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99 parole da scoprire, perché l’etimologia ci aiuta a capire chi siamo

In che modo l'etimologia delle parole ci aiuta a capire chi siamo? Ce lo racconta Andrea Marcolongo, autrice del libro "Alla fonte delle parole"

«99 parole per riappropriarci del mondo e per ribellarci alla confusione e al buio che ci travolgono quando rimaniamo muti di fronte al presente». Esordisce così Andrea Marcolongo, scrittrice, studiosa e traduttrice dal greco antico, che ci presenta il suo ultimo libro “La fonte delle parole”. Dopo il successo de “La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco”, la giovane studiosa torna a farci riflettere sulla parola e sulla sua forza attraverso un lexicòn di 99 parole. Di ognuna di esse, Andrea Marcolongo ricostruisce il viaggio per approdare alla loro fonte, l’etimologia. 

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L’etimologia ci aiuta a recuperare i significati perduti

Quando domandiamo ad Andrea Marcolongo cosa significhi l’arte dell’etimologia, lei ci risponde con una parola: “bizzarria”. Bizzarria che non vuol dire “strano” o “stravagante”, ma che etimologicamente significa “punto”, “pizzicato”.  Da quel biz biz biz di un insetto molesto che ci ronza intorno nelle sere d’estate, deriva per onomatopea la parola bizzarria. Per Andrea Marcolongo l’etimologia è bizzarra nei termini in cui ci punge, ci fa sobbalzare e ci risveglia dal torpore. Rincorrere l’etimologia vuol dire tornare al principio delle cose e nominarle, significa farsi pungere dentro da un significato che avevamo smarrito nel corso dei secoli e guardare al reale con uno sguardo nuovo, in grado di percepire la stratificazione di una parola e dei suoi significati. 

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Un viaggio nel colore delle parole

Quanto ha viaggiato una parola prima di arrivare fino a noi? Da dove è partita? Quanti luoghi ha toccato prima di arrivare a noi? Per comporre questo lexicòn, Andrea Marcolongo ha scelto 99 parole, cercando di spiegarne attraverso l’etimo il loro nucleo originario, svelandole, spogliandole di tutte le stratificazioni del tempo e recuperandole nel loro significato primo. Non c’è ordine alfabetico, ma soltanto tematico, se così si può dire. Nel racconto di queste 99 parole la scrittrice ha infatti scelto di affidarsi ai colori. Colori che nella cultura greca sono legati a gradazioni di luce e che per questo motivo sono difficile da tradurre. Per cui, avremo Krasis, la mescolanza, poi Glaukòs, il colore ceruelo, e ancora lo Xanthòs, il giallo-verde, e così via. Un viaggio nella parola guidati dalle suggestioni del colore. Perché per Andrea Marcolongo la lingua non è qualcosa di statico e freddo. La lingua cambia, si evolve, si muove nel tempo e nello spazio. È colorata, viva e calda e soprattutto dentro di lei possiamo cercare noi stessi. 

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