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I 5 libri da leggere per capire cosa accade in Iran

Per comprendere la cronaca a volte è necessario fermarsi, fare un passo indietro e ascoltare le voci dei grandi scrittori

Alla luce di quanto sta accadendo nelle ultime ore fra Iran e Stati Uniti, abbiamo scelto per voi 5 libri fondamentali per avvicinarsi alla cultura iraniana. Infatti per comprendere la cronaca è importante fare un passo indietro e ascoltare le voci degli autori che in prima persona hanno vissuto la rivoluzione khomeinista del 1979 e i grandi cambiamenti che ne conseguirono. Dalla narrazione appassionata di Azar Nafisi che si cimenta nell’impresa di spiegare ai giovani della post-rivoluzione cosa sia la letteratura (senza censura) alla storia di coraggio di Shirin Ebadi, che è stata la prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la pace, ecco i 5 libri da leggere per capire cosa accade oggi in Iran. 

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Dallo splendente Palazzo di Golestan all’antichissima città di Persepolis, sono 24 le bellezze “intoccabili” dell’Iran che nessuno può azzardarsi a distruggere

Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi

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Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell’impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d’amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.

Persepolis di Marjane Satrapi

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“Scrivere Persepolis è stato molto importante per me. Credo che non si possa giudicare una nazione intera per gli errori di pochi estremisti. E non voglio che vengano dimenticati tutti quegli iraniani che hanno perso la vita in prigione per difendere la libertà, coloro che sono morti nella guerra contro l’Iraq, che hanno subito la repressione dei diversi regimi, che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e fuggire dal loro paese. Si può perdonare ma non si deve dimenticare.” – Marjane Satrapi.

Finché non saremo liberi di Shirin Ebadi

Finché non saremo liberi: Iran, la mia lotta per i diritti umani (Bompiani overlook) di [Ebadi, Shirin]

Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la Pace, ha ispirato milioni di persone nel mondo con il suo impegno da avvocato per i diritti umani, difendendo soprattutto le donne e i bambini dal brutale regime iraniano. Per questo il governo ha cercato di ostacolarla in tutti i modi, ha intercettato le sue telefonate, ha messo sotto sorveglianza il suo ufficio, l’ha fatta pedinare, ha minacciato lei e i suoi cari con metodi violenti e indicibili. Oggi Shirin Ebadi ci racconta la sua storia di coraggio e di ribellione contro un potere intenzionato a portarle via tutto – il matrimonio, gli amici, i colleghi, la casa, la carriera, persino il Premio Nobel – ma che non è riuscito a intaccare il suo spirito combattivo e la sua speranza di giustizia e di un futuro migliore.

The Cypress Tree di Kamin Mohammadi

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“Non capivo fino in fondo quello che sta accadendo mentre salivo sull’aereo che avrebbe portato me, mia sorella e mia madre fuori dall’Iran, forse per sempre. Era il 1979 e io avevo nove anni. Ero disperata e arrabbiata perché nei preparativi della partenza i miei si erano sbarazzati di ogni cosa, compreso il mio amato agnello Baboo. Ma mia madre sapeva tutto, scappavamo per salvarci la vita e a ogni passo che la portava via provava un dolore mai provato prima. Avevamo detto addio alle persone a cui volevamo bene e con cui ero cresciuta, alla cucina di casa profumata di zafferano ed erbe e di frutta dolce. Mi sembrava solo ieri che la mia vita scorreva felice tra libri e cioccolata, tra la scuola e i giochi e in breve tutto era diventato cupo. La paura faceva parlare i grandi a mezza voce, li faceva arrabbiare per niente, tenere le finestre chiuse e mettere il velo alle donne. Qualcuno spariva, e presto sarebbe toccato anche a noi. A Londra arrivammo da rifugiate, mio padre sarebbe arrivato dopo. L’Inghilterra ci accolse e io abbandonai le mie radici. Poi un giorno la voce dei ricordi mi ha chiamato e ho trovato la strada di casa.”

Censura. Una storia d’amore iraniana di Shahriar Mandanipour

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Uno scrittore iraniano, “stanco di scrivere storie cupe e amare” decide di gettarsi in un romanzo d’amore, ambientato in una Teheran che “profuma di boccioli di primavera, monossido di carbonio e aromi e veleni da Mille e una notte”. Però deve fare i conti con la censura: il ministero della Cultura e della Guida religiosa non tollera che parole, frasi o situazioni immorali finiscano sotto gli occhi dei giovani, contaminando le loro menti pure. “Censura” è una storia d’amore e, allo stesso tempo, il racconto autobiografico dello scrittore che scrive quella storia, e cancella da solo le frasi destinate a finire sotto le forbici del censore, e spiega a tutti noi cosa significa vivere, amare ed essere un artista nell’Iran di oggi.

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