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Come spiegare agli alunni la guerra in Ucraina, i consigli di un insegnante

Alessandra Pavan, docente di Scuola Superiore, racconta in che modo si sta affrontando il delicato tema della guerra in Ucraina a scuola

Ogni insegnante dovrebbe spiegare ai propri alunni cosa sta accadendo in Ucraina. Non c’è più lo schermo a filtrare le parole e gli sguardi. Ad esorcizzare la paura. Oggi, in presenza, si spiega la guerra in Ucraina a una generazione spogliata da due anni di pandemia di vigore e di energia. Non c’è mai confusione o disordine lungo i corridoi e nelle aule, piuttosto un vociare sommesso e continuo tanto che le terribili notizie dal fronte ucraino paiono quasi arrivare di soppiatto.

Come raccontare agli alunni la guerra in Ucraina

Nella mia scuola si studia il russo e la presenza di alunni provenienti dall’Est Europa, trovandoci al confine orientale, è massiccia. Eppure la notizia della guerra non è deflagrata come mi sarei aspettata, ma pare attutita, come se questa generazione di adolescenti a disagio nel mondo post emergenza pandemia non se la sentisse di affrontare un’altra prova. Una generazione rassegnata, anche se vigile e attenta.

Oggi si spiega la guerra, dunque, le cause remote e le cause prossime, cosi come si sono affrontati, negli anni di studio, i grandi conflitti della storia, solo che questa volta la guerra è adesso ed è anche vicina. Ho davanti una classe di terza liceo, che già per conto proprio si è informata e snocciola dati e costi del conflitto, ne conosce molto bene il risvolto economico e le probabili conseguenze sul piano energetico, ma rimuove le perdite umane, i bambini uccisi, i palazzi sventrati. I miei studenti sembrano affrontare quello che sta succedendo in Ucraina, come se fosse uno dei tanti argomenti da studiare e lo fanno con attenzione e con interesse. Con scrupolo.

Come spiegare la guerra in Ucraina ai bambini

Come spiegare la guerra in Ucraina ai bambini

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Entrare in empatia con i propri studenti

E’ difficile insegnare l’empatia, senza drammatizzare, ma vorrei, un po’ alla volta, che le loro resistenze si fiaccassero e che si avvicinassero al tema della guerra in Ucraina, anche con legittimo timore perché, davvero, quello che sta accadendo è un fatto enorme. Come fare? Mi affido più che alle immagini, di cui questa generazione è satura, al racconto e alle parole di chi la guerra l’ha vissuta in prima persona – gli anziani, gli scrittori del recente passato, i loro nonni – che , forte e chiaro, possono testimoniare l’orrore di ogni conflitto. E’ il patrimonio orale che si tramanda di generazione in generazione, a fare breccia, a far percepire , nel mondo pervaso di dati e di riferimenti confusi in cui sono immersi questi ragazzi, le lacrime e il sangue della guerra. Questa guerra. Ancora una volta è dunque il racconto soprattutto di chi ci è vicino a fare la differenza.

Fornire strumenti critici

Una collega ha proposto un’iniziativa di sensibilizzazione affinché gli studenti si possano organizzare per manifestazioni di solidarietà, per scendere in piazza e dire no alla guerra in Ucraina, ma io credo che lo debbano fare da soli e che il nostro compito, come insegnanti, sia quello di fornire loro gli strumenti critici ed anche emotivi per capire il corso degli avvenimenti, lasciando loro lo spazio, in autonomia, per fare qualcosa e diventare così, anche se con un passaggio necessariamente doloroso, giovani adulti.

Alessandra Pavan

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