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23 Aprile, Giornata del libro e delle rose

Il 23 aprile è la Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore, mutuata da una tradizione catalana e istituita nel 1966 dall’Unesco per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright...

Il 23 aprile è la Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore, mutuata da una tradizione catalana e istituita nel 1966 dall’Unesco per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright. La data è stata scelta in quanto il 23 aprile 1616 sono morti tre scrittori: Miguel de Cervantes (1547-1616), William Shakespeare (1564-1616) e Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616).

 
Trovo suggestivo l’altro nome con cui viene indicata questa data, ossia “Giornata del libro e delle rose”: una tradizione medievale vuole che il 23 aprile, la festa di San Giorgio (patrono di Barcellona e della Catalogna), ogni uomo regali una rosa alla sua donna; i librai della Catalogna, collegandosi a questa usanza, regalano una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile. In tutto il mondo ci sono manifestazioni legate alla cultura e alla lettura per il mese di aprile e di maggio, molte delle quali volte ad incoraggiare tutti, ed in particolare i giovani, a scoprire il piacere della lettura e mostrare un rinnovato rispetto per il contributo insostituibile di quelle persone che hanno promosso il progresso sociale e culturale dell’umanità.

 
Tra le iniziative che più mi hanno colpito, quest’anno, c’è il progetto torinese A scuola senza zaino: gli allievi e gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado vengono coinvolti durante l’orario scolastico in lezioni “atipiche” che vanno dalla lettura condivisa agli incontri con gli autori e agli approfondimenti letterari. La scuola deve farsi promotrice di un sapere che non sia solo quello spendibile nella vita professionale, ma anche legato alla crescita personale e la lettura è uno dei migliori modi per nutrire la nostra psiche.

 

In questi giorni, sollecitata dal nome della Giornata, sono andata a rivedere che cosa sia esattamente il diritto d’autore. Ovviamente la definizione è quasi intuitiva: è facile pensare che l’opera di ingegno sia legata a colui che l’ha creata. Quello che ho trovato interessante, però, è come viene individuato, nella legge, l’oggetto della tutela. Infatti tradizionalmente si distingue il corpus mysticum, l’opera considerata come bene immateriale, dal corpus mechanicum, ovvero gli esemplari in cui si concretizza materialmente l’opera (il libro cartaceo, l’ebook, ecc.): la proprietà del primo spetta all’autore, del secondo a colui che ha acquistato l’oggetto concreto in cui l’opera si esprime.

 

La metafora del Corpus mysticum di San Paolo si basa principalmente l’idea teologica d’unità nel Medioevo, andando a definire con questa dicitura la totalità della Chiesa. Jung stesso parlando di simbolismo e religione ha esplorato questo concetto, ma non posso fare a meno di citare Kant che a conclusione della sua Critica della ragion pura, intravede la possibilità di un corpus mysticum di esseri razionali, in cui l’Io e il suo libero arbitrio si riuniscono con il totalmente altro da sé. È molto di più che il richiamo all’usurato concetto di solidarietà. È un incitamento a entrare in contatto con l’estraneo, a comprenderlo, salvaguardando la sua singolarità, la sua eccezione.

 

Il parallelo mi viene facile: in fondo anche il libro è decisamente uno strumento attraverso il quale il nostro Io può incontrarsi con il totalmente altro da sè, quindi mai definizione legale fu, a mio avviso, più azzeccata.

 

Rachele Bindi

23 aprile 2015

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