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Scuola, sindacati: “Percentuali di Bianchi danno idea riduttiva del disagio nelle scuole”

Il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio commenta i numeri snocciolati dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante l’audizione in VII Commissione alla Camera.

“Finalmente Bianchi, dopo mesi di richieste da parte nostra lasciate inevase, ha fornito alcuni dati che, però, si limitano alle percentuali e danno un’idea riduttiva del reale disagio che a scuola si sta vivendo”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, il  sindacato italiano nato il 6 marzo 1988 come “prima associazione professionale di soli docenti”, commenta i numeri snocciolati dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, durante l’audizione in VII Commissione alla Camera.

I dati sulla scuola del ministro Bianchi

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è intervenuto oggi durante l’audizione in commissione Cultura alla Camera. “Ad oggi, alle 12 – ha affermato – il 93,4% delle classi è in presenza. Di questi il 13,1% con attività integrata per singoli studenti a distanza. Le classi totalmente a distanza sono il 6,6%”. “Lungi da me fare polemiche, però in questi giorni ho sentito proporre stime che non avevano basi numeriche”. Il riferimento è alle stime fornite dall’Associazione Nazionale Presidi, secondo la quale al momento ci sarebbero il 50% delle classi in Dad.

“Su un totale di 7.362.181 studenti, gli alunni in presenza sono l’88,4%. Per l’infanzia gli alunni positivi o in quarantena sono il 9%. Per la primaria il 10,9% e per la secondaria il numero di studenti in Dad o in didattica integrata sono il 12,5%”. “Il personale sospeso per non essere in regola con il vaccino è dello 0,9%. Ciò dimostra l’alto grado di responsabilità dei nostri docenti”.

“Il grosso dei contagi è avvenuto durante il periodo di chiusura delle scuole”. “Noi abbiamo avuto l’impennata dei dati dal 18 – sottolinea -. Avevamo fatto una simulazione con una previsione di un raddoppio dei contagiati, ma il dato reale è molto più basso. Il dato che noi abbiamo è che il contagio è avvenuto sostanzialmente nel tempo in cui i ragazzi non erano a scuola, ma quando hanno avuto altri contatti, contatti familiari, fuori da quella che è la situazione di controllo che possiamo vivere all’interno delle scuole”.

Il commento del sindacato Gilda degli Insegnanti

Secondo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, le percentuali regionali non sarebbero confrontabili, considerata l’enorme differenza di popolazione studentesca fra i vari territori. “Per esempio, il dato del 4,9% di classi in DAD e quarantena relativo alla Campania è del tutto fuorviante, dal momento che un centinaio di sindaci ha emanato ordinanze di chiusura delle scuole dopo la pausa natalizia. Stesso discorso vale per la Sicilia (4,4%) e la Calabria (2,9%). Non si spiegherebbe altrimenti la differenza tra queste regioni e, per esempio, la Lombardia”.

Maggiore condivisione sui dati

Dal sindacato rivendicano la mancanza di condivisione di questi dati da viale Trastevere, i quali andrebbero comunicati sistematicamente ogni settimana dopo averli ricevuti dalle scuole che li comunicano ogni martedì. “Vogliamo comunque ricordare al ministro – sottolinea Di Meglio – che i sindacati, per legge e per contratto, hanno titolo ad accedere alle informazioni che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro”. E, sempre in tema di sicurezza, il coordinatore nazionale della Gilda conclude con un riferimento alle “mascherine mutande del tutto inutili di cui le scuole sono state inondante e che occupano le già scarse aule scolastiche, mentre soltanto in queste ore iniziano ad arrivare in alcuni istituti le Ffp2”.

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