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Alberto Galla di ALI, ”In Italia occorrono nuovi interventi per far rispettare la legge Levi”

È di pochi giorni fa la notizia che i deputati francesi hanno approvato un decreto per impedire ad Amazon e ad altri grandi rivenditori on line di libri di offrire la consegna gratuita a casa...
Il presidente dell’Associazione Italiana Librai commenta con noi la notizia del decreto francese che vieta agli operatori on line del libro di offrire la consegna gratuita a casa e spiega quali sono invece le priorità per le librerie in Italia
MILANO – È di pochi giorni fa la notizia che i deputati francesi hanno approvato un decreto per impedire ad Amazon e ad altri grandi rivenditori on line di libri di offrire la consegna gratuita a casa. Il presidente dell’ALI Alberto Galla – che ha commentato il provvedimento con un’esultanza, “Vive la France” – ci spiega perché in Italia siamo ben lontani da interventi di questo tipo e quali siano le emergenze per le librerie nostrane. 
Lei ha accolto con un commento positivo la notizia del provvedimento francese. Ne auspicherebbe di analoghi per l’Italia?
Naturalmente a domanda secca ho risposto con una battuta secca, “Vive la France”, ma è un’affermazione che va spiegata e correttamente intesa. È chiaro che la Francia è un discorso completamente diverso rispetto all’Italia, si trova in tutt’altra situazione.
Parlando dell’Italia non entrerei neppure nel merito di questo discorso – le spedizioni gratuite – ma mi concentrerei su altri argomenti, che sono prioritari.
Quali sono le priorità italiane?
Mi pare che ci sia voglia di ragionare per risolvere le problematiche di cui l’Italia soffre: il ministro Bray ha convocato all’inizio di settimana prossima alcuni operatori della filiera del libro per definire un piano per la lettura. E questo prima del Forum del libro che si terrà a Bari a fine settimana [Una manifestazione sulla necessità di “cambiare il futuro” partendo dal “fare comunità” e dall’“investire in conoscenza” organizzata dalle associazioni Presìdi del Libro e Forum del Libro a Bari, che coinvolgerà il Terzo Settore e la società civile – N.d.R.]. Noi di ALI insieme ad AIEAIB, membri del Forum del Libro e altri siamo stati invitati  a fare il punto della situazione prima di questo appuntamento. 
Ora, è chiaro che noi librai siamo sempre a fianco di chi fa politiche per la lettura e il libro, perché noi di fatto facciamo promozione della lettura e siamo presidi importanti sul territorio – in alcuni luoghi gli unici presidi, perché non ci sono biblioteche. Ma oltre a ragionare di promozione della lettura, bisogna pensare  anche a provvedimenti concreti a favore delle librerie. 
Può spiegarci in concreto a cosa si riferisce?
In Italia la legge Levi è continuamente oggetto di attacchi, o non viene rispettata, o viene “interpretata”. La priorità sarebbe restringere le possibilità di interpretazione della Levi attraverso altri interventi legislativi che ne chiariscano l’applicazione, in modo tale che non ci siano gli eterni dissidi sulla reiterabilità della campagne di sconto o sui buoni pesa [una questione questa che avevamo già affrontato in una precedente intervista sull’iniziativa della GDO di offrire, a chi comprasse i libri scolastici presso il punto vendita del supermercato, dei buoni spesa del 20% sugli altri acquisti – N.d.R.]. La sola accademia non è più sufficiente.
Il punto di partenza dovrebbe essere quello riconoscere che le librerie sono parti integranti di qualsiasi politica a favore del libro e della lettura, che hanno un ruolo fondamentale in queste politiche, e che dunque devono essere messe in condizioni di fare il proprio lavoro. Non è giusto che tutti gli sforzi ricadano su di noi e che veniamo continuamente svantaggiati come categoria.
Per quanto riguarda nello specifico la concorrenza dei rivenditori on line, i librai italiani sono danneggiati dalla concorrenza di questo settore del mercato?
In verità gli operatori italiani on line del libro – come Ibshoepli.it – sono dalla nostra parte e si sono più volte schierati a favore di politiche che fissassero una volta per tutte la questione degli sconti sui libri.
Noi ovviamente guardiamo con grande invidia la legge Lang francese che fissa al 5% lo sconto massimo sugli ebook, ma su questo versante siamo troppo in ritardo, abbiamo perso un treno importante. 
Anche da noi però sono possibili politiche a favore delle librerie sulle quali possano anche intervenire i comuni, con agevolazioni sulle locazioni o su certi tipi di tassazioni. Interventi di questo tipo unitamente a una defiscalizzazione delle spese di studio e al rispetto della legge Levi darebbero un quadro complessivo di attenzione concreta alle librerie. 
 
8 ottobre 2013
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