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Rientro a scuola, Azzolina: “La Dad non funziona, preoccupata per gli studenti”

La ministra è fortemente preoccupata per la questione scuola e lo stato d'animo degli studenti italiani. "Capisco i ragazzi: il diritto all'istruzione è essenziale, sarei anch'io arrabbiata."

“Sono molto preoccupata, oggi la didattica a distanza non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati.” A dichiararlo il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina a Radio Rai 1, fortemente preoccupata per la questione scuola e lo stato d’animo degli studenti italiani. “Capisco i ragazzi: il diritto all’istruzione è essenziale, sarei anch’io arrabbiata.”

Il ritorno a scuola

Intanto, oggi i ragazzi delle superiori in Toscana (poco più di 166 mila), Abruzzo (56.500) e Valle d’Aosta sono tornati in classe al 50% in presenza. Tutte le altre Regioni hanno scelto di rinviare il ritorno sui banchi degli studenti delle superiori in date che vanno dal 18 gennaio al 1 febbraio. Sono previsti per oggi proteste e flash mob. Ragazzi, studenti e docenti, dal Nord al Sud, chiedono di poter tornare a scuola.

"Il problema non è riaprire, ma dare un senso alla scuola". Lettera di un docente

“Il problema non è riaprire, ma dare un senso alla scuola”. Lettera di un docente

Andrea Bevacqua, docente calabrese e coautore del libro “Registro (s)connesso”, sul sito Orizzontescuola.it condivide le sue riflessioni in merito alla situazione scuola in Italia oggi

Sfogare la socialità

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sembra capire la frustrazione degli studenti, immedesimandosi nei loro panni. “Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica”.

Il rapporto con le Regioni

Secondo la ministra Azzolina il rischio zero non esiste in alcun ambito, e all’interno delle scuole il rischio è molto basso, come testimoniano gli studi italiani ed europei. “La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive.”

La ministra Azzolina non vuole polemizzare con le Regioni, ma avrebbe auspicato un impegno maggiore legato al ritorno in classe degli studenti. “Ci sono regioni che hanno lavorato bene come la Toscana, noi al ministero abbiamo monitorato tutto, abbiamo fatto informative. Il lavoro fatto dai dirigenti scolastici è stato encomiabile. E’ difficile per gli studenti comprendere perché oggi non si riapre: hanno ragione, capisco le loro frustrazioni, la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui.”

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