Ogni 25 aprile celebriamo la Liberazione dal nazifascismo. Ma come si coltiva oggi la memoria di ciò che è stato? Come si tiene viva l’eredità di chi ha lottato per la libertà, spesso a costo della vita? La risposta, ancora una volta, passa anche dai libri.
La letteratura ha saputo raccontare la Resistenza non solo come fatto storico, ma come dramma umano, intreccio di scelte laceranti, speranze, paure e solidarietà. In questo articolo, ti proponiamo libri che restituiscono tutta la complessità e l’umanità della Resistenza italiana ed europea, con uno sguardo imprescindibile anche alla Resistenza femminile, spesso taciuta o sottovalutata
Resistere leggendo: 6 novità editoriali da leggere per il 25 Aprile
Perché la memoria non è nostalgia. È responsabilità. È consapevolezza. È una forma di resistenza quotidiana. E in questo 25 aprile 2025, a ottant’anni dalla Liberazione, leggere queste storie non è solo un modo per sapere cosa è stato: è un modo per decidere chi vogliamo essere.
Storia della resistenza tedesca di Tommaso Speccher
Quando si parla di Resistenza, il pensiero corre subito alle montagne italiane, ai partigiani, al coraggio civile di chi ha detto no. Ma la Germania? L’idea che anche nel cuore del Terzo Reich vi fosse chi resistette al nazismo è spesso offuscata, se non del tutto ignorata. Ed è proprio contro questa dimenticanza che si erge Storie della Resistenza tedesca di Tommaso Speccher, un saggio potente, necessario, che smonta stereotipi e restituisce complessità a una storia ancora oggi poco raccontata.
Speccher, filosofo e storico, coniuga rigore e passione in un’indagine che attraversa le tante anime dell’opposizione al regime hitleriano: non solo l’attentato a Hitler di von Stauffenberg, evocato come l’unico spiraglio di dissenso nella memoria collettiva, ma un arcipelago variegato di resistenze civili, religiose, culturali, giovanili. Dai gruppi protestanti alla Rosa Bianca, dai comunisti perseguitati agli ufficiali disillusi della Wehrmacht, il libro illumina percorsi spesso isolati, ma non per questo meno eroici, di uomini e donne che misero in gioco tutto, perfino la vita, pur di non diventare complici.
Lo stile di Speccher è limpido, quasi narrativo, capace di guidare il lettore con mano sicura anche nei passaggi più intricati, tra le pieghe della politica, dell’etica, della memoria. Perché, in fondo, Storie della Resistenza tedesca è anche un libro sull’oggi: su come la Germania ha costruito, o evitato di costruire, una memoria condivisa dell’opposizione al nazismo, su come il coraggio minoritario possa diventare una bussola politica nel presente.
È un saggio che parla anche a noi, a un’Italia che fa ancora i conti con la sua storia, che spesso idealizza o dimentica. Un invito a non appiattire mai il passato, a non pensare mai che “tutti erano d’accordo”, a ricordare che anche nei tempi più bui qualcuno si è alzato in piedi, ha detto no, ed è morto per questo.
Consigliato a chi ama la storia viva, quella che sa sporcarsi le mani. A chi non si accontenta del bianco o nero, ma vuole cercare le sfumature. A chi crede che resistere sia, prima di tutto, un atto morale.
3 figure chiave della Resistenza tedesca raccontate da Speccher:
Hans e Sophie Scholl – La Rosa Bianca
Due giovani studenti dell’Università di Monaco, fratelli, che distribuirono volantini contro il regime. Furono arrestati e giustiziati nel 1943. Le loro parole, scritte a macchina e passate di mano in mano, gridavano libertà in un Paese muto.
Dietrich Bonhoeffer – Il teologo che sfidò Hitler
Pastore luterano, attivista e filosofo, organizzò una rete di resistenza all’interno della chiesa evangelica tedesca. Partecipò al complotto del 1944 e fu impiccato in un campo di concentramento. Le sue lettere dal carcere sono oggi letture di culto.
Claus von Stauffenberg – Il colonnello che tentò l’impossibile
Fu lui a guidare l’attentato più celebre contro Hitler, con la bomba del 20 luglio 1944. Aveva visto l’orrore sul fronte orientale. Il suo gesto, pur fallito, scosse la macchina nazista e salvò l’onore di una parte dell’esercito.
Possa il mio sangue servire di Aldo Cazzullo
«Sono le voci diverse, quelle più acute e quelle più sommesse, che alla fine compongono un canto intonato da tutti». È questa la frase scelta dal Corriere della Sera per raccontare l’essenza del libro di Aldo Cazzullo. Ma è anche l’anima profonda di Possa il mio sangue servire, uno dei saggi più letti e amati dedicati alla Resistenza italiana, qui proposto in una nuova edizione aggiornata che amplia e rafforza la sua coralità.
Cazzullo, giornalista e scrittore dalla penna inconfondibile, costruisce un mosaico emotivo e civile che ha la potenza di un’epopea. Non si limita a narrare le gesta dei grandi nomi o a ripercorrere gli eventi più noti della lotta al fascismo e al nazismo: dà voce agli invisibili, ai ragazzi e alle ragazze che hanno scritto la storia rischiando tutto, spesso pagando con la vita. Ci sono gli studenti, i sacerdoti, le staffette, le madri e i padri che hanno nascosto, cucinato, curato, aspettato. C’è chi ha combattuto con le armi e chi con le parole. Chi ha resistito in montagna e chi nelle città, nei borghi, nei sotterranei della storia.
Il titolo, Possa il mio sangue servire, è tratto da una frase scritta con il sangue da un partigiano torturato prima di morire. È una dichiarazione d’intenti: il libro di Cazzullo vuole restituire dignità e centralità a un pezzo d’Italia spesso dimenticato, e lo fa con rigore storico ma anche con una scrittura profondamente empatica, capace di commuovere e indignare, di rendere personale ciò che potrebbe sembrare solo pubblico.
In questo libro, la Resistenza non è solo un capitolo di storia: è una domanda etica, un appello alla memoria e all’identità. È la consapevolezza che essere liberi oggi significa riconoscere il prezzo altissimo che qualcuno ha pagato perché noi potessimo esserlo.
L’elemento più riuscito del saggio è proprio il tono narrativo che riesce a rendere ogni episodio vibrante, come in un romanzo collettivo. Non mancano riferimenti alla cultura popolare, ai testi delle canzoni partigiane, ai luoghi simbolo, da via Rasella alle Fosse Ardeatine, ma è sempre la dimensione umana, singolare, a emergere con forza.
Cazzullo ci consegna un’opera fondamentale, soprattutto per chi crede che la memoria sia un atto politico, un dovere morale, un’eredità viva da trasmettere. Un libro da leggere in ogni stagione, ma soprattutto il 25 aprile: per ricordare, per capire, per scegliere.
Sono passati ottant’anni da quel 25 aprile 1945 in cui l’Italia disse basta. Basta all’occupazione nazista, basta al regime fascista, basta alla paura. Ma ogni 25 aprile, e forse oggi più che mai, è un invito a ricordare che la libertà non fu un regalo, ma il frutto di scelte coraggiose, rischi, ferite e disobbedienze.
La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri di Giorgio van Straten
Un libro necessario e potente, candidato al Premio Strega 2025. Giorgio van Straten restituisce voce e volto a Nada Parri, partigiana fiorentina che a diciassette anni entrò nella Resistenza con la naturalezza di chi rifiuta ogni compromesso. Il suo coraggio, le sue azioni clandestine, la sua vita dopo la guerra: tutto raccontato con una scrittura lucida e partecipata. Una biografia che non è solo un omaggio, ma una riscrittura necessaria del nostro immaginario sulla Resistenza.
Una vita partigiana di Teresa Vergalli
Una delle memorie più intense e limpide mai scritte da una partigiana. Teresa Vergalli, nome di battaglia “Anita”, racconta cosa significava per una giovane donna decidere di combattere. La paura, l’amicizia, la repressione, ma anche la forza straordinaria di un ideale condiviso. “Non ero un’eroina, ero solo una ragazza che voleva cambiare il mondo”, scrive. E in quelle parole c’è tutta la verità della Resistenza vissuta da dentro.
Guerra alle donne di Michela Ponzani
Non basta celebrare la Resistenza: bisogna anche avere il coraggio di guardare in faccia le sue ombre. Michela Ponzani lo fa con lucidità e rigore storico in questo saggio straordinario, che frantuma il mito monolitico della “donna partigiana-angelo del focolare”, restituendo invece una molteplicità di esperienze taciute, negate, rimosse.
Le donne, nella guerra civile italiana, sono state staffette, combattenti, informatrici. Ma sono state anche corpi esposti, bersagli simbolici, terreno di vendetta. Ponzani racconta con testimonianze e documenti le violenze sessuali perpetrate dai nazifascisti (e, talvolta, anche da “alleati” improvvisati), le accuse infamanti contro le donne sospettate di collaborare con il nemico, e la punizione pubblica e sessuata di chi veniva accusata di “disonorare” la patria.
Emerge così un altro tipo di resistenza: quella alla vergogna, al silenzio imposto, al dopoguerra che preferiva rimuovere piuttosto che ascoltare. È un libro che turba, scuote, ma soprattutto illumina. Perché finché la memoria sarà selettiva, la giustizia storica sarà incompleta. E il 25 aprile non può più permetterselo.
Racconti della Resistenza europea a cura di Gabriele Pedullà
La Resistenza non fu solo italiana. In Francia, in Polonia, in Grecia, in Norvegia: ovunque uomini e donne si opposero al nazismo. Questa antologia raccoglie racconti da tutta Europa, mescolando voci note e sconosciute, frammenti lirici e testimonianze crude. Leggerli oggi significa capire che la lotta per la libertà è stata un movimento corale, fatto di culture diverse, ma unito da un’urgenza comune: non arrendersi mai.