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25 aprile, Beppe Fenoglio e la strenua lotta per la libertà

Nei suoi romanzi Beppe Fenoglio ha saputo raccontare, come nessun altro scrittore, la resistenza partigiana e la lotta per la libertà

Il 25 aprile 1945 l’Italia è finalmente libera dall’oppressione nazifascista. La Resistenza ha dato un contributo fondamentale alla lotta di liberazione e nell’immediato dopoguerra il racconto delle imprese partigiane fiorisce immediatamente. Sarà soprattutto lo scrittore-partigiano Beppe Fenoglio a trovare le parole giuste per raccontare la Resistenza. In particolare con “Una questione privata”, il romanzo pubblicato nel 1963 che per molti, a partire dallo stesso Calvino, rappresenta l’opera che tutti i partigiani avevano sognato di scrivere.

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Non poteva più vivere senza sapere e, soprattutto, non poteva morire senza sapere, in un’epoca in cui i ragazzi come lui erano chiamati più a morire che a vivere. Avrebbe rinunciato a tutto per quella verità, tra quella verità e l’intelligenza del creato avrebbe optato per la prima.

Da “Una questione privata” di Beppe Fenoglio

Beppe Fenoglio, lo scrittore-partigiano

Beppe Fenoglio è stato partigiano, autore di numerosi romanzi e racconti, drammaturgo e traduttore. Nato ad Alba, nelle Langhe, in una famiglia umile, Beppe Fenoglio si unì alle prime forze partigiane nel 1944. Al termine della guerra, grazie alla conoscenza della lingua inglese, fu assunto in un’azienda vinicola come corrispondete estero e, visto che il lavoro era poco impegnativo, riuscì a dedicarsi alla scrittura. Nel 1950 conobbe Elio Vittorini, che si stava occupando per Einaudi della nuova collana “Gettoni”, dedicata alle nuove voci del panorama italiano, e che lo aiutò a pubblicare la sua prima raccolta di racconti “I ventitré giorni della città di Alba”. Vincitore di numerosi premi letterari, morì nel 1963 a causa della tubercolosi. Nel 2005 l’Università di Torino gli ha conferito la laurea ad honorem in Lettere. 

Una questione privata

Il romanzo fu pubblicato da Garzanti, insieme ad altri sei racconti di Fenoglio, nel 1963 in un unico libro dal titolo “Un giorno di fuoco”; e solo nel 1978 è stato pubblicato in forma separata da Einaudi, in ben due versioni.

Il romanzo racconta la storia di un giovane partigiano ventenne, il cui nome di battaglia è Milton. Militante nelle formazioni badogliane, Milton è innamorato di una ragazza torinese di buona famiglia, Fulvia, sfollata per un breve periodo ad Alba prima dell’armistizio. Dopo la sua partenza, Milton fa ritorno alla villa dove di solito trascorrevano le loro serate insieme e lì incontra la guardiana della villa, che durante una visita all’interno della casa, gli racconta della relazione tra Fulvia e un suo amico partigiano Giorgio. 

Milton inizia, così, una ricerca ossessiva dell’amico per chiedergli la verità sull’informazione avuta, ma intanto Giorgio è stato catturato dai fascisti. Dopo aver tentato in tutti i modi di liberarlo, Milton fa ritorno alla villa per parlare ancora con la guardiana, ma viene sorpreso da una milizia di fascisti, che lo obbliga alla fuga.

 

 

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