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“Niente minigonne, ai prof cade l’occhio”, la rivolta delle studentesse a Roma

Non ci sono banchi, così la vicepreside avrebbe invitato le alunne a non indossare abiti succinti. Le studentesse: “Ci sono problemi più gravi, scuola deve scardinare stereotipi di genere”

Niente minigonne in classe, perché poi ai professori “cade l’occhio”. Così avrebbe detto qualche giorno fa la vicepreside del Liceo classico e scientifico Socrate di Roma. “Non è colpa nostra se ai professori cade l’occhio” la risposta delle studentesse.

La protesta delle studentesse

“Ci siamo presentate in gonna perché quel messaggio della scuola sull’abbigliamento non poteva passare”. Così le studentesse dell’istituto alla Garbatella hanno reagito all’invito di non presentarsi in classe con la gonna. La reazione non si è fatta attendere e con il passaparola sui social le studentesse si sono presentate oggi indossando gonne e pantaloncini. “La scuola stiamo ancora senza banchi e alcuni di noi seguono le lezioni seduti a terra con i cuscini. Ci sono problemi seri da affrontare e risolvere – spiegano le ragazze del collettivo Ribalta femminista, nato per parlare anche dei problemi minimi da affrontare nella società – La scuola è e deve essere una forza motrice nello scardinare la cultura che rende le ragazze e le donne oggetti e colpevoli”.

Il caso analogo in Francia

La protesta delle studentesse ricorda le rivolte femministe degli anni ’70. Restando in epoca più recente, il caso del Liceo Socrate di Roma ricorda la  protesta delle studentesse francesi, a scuola in top e minigonna per replicare alle parole censorie sull’abbigliamento del ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer.

photocredits: Facebook

 

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