Qualche mese fa ha spopolato un trend sul BookTok: i creator mostravano i loro libri più controversi, legati ai temi sociali che interessano — o meno — la collettività; parliamo di attualità, salute mentale, cultura generale, storia, sessualità, ecc. e sostenevano con retorica “Il BookTok non è politico”, dimostrando così la loro coscienza più che formata a dispetto di chi considera il social unicamente interessato alle letture d’intrattenimento.
Tra i tanti argomenti possiamo trovare anche saggi e romanzi che ripercorrono le orme di periodi storici davvero bui e che hanno scosso le coscienze di tutto il mondo.
Dal 2020, con la diffusione delle immagini della morte di George Floyd e l’appoggio al movimento BLM già nato nel 2013, TikTok diventa una piattaforma fertile per la sensibilizzazione.
E quando un social ribolle di rabbia e ingiustizia, la nicchia del BookTok risponde.
Schiavitù e colonialismo non sono soltanto capitoli chiusi del passato, ma ferite ancora aperte che continuano a segnare il presente, lasciando tracce profonde nelle dinamiche sociali, economiche e culturali.
Alcuni romanzi hanno saputo affrontare questi temi con coraggio e forza, diventando strumenti di memoria e consapevolezza; e noi siamo qui per consigliarvi…
5 libri su schiavitù e colonialismo
Questi cinque libri, pur diversi per epoca e ambientazione, hanno un filo comune: mostrano l’orrore dell’oppressione e la necessità della memoria. Raccontano che la schiavitù non è solo un fatto storico concluso, ma un sistema che si reinventa sotto forme diverse: razzismo, sfruttamento e discriminazione.
“Babel” di R. F. Kuang
È stato famosissimo sul BookTok: un romanzo monumentale che unisce il fascino dell’avventura accademica alla critica feroce del colonialismo. Ambientato in una Oxford alternativa del XIX secolo, “Babel” racconta la storia di studenti che studiano traduzione magica, scoprendo come il potere linguistico sia usato dall’Impero britannico per sottomettere e sfruttare le colonie.
Kuang mostra con lucidità come il sapere stesso, quando manipolato, possa diventare uno strumento di oppressione. È una metafora potente della colonizzazione culturale, che spesso precede e accompagna quella politica ed economica.
“Atti umani” di Han Kang
La scrittrice sudcoreana, Premio Nobel racconta un episodio dimenticato dalla memoria collettiva: il massacro di Gwangju del 1980, quando il regime militare represse con la violenza una rivolta studentesca. Pur non parlando direttamente di schiavitù in senso storico, “Atti umani” è un romanzo che denuncia l’oppressione e il colonialismo interno di un potere che schiaccia i propri cittadini.
Attraverso una narrazione corale, Han Kang restituisce dignità a chi è stato ridotto al silenzio, mostrando come le ferite dell’ingiustizia si tramandino da una generazione all’altra.
“The Help” di Kathryn Stockett
Ambientato nel Mississippi degli anni ’60, “The Help” racconta la vita delle domestiche afroamericane che lavorano nelle famiglie bianche. Dietro le cucine e i salotti eleganti si nascondeva infatti una condizione di sfruttamento che, pur non chiamandosi più “schiavitù”, ne conservava molte dinamiche.
Le protagoniste, raccontando le loro storie con coraggio, denunciano il razzismo e l’ipocrisia della società americana dell’epoca. Stockett costruisce un romanzo che parla di emancipazione e voce ritrovata, mostrando come la letteratura possa diventare un atto politico.
“Radici bionde” di Bernardine Evaristo
Un romanzo dirompente e provocatorio. Evaristo immagina un mondo ribaltato, dove sono gli africani ad aver colonizzato l’Europa e ad aver reso schiavi gli europei. In questo gioco di specchi, l’autrice costringe il lettore a confrontarsi con l’assurdità della schiavitù e del razzismo, mostrando quanto essi siano frutto di costruzioni arbitrarie del potere.
“Radici bionde” è un libro che smaschera i meccanismi della dominazione coloniale, denunciandone la crudeltà e mettendo in discussione la stessa nozione di identità.
“La ferrovia sotterranea” di Colson Whitehead
Premio Pulitzer e National Book Award, “La ferrovia sotterranea” è uno dei romanzi più intensi degli ultimi anni sul tema della schiavitù. Whitehead trasforma in realtà la “ferrovia sotterranea”, ovvero la rete segreta di vie di fuga degli schiavi americani, immaginandola come una vera ferrovia che corre sotto il suolo degli Stati Uniti.
La protagonista, Cora, intraprende un viaggio di liberazione che diventa anche metafora della ricerca di dignità e di identità.
È un libro duro, visionario, che non smette di ricordarci quanto il passato continui a vivere nel presente.