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Umberto Galimberti agli insegnanti, “Meno pc e più dialogo a scuola”

Il celebre filosofo sostiene che “la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero” ed è importantissimo farlo anche attraverso un grandissimo e importante strumento: il dialogo

Ripristinare nei ragazzi le capacità di analisi e riflessione per fare in modo che non si perdano. Deve essere questo il ruolo della scuola secondo Umberto Galimberti. Il celebre filosofo sostiene che “la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero” ed è importantissimo farlo anche attraverso un grandissimo e importante strumento: il dialogo, la comunicazione, il parlare in classe. Tutto ciò è possibile solo distaccandosi da pc e software l fine di ritrovare l’autenticità della comunicazione. Leggiamo il suo intervento tratto dal sito altuofianco.org.

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Istruzione e tecnologia

Negli ultimi anni, nella didattica si è promosso l’uso degli strumenti informatici e multimediali. Un utilizzo che con la didattica a distanza si è ulteriormente diffuso e che ha trovato “terreno fertile” anche grazie al fatto che i ragazzi nati negli ultimi venti anni, definiti nativi digitali, sono immersi nella tecnologia già dalla nascita. Ciò a tal punto che gli studenti conoscono i dispositivi tecnologici e i loro utilizzi in modo maggiore rispetto a chi dovrebbe insegnare loro il loro uso.

Non è però tutto oro ciò che luccica: con il diffondersi della tecnologia la velocità con cui si accede alle informazioni, la sempre più scarsa voglia di leggere, la necessità sempre minore di consultare dizionari o manuali, stanno portando a un impoverimento del lessico. Il filosofo Umberto Galimberti ci richiama a una riflessione: si stima che uno studente del liceo di quarantacinque anni fa conoscesse più di milleseicento parole e invece uno studente di oggi arrivi a malapena a cinquecento. Il pensiero non si può sviluppare senza la conoscenza delle parole. Siccome, sempre secondo il filosofo “non si può pensare al di là delle parole che conosciamo”, c’è il rischio preponderante che anche la capacità di pensiero e riflessione stiano finendo per ridursi.

Il rischio per il lessico secondo Umberto Galimberti

La velocità con cui internet fornisce informazioni, spesso approssimative e frammentate, rischia di portare a una diminuzione delle occasioni in cui si sviluppa il pensiero critico. Ciò è dovuto al fatto che la velocità e l’immediatezza con cui si consultano siti e pagine web non danno l’opportunità di fermarsi a riflettere e analizzare le informazioni acquisite. Leggere e analizzare i dati, comunicare e riflettere, in particolar modo riflettere tutti insieme guidati dall’insegnante, possono essere davvero attività che frenano la caduta delle competenze linguistiche che si è osservata negli ultimi anni ed è stata causata anche dall’uso sempre più massivo della tecnologia, in cui tutto è breve e sbrigativo.

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L’analfabetismo emotivo

Un altro dei rischi secondo Umberto Galimberti riguarda l’intelligenza emotiva. I ragazzi vanno educati ai sentimenti, alla conoscenza e alla discriminazione tra bene e male per evitare il rischio dell’analfabetismo emotivo, grave tanto quanto le lacune culturali. Anche per questo obiettivo è necessario affidarsi allo strumento che regola e accompagna tutti i rapporti umani, sempre: la comunicazione. La comunicazione e il parlare di emozioni e sentimenti sono ciò che frena l’analfabetismo emotivo e sviluppa l’empatia, e ciò è importantissimo specialmente tra i giovanissimi, sempre più catapultati in un mondo in cui ci sono sempre meno certezze, guide e figure autorevoli a cui affidarsi.

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