Il mare, la montagna, il verde incontaminato, il tempo che si annulla insieme alla smania di fare programmi, di stilare tabelle di marcia… Se per quest’estate desideri una vacanza rilassante che ti faccia dimenticare la frenesia del quotidiano e ti proietti in universo in cui non occorre preoccuparsi troppo di ciò che verrà, apprezzerai uno dei libri che ti consigliamo nel nostro articolo: titoli rilassanti, che invitano a rallentare e a godersi la vita.
5 libri da leggere se desideri una vacanza rilassante
“Gli anni della leggerezza” di Elizabeth Jane Howard
I libri della serie dei Cazalet raccontano il Novecento e i suoi stravolgimenti attraverso la storia di una famiglia che, pagina dopo pagina, si impara ad amare.
È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera.
Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare.
“I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa
Per una vacanza rilassante in cui si ricomincia a sentire il mondo circostante e sé stessi, consigliamo il libro di Satoshi Yagisawa.
Jinbōchō, Tokyo. Il quartiere delle librerie e delle case editrici, paradiso dei lettori. Un angolo tranquillo e fuori dal tempo, a pochi passi dalla metropolitana e dai grandi palazzi moderni. File e file di vetrine stipate all’inverosimile di libri, nuovi o di seconda mano. Non tutti lo conoscono, più attratti da Ginza o dalle mille luci di Shibuya.
Di sicuro Tatako – venticinquenne dalla vita piuttosto incolore – non lo frequenta assiduamente. Eppure è qui che si trova la libreria Morisaki, che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni. Un negozio di appena otto tatami in un vecchio edificio di legno, con una stanza al piano superiore adibita a magazzino.
È il regno di Satoru, l’eccentrico zio di Tatako. Entusiasta e un po’ squinternato, dedica la sua vita ai libri e alla Morisaki, soprattutto da quando la moglie lo ha lasciato. L’opposto di Tatako, che non esce di casa da quando l’uomo di cui era innamorata le ha detto di voler sposare un’altra.
“Le otto montagne” di Paolo Cognetti
La montagna ha un potere terapeutico senza eguali: ci insegna a stare in contemplazione, a osservare e respirare a pieni polmoni. Non potrebbe esserci meta più adatta per una vacanza rilassante, né libro più adatto per rallentare.
Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia.
I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.
“Doppler. Vita con l’alce” di Erlend Loe
Questo romanzo è perfetto per chi ha bisogno di staccare la spina e immergersi in una storia rilassante.
Una mattina di novembre Andreas Doppler, norvegese benestante e borghese dal curriculum esemplare, professionista di successo e ineccepibile padre di famiglia, cade dalla bicicletta.
Dal colpo in testa si riprende presto ma l’illuminazione che riceve in un istante cambia la sua visione del mondo: la vita che ha condotto fino ad ora perde ogni valore e scopre di essere innanzitutto un cacciatore-raccoglitore, in lutto per un padre che ha appena perso e forse mai conosciuto.
Si stabilisce così nel bosco alle porte di Oslo, in una tenda, dove permarrà per vari mesi in compagnia di un cucciolo di alce, Bongo, con cui intavola esilaranti monologhi.
“La lunga vita di Marianna Ucrìa” di Dacia Maraini
Infine una lettura lenta, piacevole e riflessiva che invoglia a pensarsi diversamente.
Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: “Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione”. Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l’alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo.
Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima.