Se amate i libri carichi di tensione, questo è l’articolo che fa per voi. Perché l’estate è anche il momento perfetto per recuperare tutti i thriller che ci siamo lasciati alle spalle durante l’anno. Quello che ci vuole sotto il sole cocente è un brivido lungo la schiena, una storia capace di farci dimenticare il caldo… e cosa, se non l’alta tensione, può aiutarci con un bel guizzo d’adrenalina?
Se amate le atmosfere cariche di mistero, i segreti che emergono come squali da acque limpide e gli intrighi che non lasciano fare il pisolino pomeridiano, ecco qui cinque libri che trasformeranno le vostre giornate di relax in un tour de force.
“1991” di Franck Thilliez
È la storia di Franck Sharko, o meglio… l’inizio della carriera di Franck Sharko, giovane ispettore appena arrivato a Quai des Orfèvres, cuore pulsante dell’anticrimine francese. Ci troviamo nel 1991: quindi niente smartphone, niente internet, solo archivi polverosi, macchine da scrivere e indagini vecchio stile.
Mentre Franck Sharko setaccia faldoni per ritrovare indizi su un caso irrisolto si imbatte in una serie di delitti brutali rimasti senza colpevole: tre donne, rapite e uccise tra il 1986 e il 1989.
Poi, una notte, l’incontro con un uomo terrorizzato, una foto inquietante, una lettera con un enigma e una poesia di Baudelaire aprono la porta a un incubo che non conosce tempo. Franck Thilliez, maestro del noir psicologico, ci regala un romanzo che non è solo un thriller, ma un viaggio nel passato recente, quando il crimine si combatteva con intuito e ossessione.
“1991” è perfetto per chi ama i gialli densi, le atmosfere claustrofobiche e i detective pronti a tutto pur di scoprire la verità.
“Delitto per gioco” di Tom Hindle
Un giallo nel giallo, una cena con delitto che smette presto di essere un gioco. Hamlet Hall è un albergo elegante che ospita una rappresentazione teatrale per la notte di Capodanno. Qui ci saranno degli attori ingaggiati, un mistero d’epoca e ospiti pronti a divertirsi interpretando personaggi fittizi.
Ma la finzione cede presto il passo alla realtà, quando un vero omicidio sconvolge la serata.
Tra i presenti si nasconde chi non ha alcuna intenzione di far venire a galla il proprio passato, chi mente da sempre e chi sarebbe disposto a tutto pur di proteggere i propri segreti.
Il lettore diventa spettatore privilegiato di una partita a scacchi, tra falsi indizi, verità scomode e colpi di scena.
Hindle gioca con gli archetipi del giallo classico, regalandoci un romanzo che profuma di Agatha Christie ma con un ritmo moderno. Se amate le atmosfere british, i saloni illuminati da candele e i segreti sussurrati tra un brindisi e l’altro, “Delitto per gioco” è la scelta giusta.
“La furia” di Alex Michaelides
Dopo il successo de “La paziente silenziosa”, Michaelides torna con un thriller che è un concentrato di tensione e dramma psicologico.
Sette amici, un’isola privata nelle Cicladi e un’attrice in cerca di quiete: sembra l’inizio di una vacanza da sogno. Ma i rancori, le gelosie e le menzogne si insinuano tra le pieghe delle conversazioni fino a trasformare il paradiso in un inferno.
Un temporale inatteso, una lite che degenera e infine un omicidio. A raccontare tutto è Elliott Chase, sceneggiatore e amico di Lana Farrar, la padrona di casa. O forse dovremmo dire: il narratore più inaffidabile che potessi incontrare?
“La furia” ha il fascino di una tragedia greca mascherata da giallo contemporaneo: tensione psicologica, inganni narrativi e una scrittura che gioca con le percezioni.
“La tata” di Helena Echlin
“La tata” fa parte di quei thriller che colpiscono per la loro normalità. Una normalità spaventosa.
Charlotte è una madre che fa i conti con una gravidanza difficile e una figlia, Stella, brillante ma problematica. Quando la giovane tata Blanka muore misteriosamente, la vita di Charlotte precipita in un vortice di inquietudine.
Prima sembrano solo dettagli: la bambina più tranquilla del solito, frasi sussurrate in una lingua sconosciuta, piatti dal nome esotico. Poi il diario segreto pieno di pagine scritte in armeno. Charlotte si chiede se stia impazzendo o se qualcosa di oscuro stia prendendo il sopravvento sulla sua famiglia.
Echlin orchestra un thriller psicologico che si legge con un senso di costante minaccia, perfetto per chi ama le storie dove nulla è come sembra e l’orrore si insinua dietro la porta di casa.
“Portami a casa” di Sebastian Fitzek
Ci troviamo a Berlino. Jules Tannberg risponde alle telefonate di una linea dedicata a donne che tornano sole a casa, offrendo loro una voce rassicurante. Un lavoro tranquillo, finché non riceve la chiamata di Klara, terrorizzata: qualcuno la sta seguendo. Non è paranoia. È l’inizio di una caccia all’uomo, o forse di un gioco più grande, orchestrato da un killer noto come “il killer del calendario”.
Fitzek è il re del psychological thriller tedesco, e qui dà il meglio: ritmo serrato, twist imprevedibili e un senso di claustrofobia che cresce pagina dopo pagina. “Portami a casa” è un libro che non si legge, si divora.
I libri perfetti per l’estate
Cinque romanzi, cinque mondi diversi, un unico filo conduttore: la tensione. C’è il fascino del noir anni ’90 di Thilliez, la raffinatezza del giallo inglese in Hindle, la psicologia tagliente di Michaelides, il terrore domestico di Echlin e l’adrenalina pura di Fitzek.
Qualunque sia la vostra idea di brivido, qui troverete la vostra ossessione estiva.