Il sud Italia è oggetto di un’ondata diffusa di maltempo già da qualche giorno. Le perturbazioni sembrano allungarsi, adesso, verso nord. In questo fine settimana di freddo, nuvole e incertezza, il desiderio di godersi l’intimità e il calore di casa accomuna molti di noi. Per tale ragione, in questo articolo vi suggeriamo cinque libri perfetti da leggere in un fine settimana di pioggia.
5 libri perfetti da leggere durante un fine settimana di pioggia
“Tutti gli indirizzi perduti” di Laura Imai Messina
Se quando piove o c’è maltempo hai desiderio di leggere libri delicati e fluidi, che ti diano una sensazione di intimità e leggerezza, abbiamo il titolo perfetto per te.
“Tutti gli indirizzi perduti” è l’ultimo romanzo di Laura Imai Messina. È ambientato in una remota isoletta del Giappone e racconta la storia di una giovane che cerca i destinatari di lettere andate perdute, mai recapitate. Un’opera breve e poetica che dimostra, ancora una volta, la capacità di scrittura e la profondità di una giovane autrice che sta conquistando i lettori di tutto il mondo.
C’è una piccola isola, nel mare interno di Seto, che ha la forma di un’elica e non più di centocinquanta abitanti. Proprio lì, nell’ufficio postale di Awashima, vengono conservate tutte le lettere spedite a un destinatario irraggiungibile: un amore perduto eppure ancora presente, la ragazza che leggeva Kawabata su un autobus a Roma, l’inventore del fon, il giocattolo preferito d’infanzia, il primo bacio che tarda ad arrivare.
Come messaggi in bottiglia, sono parole lasciate andare alla deriva che non aspettano una risposta. Perché scrivere può curare, tenere compagnia, aiutarci a decifrare il mondo, o la nostra stessa anima. «Tutto il senso dello scrivere queste lettere è, precisamente, scriverle».
Un romanzo felice, pieno d’incanto, sulla potenza della scrittura e sulla meraviglia che può nascere dalla fiducia nelle relazioni, anche quelle con gli sconosciuti. Risa sbarca ad Awashima in un mattino freddo di primavera, con sé ha una sacca misteriosa gonfia di buste.
“Il dono della pioggia” di Tan Twan Eng
Se la pioggia nutre il tuo desiderio di immergerti in una lettura avvolgente, che ti permetta di scoprire nuovi mondi e nuove storie a tutto tondo, per il tuo fine settimana suggeriamo “Il dono della pioggia”, ambientato nella Malesia degli anni ‘40.
A Philip Hutton, sedici anni, figlio di un ricco commerciante inglese di Penang e della sua seconda moglie, non sembra di appartenere a nessun luogo, a nessuna gente.
Non si sente inglese come i fratellastri e il padre, persi in un universo fatto di club, cavalli e college dai prati pettinati, e nemmeno cinese come la madre morta – la famiglia materna un insieme di tradizioni e cerimonie impossibili da decifrare.
Philip è nato con il dono della pioggia, così gli ha detto un’anziana indovina al Tempio della Nube Azzurra: ciò significa che avrà una vita colma di successi, ma anche che quella stessa vita lo metterà alla prova.
“Frankenstein” di Mary Shelley
Se invece questo fine settimana di pioggia ti invoglia a leggere libri misteriosi, avventurosi ma anche caratterizzati da un’atmosfera fredda e oscura, ti consigliamo di dare una rispolverata ad uno dei più bei classici di sempre: il “Frankenstein” di Mary Shelley.
Pubblicato nel 1918, Frankenstein ha gettato le basi della moderna fantascienza. Il giovane Viktor Frankenstein si reca all’Università di Ingostadt coltivando l’utopia della creazione di un essere umano più intelligente e longevo.
Dopo notti insonni, ripetute ricerche negli ossari e frenetici esperimenti, origina un essere più grande del normale con sembianze deformi, da cui rifugge non appena questi prende vita.
“Quando cadrà la pioggia tornerò” di Takuji Ichikawa
Le storie di misteriosi e inspiegabili ritorni ti ispirano? “Quando cadrà la pioggia tornerò” fa assolutamente per te. Il romanzo, che ha conquistato il mercato editoriale giapponese, è un libro profondo ed emozionante che non cessa di interrogare sulla realtà dei fatti.
È ormai passato un anno da quando Mio se ne è andata, portata via da una malattia tanto fulminea quanto inspiegabile. Takumi ce la sta mettendo tutta per prendersi cura del figlio Yūji, ma è fragile, sbadato, ansioso. Senza la moglie si sente perso come una barca in un mare in tempesta.
Poco prima di lasciarli, Mio aveva fatto una promessa: «Quando cadrà la pioggia tornerò». E inspiegabilmente, con l’arrivo della stagione delle piogge, una creatura identica a lei, con il suo viso e i suoi occhi, ricompare al loro fianco. Una Mio fatta di carne e sangue, ma senza memoria.
Così Takumi, pazzo di gioia per quell’assurda, insperata seconda possibilità, decide di raccontarle la loro storia, rievocando l’incanto del primo incontro, il magico gemellaggio di due anime, la tragedia della separazione… fino a sciogliere il mistero della scomparsa di Mio e del suo miracoloso ritorno, in un finale capace di piegare il nostro cuore e demolire le nostre certezze.
“La pioggia prima che cada” di Jonathan Coe
Infine, se per il tuo fine settimana di pioggia hai in mente una lettura un po’ malinconica, immersiva e creativa, ti suggeriamo “La pioggia prima che cada” di Jonathan Coe, un libro che si legge tutto d’un fiato.
La Zia Rosamond non è più. È morta nella sua casa nello Shropshire, dove viveva sola, dopo l’abbandono di Rebecca e la morte di Ruth, la pittrice che è stata la sua ultima compagna. A trovare il cadavere è stato il suo medico. Aveva settantatré anni ed era malata di cuore, ma non aveva mai voluto farsi fare un bypass.
Quando è morta, stava ascoltando un disco – canti dell’Auvergne – e aveva un microfono in mano. Sul tavolo c’era un album di fotografie. Evidentemente, la povera Rosamond stava guardando delle foto e registrando delle cassette. Non solo. Stava anche bevendo del buon whisky, ma…
Accidenti, e quel flacone vuoto di Diazepam? Non sarà stato per caso un suicidio? La sorpresa viene dal testamento. Zia Rosamond ha diviso il suo patrimonio in tre parti: un terzo a Gill, la sua nipote preferita; un terzo a David, il fratello di Gill; e un terzo a Imogen. Gill e David fanno un po’ fatica a capire chi sia questa Imogen, perché prima sembra loro di non conoscerla, poi ricordano di averla vista solo una volta nel 1983, alla festa per il cinquantesimo compleanno di Rosamond.
Imogen era quella deliziosa bimba bionda venuta con gli altri a festeggiare la padrona di casa. Sembrava che avesse qualcosa di strano. Sì, era cieca. Occorre dunque ritrovare Imogen per informarla della fortuna che le è toccata. Ma per quanti sforzi si facciano, Imogen non si trova. E allora non resta – come indicato dalla stessa Rosamond in un biglietto – che ascoltare le cassette incise dalla donna…