Ci sono veramente tanti libri che, seppur famosissimi ed entrati a buon diritto nel novero dei grandi capolavori della letteratura mondiale, non sono ancora stati letti da molti booklover. Il motivo? Troppo lunghi, troppo difficili, noiosi – si dice. Gli autori russi sembrano essere quelli più ostici.
Ma anche i grandi romantici inglesi sono riusciti a dare del filo da torcere a molti lettori. Insomma, nonostante consigli su come leggere più velocemente un’opera, certi libri sono come la famosa dieta: ci si ripromette sempre di leggerli, ma si rimanda sempre il proposito “a domani”.
I 19 libri che si vuole leggere ma che in pochi lo fanno
Tra i grandi classici della letteratura, sicuramente anche voi avete (ordinatamente posizionati nella vostra lista di lettura) un grande romanzo che vi attende. Da giorni. Forse da mesi. Magari anche da anni. Eh sì, pare proprio che anche il più bravo lettore abbia il proprio scheletro nell’armadio: Tolstoij? Dostoevskij? Brönte? Qual è l’autore che non è riuscito a conquistarvi del tutto?
Il sito Bookriot ha fatto un breve sondaggio e ha stilato una classifica di 19 libri che tutti vorrebbero leggere ma che poi, per una ragione o per l’altra, non hanno mai iniziato davvero. Date un’occhiata questi titoli e mettetevi alla prova: quanti ne avete letti? E, soprattutto, qual è il libro che voi non siete proprio riusciti ad iniziare o avete lasciato a metà?
“Guerra e Pace” di Lev Tolstoj
Iniziamo questa classifica con un grandiosa epopea storica, accorata riflessione filosofica, ritratto di una società in fermento, dramma di amore e morte, straordinaria sintesi esistenziale: ogni definizione è calzante per Guerra e pace, romanzo che si ripropone da una generazione all’altra con immutata immediatezza e commozione.
L’intreccio del racconto storico e di quello fantastico genera una rara quantità di grovigli tematici e ideologici che si compongono in un ritmo maestoso, ogni personaggio esprimendo la ricerca di Tolstoj della verità etica essenziale e contemporaneamente stagliandosi come toccante espressione poetica dei caratteri più oscuri e più luminosi dell’animo umano.
“Anna Karenina” di Lev Tolstoj
Altra opera di Lev Tolstoj che, ispirandosi con inconfondibile potenza creativa a un fatto di cronaca, trasfuse in Anna Karenina l’ansia e il desiderio di chiarezza etica che dominarono la sua vita. Costruito con un raffinato gioco d’incastri narrativi, e tuttavia con la consueta scorrevolezza stilistica dei capolavori tolstojani, il romanzo presenta una bruciante problematica morale, lasciando al lettore il giudizio definitivo.
“Ulisse” di James Joyce
Un uomo a spasso per Dublino dalle otto alle due di notte del 16 giugno 1904: le sue azioni, i suoi pensieri, le azioni e i pensieri della città, delle cose, della gente che incontra, di Stephen Dedalus, ovvero l’altra parte di sé, il giovane intellettuale in cerca di un padre (così come Bloom è in cerca di un figlio), di sua moglie Molly, ovvero il grembo da cui si salpa e a cui si ritorna.
“Moby Dick” di Herman Melville
Altro libro classico che molto hanno intenzione di leggere e qualcuno però poi non ha ancora iniziato, Moby Dick non è soltanto il mirabile romanzo che tutti sanno: è un libro totale, dove la Balena sta appunto per il tutto. Così è una cronaca di avventure marine e un trattato esoterico, un epos dell’orrore e della meraviglia, un libro arioso e un’enciclopedia.
“Il signore degli anelli” di J.R.R. Tolkien
Molti si sono fermati al film, promettendo di leggere (chissà quando) anche i libri. Parliamo de “Il signore degli anelli”, un romanzo d’eccezione, al di fuori del tempo: chiarissimo ed enigmatico, semplice e sublime.
Questo libro offre al lettore avventure in luoghi remoti e terribili, episodi d’inesauribile allegria, segreti paurosi che si svelano a poco a poco, draghi crudeli e alberi che camminano, città d’argento e di diamante poco lontane da necropoli tenebrose in cui dimorano esseri che spaventano solo al nominarli, urti giganteschi di eserciti luminosi e oscuri. Un peccato davvero non iniziare a leggerlo.
“I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij
Tra i libri che tutti dicono di leggere e poi non cominciano a farlo, troviamo un altro classico della letteratura: tre fratelli con caratteri molto diversi: uno orgoglioso e sensuale, uno razionale fino all’eccesso e uno sinceramente religioso; un figlio illegittimo malato ed emarginato ed un padre avaro e crudele, odiato e disprezzato da tutti.
“I miserabili” di Victor Hugo
Il riscatto dei ceti più bassi della popolazione in un capolavoro della letteratura francese. Ambientato in una Parigi scossa dai moti insurrezionali di inizio ‘800, “I Miserabili” offre un’incredibile sequenza di avvenimenti umani, di torbide vicende e di dolci momenti quotidiani, raccontati con un’attualità sorprendente e ammirabile.
“Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen
Anche la letteratura rosa è “vittima” di dimenticanze da parte dei lettori. Dei sei romanzi di Jane Austen, “Orgoglio e pregiudizio” è il primo in ordine di tempo e insieme il capolavoro. Quando lo scrisse, la Austen aveva ventun anni e un’amica di famiglia l’aveva definita “la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare”.
Frivola e ironica, non si distingueva dal mondo campagnolo e borghese cui apparteneva, fatto di té, balli, flirt della buona società, minuti e ridicoli incidenti della vita quotidiana. Ma su questi tenui motivi sapeva giocare con una grazia e una profondità uniche.
“Lolita” di Vladimir Nabokov
Sarebbe difficile, per chi non ne è stato testimone, immaginare oggi la violenza dello scandalo internazionale, per oltraggiata pruderie, che “Lolita” provocò al suo apparire nel 1955.
E tale è l’abitudine alla sciocca regola secondo cui ciò che fa chiasso è inevitabilmente sprovvisto di una durevole qualità letteraria, tanta era allora l’ignoranza dell’opera di Nabokov che solo pochi capirono quel che oggi è un’evidenza dinanzi agli occhi di tutti: “Lolita” è non solo un meraviglioso romanzo, ma uno dei grandi testi della passione che attraversano la nostra storia.
“Via col vento” di Margaret Mitchell
Tra i libri che molti “promettono e non mantengono” di leggere, troviamo un altro classico che ha “goduto” anche’esso della trasposizione cinematografica.
Ambientato nel Sud degli Stati Uniti nel periodo della Guerra Civile, Via col vento apparve nel 1936, quando il ricordo del sanguinoso evento era ancora ben vivo nella coscienza di molti americani. Rossella O’Hara, la giovane capricciosa e viziata protagonista del romanzo, affronta le avversità con spirito di conquista; incapace come il suo popolo di “riconoscere la sconfitta anche quando se la trova di fronte”, si appresta ad andare incontro al futuro pensando che “dopo tutto, domani è un altro giorno”.
“Jane Eyre” di Charlotte Brönte
“Jane Eyre” racconta la storia dell’educazione sentimentale di una giovane istitutrice inglese, orfana e di umili origini, che ottiene alla fine, dopo molte peripezie, la felicità in amore unendosi all’ardente, impetuoso Edward Rochester, suo padrone; con questa si intreccia una precedente e tragica storia d’amore e follia che ha avuto per protagonisti Edward e Bertha, la donna strappata alla sua terra caraibica e relegata come pazza in una soffitta nella grande magione di Rochester: Thornfield Hall.
“Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez
Grandezza e decadenza della città di Macondo e della famiglia Buendia, in una successione appassionante di avvenimenti favolosi e grotteschi tra cronistoria e leggenda. Un romanzo che portò un soffio nuovo nella letteratura mondiale, aprendo l’Europa alla narrativa sudamericana. Uno di quei libri che è un vero peccato lasciarsi sfuggire.
“Cime tempestose” di Emily Brönte
Altro classico al femminile tra i libri che tutti dicono di leggere ma che in pochi fanno realmente. Intriso di passioni turbinose come il vento del nord che spazza la brughiera e sibila intorno all’antica casa della famiglia Earnshaw, questa monumentale icona del romanzo europeo restituisce con insuperabile forza drammatica la tragedia di un’umanità sconfitta dalle proprie spietate costrinzioni.
“Il rosso e il nero” di Stendhal
Questo è uno dei romanzi ottocenteschi più amati e letti, storia di un’ambizione e di un amore che portano il giovane protagonista alla rovina, dopo averlo esaltato fino alle stelle.
Troviamo anche libri simbolo di una religione tra quelli che in molti dicono di leggere ma che poi, in verità, non tutti leggono sul serio.
“Il pendolo di Foucault” di Umberto Eco
Insieme a “Il nome della rosa”, uno dei libri simbolo del grande Umberto Eco. Tre redattori editoriali, a Milano, dopo avere frequentato troppo a lungo autori “a proprie spese” che si dilettano di scienze occulte, società segrete e complotti cosmici, decidono di inventare, senza alcun senso di responsabilità, un Piano. Ma qualcuno li prende sul serio.
“La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne
Fiera e bellissima, Hester Prynne viene portata dalla prigione al palco della gogna, dove subisce la pubblica umiliazione di mostrare a tutti la lettera “A” ricamata in rosso scarlatto sul petto. “A” come adulterio: un marchio di infamia che la ragazza è condannata a portare per sempre.
“Belli e dannati” di Scott Fitzgerald
“Belli e dannati” è il ritratto di una coppia inquieta nei ruggenti anni Dieci: lei, Gloria Gilbert, bellissima rubacuori venuta dal Kansas nella Grande Mela, lui, Anthony Patch, giovane rampollo di una ricca famiglia che a venticinque anni si sente già stanco della vita. Sono giovani, belli e innocenti, ma l’alcol e l’avidità finiranno per dannarli.
“Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro
Concludiamo questa classifica dei libri che tutti hanno intenzione di leggere ma che in pochi cominciano con un altro classico a cui, forse, non ha giovato la trasposizione cinematografica per venir letto: da questo romanzo di Ishiguro, acclamato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e vincitore del prestigioso Booker Prize, nel 1993 il regista americano James Ivory ha tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.