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11 settembre, 5 libri che hanno raccontato la tragedia delle Torri Gemelle

Nell'anniversario dell’attentato terroristico al World Trade Center, ecco una selezione di letture che aiutano a riflettere sul significato dell'11 settembre.

11 settembre 2001. Una data che ha segnato, in pochi frangenti, la storia mondiale.

Sono passati ventitré anni, ma il ricordo è ancora vivo e molti ricordano con precisione quello che stavano facendo in quell’istante in cui tutti i telegiornali hanno annunciato che il primo aereo si era schiantato sulle Torri Gemelle.

Il mondo, dopo quel giorno, non è stato più lo stesso. Sono stati tanti i libri, soprattutto in lingua inglese, scritti per ricordare e per cercare di spiegare, cosa sia successo. Eccone cinque che, fra narrativa e saggistica, raccontano l’11 settembre 2001 e i suoi tragici accadimenti.

5 libri che raccontano l’11 settembre

Molto forte, incredibilmente vicino” di Jonathan Safran Foer

Il senso di insicurezza, del venir meno di un mondo, la sensazione che ci troviamo oggi “nel poi”, si riflette ovviamente anche nella letteratura.

Numerosissimi sono i libri di narrativa che fanno i conti con quello che l’11 settembre ha rappresentato per il nostro mondo. Per citarne uno tra i più famosi, c’è il romanzo di Jonathan Safran Foer, da cui è anche stato tratto il film omonimo di Stephen Daldry, con Tom Hanks e Sandra Bullock.

Il libro racconta la commovente storia di Oskar, che ha perso il padre nell’attentato. Bambino a suo modo geniale, che amava risolvere gli enigmi e le cacce al tesoro che il papà organizzava per lui in giro per New York, Oskar si getta in un’ultima straordinaria ricerca che il padre, forse, gli ha lasciato “in eredità”: trovare il proprietario di una chiave a partire da alcuni pochi indizi. Attraverso i suoi occhi, vediamo una straordinaria galleria di personaggi e leggiamo in ognuno di questi le conseguenze che le ferite inaudite inferte dalla vita e dall’assurda violenza umana provocano in ciascuno.

L’uomo che cade” di Don DeLillo

Caposaldo della narrativa post 11 settembre è “L’uomo che cade”, di Don DeLillo.

L’autore racconta l’11 settembre da due differenti prospettive temporali – e da due opposti punti di vista.  La prima converge verso l’11 settembre ed è la storia di Hammad e dei suoi diciotto compagni, la preparazione dell’attentato dalla Germania alla Florida, dai simulatori di volo alle cabine degli aerei.

La seconda si allontana dal momento della tragedia ed è la storia di Keith, riuscita a mettersi in salvo poco prima del crollo della Torre nord, e della sua famiglia. Dentro gli aerei e dentro le torri, nel fuoco della collisione tra le due storie, confluiscono la vita dei terroristi, che trascinano con sé nella morte migliaia di persone, e la vita difficile che aspetta i sopravvissuti.

Tra questi, Keith cercherà di perdersi al tavolo da poker, Justin scruterà il cielo con un binocolo aspettando il ritorno degli aerei e Lianne seguirà le tracce di un artista appeso a testa in giù da ponti e balconi, nella posizione di un uomo che cade, immobile, per sempre.

Un’immagine emblematica che richiama quella delle tante vittime gettatesi dalle due Torri in fiamme, forse quella più indelebilmente scolpita nella memoria collettiva dell’11 settembre.

Uomo nel buio” di Paul Auster

Numerosissimi sono comunque i libri che hanno cercato di confrontarsi con l’evento, e ovunque l’idea che permane è quella del crollo, dell’implosione, del caos.

Come nel libro di Paul Auster, “Uomo nel buio”, dove il protagonista, il settantaduenne August Brill, nelle notti di insonnia, immagina un’America dilaniata dalla guerra civile scoppiata nel 2000 durante la prima contestatissima elezione di Bush; un’America parallela nella quale non è avvenuto l’attentato dell’11 settembre.

Mentre il destino del protagonista della storia fantapolitica diventa sempre più incerto, la nipote, anch’essa insonne, raggiunge il nonno e August capisce che non può più sfuggire ai racconti veri, alle vicende della sua vita.

L’11 settembre di Eddy il ribelle” di Eraldo Affinati

“L’11 settembre di Eddy il ribelle” è il libro perfetto per raccontare l’11 settembre ai più giovani.

Il libro è la storia di Eddy, un ragazzo ribelle che vive su Fulgor, un pianeta dove tutti vorrebbero dimenticare la guerra e la morte. Un giorno viene espulso da scuola e scappa oltre il promontorio di Ox, nell’emisfero sconosciuto, insieme con Matuzalem, l’amico più caro, l’unico disposto a seguirlo.

Per i due compagni comincia una grande avventura che, l’11 settembre 2001, li porterà sul cielo di New York. Da lassù saranno testimoni della tragedia delle Twin Towers.

Quando Matuzalem scompare, Eddy scende su quel pianeta bizzarro e incontra Nadine… Con la fantasia del grande narratore e il realismo di chi è in contatto ogni giorno con tante culture diverse, Eraldo Affinati ha messo a frutto in questo straordinario romanzo la sua esperienza con i ragazzi, per raccontare a chi era ancora bambino nel 2001 il più grave attacco terroristico di tutti i tempi e il suo significato nella storia dei popoli del mondo.

Perché gli attentati dell’11 settembre hanno rappresentato un evento con cui nemmeno i più piccoli possono evitare di confrontarsi.

 “Idee fisse” di Joan Didion

Infine, un libro scritto venti anni dopo la tragedia dell’11 settembre per capire come l’America e il mondo siano cambiati dopo l’attentato alle Torri Gemelle.

L’11 settembre 2001 Joan Didion vide, come tutti in tutto il mondo, un video che non avrebbe mai creduto di vedere. Passò la giornata in stato di shock, poi decise di andare a casa di amici.

L’invito era per una festa, ma si trasformò in una scusa per non stare da sola, per assorbire insieme agli altri la tragedia delle due torri del World Trade Center di New York – agili e verticali come i due 1 dell’11, simmetriche come le colonne che si specchiano nelle pagine di un libro – distrutte dagli aerei in picchiata.

In “Idee fisse” Joan Didion racconta la sua reazione personale al trauma collettivo e analizza la risposta dell’America, la narrazione monolitica che ne è scaturita – le «idee fisse» della guerra al terrorismo – e che a ben guardare propugnava una precisa agenda politica: nazionalismo, imperialismo, interesse economico.

Attraverso gli occhi di Joan Didion vediamo i minuti in cui il futuro si è materializzato davanti a noi. Attraverso la sua voce viviamo l’evento storico che più ha segnato il nostro tempo. Attraverso la sua penna sgretoliamo le certezze che ci hanno spacciato da vent’anni a questa parte. Joan Didion ancora una volta frantuma monoliti, ovvero compie il gesto che ogni scrittore dovrebbe, che tutti noi dovremmo compiere ogni giorno della nostra vita.

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