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5 cose che non sai del Premio Campiello

Una passeggiata tra le calli veneziane per scoprire insieme la storia e le curiosità legate al Premio Campiello

Il Premio Campiello, istituito nel 1962 dagli Industriali del Veneto, è tra i più importanti casi di successo in Italia di connessione concreta e strategica tra mondo dell’impresa e della cultura. Esso si contraddistingue da sempre per i valori che lo rendono unico: trasparenza, indipendenza ed eticità. Grazie ad essi il Premio si è accreditato come una delle più importanti competizioni letterarie italiane.

5 cose che non sai del Premio Campiello

In attesa della finale di stasera, ecco alcune curiosità ed aneddoti legati al prestigioso premio letterario.

1 La storia

Fondato nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto, il Premio Campiello è un premio letterario assegnato ogni anno alle opere di narrativa italiana che si siano contraddistinte nel panorama culturale italiano per il loro valore artistico. Considerato tra i più prestigiosi d’Italia e tra i più importanti nel panorama editoriale italiano, è un canale con il quale gli Industriali Veneti desiderano promuovere la narrativa italiana, con l’aspirazione a “creare nuovi lettori”.

2. Perché si chiama così?

Con “campiello” si intende una piazzetta ristretta (più piccola di un campo) nella quale sboccano le calli veneziane e nella tradizione della città il luogo d’incontro e scambio culturale per i suoi abitanti. Il nome “Campiello” richiama anche l’idea del teatro di Carlo Goldoni. La Venezia settecentesca delle calli e dei campielli, col suo universo popolato da personaggi di ogni ceto sociale. Il concetto di “campiello” restituisce così lo spirito popolare della manifestazione, la cui peculiarità risiede nella partecipazione decisiva di
300 lettori per la scelta del vincitore.

3. La prima edizione

La prima edizione del Premio Campiello si svolse nel 1963 a Venezia nell’isola di San Giorgio e vide la premiazione del romanzo di Primo Levi “La Tregua”, che era stato selezionato nella cinquina finale insieme a “L’eredità della priora” di Carlo Alianello, “La donna al punto” di Elio Bartolini, “Mio padre Adamo” di Fortunato Pasqualino e “Il papa” di Giorgio Saviane.

4. La Giuria Popolare

Il Premio Campiello è stata la prima manifestazione culturale ad aver adottato una larga giuria popolare, formula in seguito esportata in altri premi legati al mondo della cultura. La giuria popolare è costituita da 300 anonimi lettori, i cui nomi rimangono segreti fino alla sera della cerimonia, provenienti da tutte le regioni d’Italia e rappresentativi di varie categorie sociali e professionali. Selezionati di anno in anno, alla Giuria Popolare spetta l’arduo compito di designare il vincitore assoluto.

5. Che cosa si vince?

Nato a Venezia il premio aveva bisogno di un simbolo veneziano.Il Premio attribuito al vincitore è la riproduzione in argento del pozzo veneziano ancora presente in molti campielli, “la vera da pozzo”, antico simbolo della città in quanto unica fonte di
approvvigionamento dell’acqua potabile. Iconograficamente il premio si ispira alla vera da pozzo di San Trovaso nel sestiere di Dorsoduro a Venezia.

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