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ADEI, nasce l’associazione che rappresenta i piccoli e medi editori italiani

Abbiamo intervistato Sandra Ozzola, responsabile editoriale di Edizioni E/O e presidente di ADEI, per conoscere meglio la nuova realtà ed i suoi obiettivi a breve termine

TORINO – Avere finalmente questa nuova legge per il libro e partecipare attivamente ad iniziative volte a promuovere la lettura. sono questi gli obiettivi di ADEI, , la nuova associazione di editori indipendenti presentata al Salone del Libro di Torino nata per dare voce a piccoli medi editori e portare avanti un’idea di cultura indipendente. Abbiamo intervistato Sandra Ozzola, responsabile editoriale di Edizioni E/O e presidente di ADEI, per conoscere meglio la nuova realtà ed i suoi obiettivi a breve termine.

 

Perché nasce ADEI?

Esisteva un gran numero di editori che non si sentivaon rappresentati dall’AIE, ma venivano comunque rappresentati da altre tre associazioni: Odei (Osservatorio Editori Indipendenti), Fidare e l’associazione “Amici del Salone del Libro“. Dopo un lungo lavoro durato due anni da parte delle rispettive associazioni, si è riusciti a creare un’associazione unica, che collaborerà con l’AIE come con l’ALI. Da Minimum fax a Iperborea, ci sono un totale di 180 editori in Adei, alcuni dei quali sono sia in questa associazione sia nell’AIE come Marcos y Marcos.

 

Quali sono gli obiettivi?

Prima di tutto, avere finalmente questa nuova legge per il libro, partecipare attivamente ad iniziative volte a promuovere la lettura, insomma tutto ciò che possa aiutare a sviluppare questo settore. E’ ovvio che questi editori indipendenti hanno caratteristiche diverse rispetto all’AIE: occorrerà trovare dei temi su cui si potrà lavorare insieme.

 

Qual è stata la reazione dell’AIE?

In un primo momento non devono averla presa bene tale decisione, come ha detto il presidente Levi sono dispiaciuti perché hanno avuto l’impressione che noi ci volessimo staccare da loro. In realtà non è così: il gruppo era già separato. Credo che capiranno che si può continuare a collaborare comunque benissimo, ognuno con la propria specificità.

 

Lei è anche editrice di E/O edizioni. Come giudica questa edizione 2018 del Salone di Torino?

Il Salone è sempre fantastico, è un evento internazionale che coinvolge anche Paesi stranieri. Noi abbiamo ospitato librai americani, e loro stessi ci hanno detto che manca una manifestazione così. Il Salone è un’esperienza che va mantenuta, tutelata, protetta in tutti i modi. Probabilmente quest’anno incasseremo qualche cosa in meno a causa del ritorno delle grandi case editrici, ma va benissimo anche così.

 

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