che perseguono le loro leggende personali, pur mantenendo dettagli biblici sul personaggio, come il suo titolo di “Re di Salem”.

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