5 libri scandalosi, dai classici ai bestseller

15 Luglio 2025

Scopri i libri scandalosi, censurati e banditi che hanno sconvolto i lettori con scene forti e temi controversi.

5 libri scandalosi, dai classici ai bestseller

Esistono libri che sconvolgono il lettore a causa delle loro scene crude, per il loro linguaggio forte, per il sesso esplicito e le scene violente… sono i fantomatici libri scandalosi.

Alcuni editori hanno imparato il linguaggio giovanile e si sono arresi ai cosiddetti trigger warning, evitando recensioni negative e lamentele, e non urtando la sensibilità di coloro che un tempo avrebbero acquistato e poi, semplicemente, dimenticato il libro sullo scaffale.

Ma esistono anche libri scandalosi di un altro tipo, quelli che disturbano sottovoce, con la sola forza di un’idea. Sono quei libri che finiscono nel mirino di censori, politici, istituzioni religiose e insegnanti. Non sempre per il contenuto in sé, ma per ciò che mettono in crisi: il potere, l’autorità, la morale, le apparenze.

Quando la letteratura diventa scomoda, la censura bussa alla porta. Ma che cos’è davvero lo scandalo?

Oggi che si parla spesso di cancel culture, di riscritture editoriali e di protezionismo educativo, vale la pena guardare indietro — e attorno — per scoprire alcuni titoli che hanno davvero fatto scandalo, in epoche diverse e per motivi diversi. Alcuni sono celebri, altri più nascosti, ma tutti hanno subito atti di censura o sono stati ritenuti pericolosi per qualche ragione.

Ecco sei libri scandalosi che hanno fatto tremare la cultura. Perché la parola scritta, quando è sincera, fa sempre paura.

 

“Persepolis” di Marjane Satrapi (2000)

C’è davvero bisogno di spiegare perché abbiamo inserito questa graphic novel tra i libri scandalosi? Il motivo della censura è politico e religioso.

Tra le pagine di “Persepolis” troviamo una bambina iraniana che racconta, con ironia e dolore, cosa significa crescere sotto una dittatura religiosa. “Persepolis” ha fatto scuola: è la voce visiva e potente di una giovane donna che attraversa la rivoluzione islamica, la guerra Iran-Iraq, l’esilio e il ritorno a un paese che non riconosce più.

Eppure, proprio per questa sincerità, il libro è stato vietato in patria, accusato di blasfemia e propaganda occidentale. Addirittura è stato rimosso da diverse scuole negli USA per via delle immagini considerate troppo forti (una scena di tortura, un uomo frustato, dei cadaveri).

Come se la violenza della dittatura fosse troppo disturbante… ma solo quando viene mostrata.

 

“Alla ricerca del tempo perduto – Sodoma e Gomorra” di Marcel Proust (1921–1922)

Il motivo della censura, neanche a dirlo, è l’omosessualità nei classici. Perché l’omosessualità esiste, ma solo al giorno d’oggi!

Quando si pensa alla censura, si immagina spesso un libro underground, sovversivo, che si legge sottobanco. Un po’ come i volantini di ribellione che passano di nascosto tra la resistenza in un regime dittatoriale.

Ma anche i grandi capolavori, i classici, quelli che siamo abituati a vedere in libreria hanno rischiato la cancellazione. Anche loro si leggevano sottobanco, se contenevano temi scabrosi come questo.

È il caso del quarto volume di “Alla ricerca del tempo perduto”, in cui Marcel Proust esplora l’omosessualità maschile e femminile nell’alta società parigina descrivendo relazioni, inganni e malinconie senza mai cedere al moralismo.

Per l’epoca fu uno dei libri scandalosi: troppo. L’editore Gallimard si rifiutò di pubblicarlo, ritenendolo scandaloso, esplicito, addirittura confessionale. Proust dovette stamparlo a proprie spese, pur di non sacrificare la sua visione della società.

Ancora oggi è il volume meno letto dell’opera – chissà perché, eh! – spesso escluso dai programmi scolastici. Ma contiene alcune delle riflessioni più coraggiose e contemporanee dell’intero ciclo.

 

“Il pasto nudo” di William S. Burroughs (1959)

Un’altro classico censurato è quello di Burroughs. Il motivo? Oscenità, pornografia e anti-narrazione.

Burroughs scrisse questo libro mentre era dipendente dall’eroina, in un flusso di coscienza fatto di sesso, paranoia, morte e linguaggio delirante. Un esperimento letterario, un atto anarchico, un rifiuto del romanzo tradizionale.

Non c’è trama in “Il pasto nudo”. O meglio: c’è, ma sfugge, si contorce, si dissolve tra immagini allucinatorie, personaggi mutanti, insetti parlanti, visioni tossiche. Fu anche un caso giudiziario: bandito in molte città americane, tra cui Boston e Los Angeles, e portato in tribunale per oscenità. Solo nel 1966 una corte stabilì che, pur essendo disturbante, “Il pasto nudo” aveva valore letterario.

Da quel momento in poi, ogni autore americano poté scrivere senza temere il sequestro del proprio libro. Una libertà conquistata tra le pieghe della follia di Burroughs.

 

“Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood (1985)

Il motivo della censura riguarda i temi presenti nella sua opera, che essendo di per sé una distopia perfetta della realtà ha suscitato le ire di politici e religiosi.

Margaret Atwood fu accusata di esagerare, di offendere i credenti, di scrivere pornografia politica. Così ci presenta una società plausibilissima in cui le donne fertili vengono ridotte a uteri ambulanti, controllate da una dittatura cristiana integralista. Scandaloso sotto un punto di vista sessuale, religioso e politico, “Il racconto dell’ancella” è arrivato a stregare e smuovere le masse, a far nascere una serie tv, e a diventare simbolo della resistenza femminile proprio a causa di tutto lo sdegno e i pomodori che la gente continua a lanciare contro la sua autrice.

Il vero paradosso? A distanza di quarant’anni, il romanzo viene ancora censurato nelle scuole americane, soprattutto nei distretti conservatori. Considerato “inappropriato” per contenuti sessuali e toni femministi. Ma ciò che davvero inquieta, è quanto questo mondo distopico assomigli sempre più alla cronaca di certi paesi reali.

 

Matilde” di Roald Dahl (1988)

Il motivo della censura è così ridicolo da far venire i brividi: ironia sovversiva.

Matilde ama i libri, è più intelligente dei suoi genitori e non ha paura di dire quello che pensa. Usa l’ironia per sopravvivere, la lettura per emanciparsi, e un pizzico di magia per ribellarsi alla tirannica direttrice Trinciabue.

Una storia dolce e graffiante, diventata un classico per bambini… ma non per tutti. Un libro scandaloso! In alcune scuole americane è stata rimossa per contenuti sovversivi, perché incoraggerebbe i bambini a odiare gli adulti, disobbedire alle regole e sfidare l’autorità. E nel 2023 è arrivata l’ultima censura: l’editore Puffin ha riscritto frasi ritenute offensive o grasse, modificando parole e togliendo aggettivi.

Il risultato? Un classico addomesticato. Come se Dahl avesse bisogno di una censura postuma per essere accettabile.

 

5 libri scandalosi che sono stati censurati e che ci aprono gli occhi

La censura non ha un solo volto. Può essere religiosa, politica, educativa, editoriale. Può colpire con forza o con finta delicatezza. Ma tutte le volte che un libro viene zittito, modificato o escluso, è perché ha toccato qualcosa di vivo: un nervo scoperto, una verità scomoda, un pensiero che non si vuole affrontare. Un libro viene definito scandaloso perché qualcosa non è come dovrebbe, perché la società va in una direzione e il pensiero di un autore viene espresso in un’altra attraverso il suo scritto. Leggere questi libri oggi non è solo un atto di cultura: è un atto di resistenza.

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