Smartphone vietati a scuola: cosa ne pensano studenti, prof e genitori

17 Settembre 2025

L’introduzione di una regolamentazione, con conseguentemente limitazione sull’uso dei telefonini a scuola, raccoglie un tendenziale riscontro positivo, ma con differenze significative su modalità, sanzioni e utilità a seconda della platea a cui ci si rivolge.

Smartphone vietati a scuola cosa ne pensano studenti, prof e genitori

Quando una serie di studi scientifici mostra chiaramente che “qualcosa” crea una dipendenza, e si interviene proibendo, è difficile che i diretti interessati possano essere istantaneamente felici.

Non poteva avvenire diversamente anche per quanto riguarda gli smartphone: basta aprire TikTok per imbattersi in una serie di video ironici in cui gli studenti recuperano dai cassetti vecchi cellulari da consegnare al posto di quello ‘ufficiale’, console portatili per videogames ormai pensionate, cruciverba e così via…

Tuttavia, allo stesso tempo, gli studenti sembrano comprendere la direzione intrapresa, pur con punti di vista diversi: solo 1 su 5, infatti, si dichiara contrario a qualsiasi tipo di limitazione all’uso dei telefonini a scuola. E, per una volta, sulla loro lunghezza d’onda – seppur con alcune differenze sui dettagli – si posizionano anche docenti e genitori.

È quanto segnala un sondaggio realizzato da Skuola.net su un campione di 1.000 tra alunni, insegnanti e famiglie, con l’obiettivo di comprendere come sia stato accolto il divieto dagli “addetti ai lavori”.

Smartphone vietati a scuola: i favorevoli

Tra i favorevoli a una regolamentazione, come anticipato, le sfumature sono tuttavia marcate: le posizioni più rigide, che in media raccolgono circa un quinto degli intervistati, propongono il divieto tout court in tutti i gradi scolastici. A spingere in questa direzione sono soprattutto i genitori (56%) e, in misura significativa, anche gli insegnanti (41%).

Non manca, comunque, una fetta di studenti in linea con questa visione: ben il 22% dei ragazzi delle scuole medie appoggia il divieto assoluto, a conferma di una sensibilità crescente anche tra i giovanissimi verso i rischi legati all’uso eccessivo dei dispositivi.

Il quadro, però, cambia nettamente se si guarda solo agli studenti più grandi, osservati speciali nell’anno scolastico 2025/26. Qui l’entusiasmo per il divieto è minimo: solo il 9% degli adolescenti delle scuole superiori si dichiara favorevole al bando totale, rivendicando un maggior grado di autonomia nell’uso dello smartphone.

La posizione che raccoglie il maggior consenso trasversale è sicuramente quella che prevede l’utilizzo degli smartphone esclusivamente per attività didattiche guidate dall’insegnante. A preferirla è il 27% del campione complessivo: una soluzione che convince soprattutto i docenti (35%) e che trova riscontro anche tra gli studenti, con oltre un quarto dei ragazzi di medie e superiori favorevoli. Più tiepido l’appoggio dei genitori, tra i quali solo il 21% promuove questa modalità d’uso regolamentata.

Molto marginale, quasi simbolica, è invece la quota di chi avrebbe mantenuto il divieto limitato alle sole scuole elementari: appena il 4% del totale, con un picco dell’11% tra gli studenti delle medie.

Più consistente, invece, il gruppo di quanti considerano opportuna l’estensione del divieto ma solo fino alle medie: qui il dato medio si attesta al 25%. Un risultato che, osservato nel dettaglio, evidenzia però una spaccatura generazionale piuttosto netta: il 34% degli studenti delle superiori – e il 24% di quelli delle medie – sostiene questa ipotesi, mentre tra gli adulti lo fa meno di 1 su 10. Per la precisione, il 4% tra gli insegnanti e il 7% tra i genitori.

I contrari alle restrizioni

Infine, resta una minoranza significativa di contrari a qualsiasi forma di limitazione: il 23% del campione. All’interno di questa fascia, la componente più ampia è costituita dagli studenti delle superiori (28%), seguiti dagli studenti delle medie (16%). Un dato che mostra come, man mano che cresce l’età, aumenti anche la percezione del diritto a un uso libero e non vincolato dei dispositivi.

Invece, dall’altra parte della barricata, le percentuali dei contrari al divieto si sgonfiano (ma non di troppo): tra i docenti si scende al 18%, tra i genitori il dato crolla al 12%.

Quindi, in buona sostanza, la soluzione che va per la maggiore tra gli studenti delle medie sarebbe quella di usare lo smartphone, ma solo per scopi didattici. Alle superiori l’opzione regina è per il divieto totale solo fino alle medie. Tra genitori e docenti prevale nettamente il bando completo senza se e ma.

Dove lasciare gli smartphone?

La vera partita, ora, si gioca sull’organizzazione. Che gira attorno a una domanda, su tutte: dove dovrebbero essere collocati gli smartphone durante le lezioni? Quasi la maggioranza assoluta degli intervistati (45%) preferirebbe che i dispositivi rimanessero a portata di mano degli alunni, ovvero negli zaini, sebbene spenti. È una soluzione che piace soprattutto ai ragazzi delle superiori (57%), mentre convince meno i docenti (23%) e i genitori (24%).

Un altro 26% vorrebbe riporli in contenitori comuni in classe: qui si distinguono i professori, con il 36% che spinge per questa formula, seguiti dai genitori al 26%, in perfetta linea con la media generale. Il 13%, invece, preferirebbe sistemi più drastici, cioè far depositare i dispositivi fuori dalla classe, in armadietti appositi: è la scelta più gettonata da genitori (24%) e docenti (26%). Trovate più particolari, come i contenitori personali sigillati, raccolgono meno consensi: 10% in media, con un massimo del 14% tra i genitori.

Pochissimi, invece, opterebbero per la consegna diretta del telefono al personale scolastico (6%, che sale al 9% tra i docenti e al 12% tra i genitori). Opzione, questa, che di contro risulta ulteriormente meno popolare tra gli studenti delle scuole medie (2%) e delle superiori (4%).

Sulle punizioni, invece, c’è più concordanza di opinioni. Ben 7 persone su 10 chiedono di adottare sanzioni solo in caso di infrazioni ripetute: un equilibrio che mette d’accordo studenti delle medie (74%), delle superiori (74%), genitori (63%) e docenti (68%).

Smartphone vietati: ne gioverà il rendimento scolastico?

Infine, un aspetto che non può essere trascurato è la percezione dell’utilità di questo divieto, sia per la qualità dell’apprendimento che per il benessere scolastico. Qui c’è una spaccatura generazionale piuttosto evidente.

Tra i giovani, per esempio, gli studenti delle scuole medie sono quelli che risultano più ottimisti: il 25% ritiene il divieto molto utile e un altro 36% lo considera invece abbastanza utile. Più contenuto, tra loro, il fronte critico: il 29% lo giudica poco utile e solo il 10% lo reputa del tutto inutile.

Tra gli studenti più grandi, invece, prevale lo scetticismo. Solo il 9% parla di massima utilità, e il 21% di utilità parziale. Al contrario, ben il 40% pensa sia poco utile e un altro 30% lo boccia come per niente utile.

Compatto, invece, il fronte degli adulti, dove la percezione del divieto è decisamente più positiva. Quasi la metà dei genitori lo considera molto utile (46%), seguita da un 25% che lo considera abbastanza utile. Solo il 18% lo ritiene poco utile e appena l’11% lo trova inutile. Dello stesso avviso gli insegnanti. Per il 44% il divieto è molto utile e per un altro 30% abbastanza utile. Solo il 14% lo valuta poco utile, mentre il 12% non ci vede alcun beneficio.

L’esperienza dei primi giorni di scuola

Ma cosa succede “sul campo” in questi primi giorni di scuola? Lo raccontano gli stessi studenti coinvolti dal sondaggio. Le modalità di gestione del divieto variano parecchio. Nella maggior parte degli istituti, i telefoni devono essere spenti ma possono essere tenuti, con l’auspicio che ci sia collaborazione da parte degli alunni: “Bisogna tenere il proprio telefono nello zaino, spento. Vogliono che prevalga il buon senso”, dice uno studente. Mentre un altro aggiunge: “Chi lo utilizza rischia subito una nota disciplinare”.

Tutto apposto, quindi? Non proprio, perché non mancano voci che fanno emergere delle immediate criticità. Alcuni sostengono che il divieto non risolva il problema della distrazione: “Questo ovviamente non ferma gli studenti dall’utilizzarli, ma non sono gli smartphone che distraggono. Se un alunno non vuole ascoltare, non lo farà, con o senza telefono”.

Altri sottolineano la difficoltà legata alla responsabilità dei dispositivi: la mancanza di garanzie contro furti o rotture scoraggia ancora di più e rende la riforma complicata da applicare.

C’è, infine, che guarda lontano e si concentra sugli aspetti educativi: “Dovrebbero insegnare a usarli anziché toglierli, perché se il problema è la distrazione gli alunni comunque non seguirebbero la lezione. Non va tolto in questa maniera ai 14enni, figuriamoci ai 18-19enni”.

Smartphone vietati a scuola: tutti i Paesi che hanno adottato tale misura (e perché)

© Riproduzione Riservata