5 libri da leggere una sola volta nella vita secondo i lettori

12 Marzo 2025

Vi abbiamo chiesto per quali libri, secondo voi, sia sufficiente una sola lettura nel corso della vita. Scopriamo insieme i titoli più menzionati fra i commenti.

5 libri da leggere una sola volta nella vita secondo i lettori

I motivi sono fra i più disparati: storie troppo dolorose da sopportare due volte, troppi libri da leggere in una sola, effimera esistenza, scrittura complessa e articolata… Sui nostri canali social vi abbiamo chiesto se ci siano libri che secondo voi vanno letti una sola volta nella vita. E se moltissimi fra di voi ci hanno risposto che non rileggono mai un libro per fare spazio ad altre letture, in tanti avete invece menzionato dei titoli che non rileggereste una seconda volta. Scopriamone cinque.

Cinque libri da leggere solo una volta nella vita

1984” di George Orwell

Per molti di voi, questa lettura necessaria illumina tanto quanto angoscia. Per tale ragione, secondo voi, rientra a pieno titolo fra i libri da leggere una sola volta nella vita.

È guerra perpetua, nel mondo, tra Oceania, Eurasia ed Estasia. E Londra, capitale europea dell’Oceania, è una città in rovina, stremata dalla dittatura del Grande Fratello e dalla miseria.

In questo scenario cupo e desolato, entrato ormai a pieno titolo nel nostro immaginario e nella cultura popolare, Orwell disegna il futuro della società moderna.

La tragica ribellione di Winston Smith al Grande Fratello e la storia del suo amore per Julia sono lo specchio in cui Orwell riflette in modo lucido e senza sconti sul destino che potrebbe attendere un’umanità che ha fatto di tutto per eliminare se stessa.

It” di Stephen King

Tanti commenti anche per il capolavoro di Stephen King: un’esperienza di lettura meravigliosa ma irripetibile, sia per l’estensione dell’opera che per la “pesantezza” e la complessità del contenuto.

A Derry, una piccola cittadina del Maine, l’autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale che sembra non finire mai.

Per un bambino come George Denbrough, ben coperto dal suo impermeabile giallo, il più grande divertimento è seguire la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello maggiore Bill. Ma le strade sono sdrucciolevoli e George rischia di perdere il suo giocattolo, che infatti si infila in un canale di scolo lungo il marciapiede e sparisce nelle viscere della terra.

Cercare di recuperarlo è l’ultimo gesto di George: una creatura spaventosa travestita da clown gli strappa un braccio uccidendolo.

A combattere It, il mostro misterioso che prende la forma delle nostre peggiori paure, rimangono Bill e il gruppo di amici con i quali ha fondato il Club dei Perdenti, sette ragazzini capaci di immaginare un mondo senza mostri.

Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez

Parliamo di complessità, ma soprattutto di estensione, anche nel caso di “Cent’anni di solitudine” di Marquez.

Da José Arcadio ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro Melquíades finalmente decifrate: cent’anni di solitudine della grande famiglia Buendía, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile.

Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da un’inarrestabile fantasia, Gabriel García Márquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell’esistenza umana. In questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidità e la sensatezza dei personaggi femminili.

Cecità” di José Saramago

Parliamo di un capolavoro, di un’opera che fa riflettere ma che angoscia terribilmente: ecco perché ritenete che una lettura nella vita sia sufficiente per scoprirne l’altissimo valore, senza lasciarsi angosciare una seconda volta con la rilettura.

In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione diventa cieca per un’inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più.

Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un’esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici.

I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l’insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l’orrore di cui l’uomo sa essere capace.

Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione.

Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini

Infine, in molti hanno segnalato fra i libri che non rileggerebbero una seconda volta “Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini: un romanzo meraviglioso ma tanto, troppo doloroso.

A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua “kolba” di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l’arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema.

Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una “harami”, una bastarda, e sarebbe un’umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto.

Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L’unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell’aprile del 1978.

Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere.

Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile.

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