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È davvero utile fare i compiti a casa?

Più compiti a casa non significa necessariamente una migliore istruzione. Secondo l'inchiesta dell'Ocse maggiore è l'assegno minore è il rendimento

MILANO – Più compiti a casa non significa necessariamente una migliore istruzione. Secondo un approfondimento fatto dall’Ocse, infatti, i paesi con il maggior rendimento sono proprio quelli il cui sistema scolastico prevede molto lavoro in classe ma poche ore di studio a casa. Un’infografica realizzata da Ozicare Insurance riassume, schematicamente, la situazione.

COMPITI SI, COMPITI NO – Questi ultimi mesi hanno visto farsi sempre più acceso il dibattito sulla questione “compiti a casa”. C’è chi, da un lato, creda che i compiti a casa siano inutili e chi, invece, considera l’homeworking necessario all’educazione.  La domanda è: i compiti servono o no? Secondo gli analisti dell’Ocse i compiti a casa sono utili ma solo se somministrati  nella giusta dose: se l’impiego giornaliero supera i 60 minuti il beneficio tende, il più delle volte, a diminuire. Bisogna, ovviamente, tener conto delle profonde diversità dei sistemi scolastici (il tempo passato a scuola, le modalità d’insegnamento, i programmi offerti, gli insegnanti) ma, in un’ottica generale, gli esperti affermano che sono 4 le ore a settimana che dovrebbero essere spese per svolgere i compiti a casa.

LA CLASSIFICA – Al primo posto della classifica stilata dall’Ocse c’è la Finlandia. I finlandesi studiano a casa solo 2,8 di ore alla settimana, stanno in classe 4 ore al giorno, 5 giorni alla settimana. Il loro sistema scolastico, insieme al livello molto elevato degli insegnanti, mette la Finlandia al primo posto nelle classifiche internazionali. Ad occupare il secondo posto è, invece, la Corea del Sud. Caratterizzata da un sistema scolastico rigido e competitivo, in Corea la maggior parte del lavoro si svolge in classe mentre ai compiti a casa sono dedicate solo 2,9 ore a settimana.

IN ITALIA – Ad occupare uno dei posti più bassi della classifica è proprio il nostro Bel Paese. Il sistema educativo italiano è quello che, assieme alla Russia, grava maggiormente i propri studenti di ore di studio a casa (8,7 ore a settimana). Nonostante tutte queste ore passate sui libri, l’Italia occupa una delle posizioni più basse (la 24esima) nella classifica stilata, nel 2014, dalla Pearson.

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