La scuola italiana sta per riaprire e ripartire con le solite emozioni per studenti e genitori, professori e personale scolastico non docente. Perché alla fine è il via ad un nuovo anno, una nuova tappa nel percorso formativo culturale e personale di centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze. Ed a loro vanno, come ovvio, le maggiori attenzioni di tutti noi.
Non bisogna però mai dimenticare che gli studenti saranno si i protagonisti principali di questa commedia ma non sono gli unici attori sul palco. Ci sono infatti i professori, spesso bistrattati, spesso dimenticati ed altrettanto spesso criticati (forse in maniera eccessiva ed arbitraria, ormai).
Una figura che però ha una centralità che non va dimenticata nel percorso formativo e di crescita dei ragazzi.
Così ci permettiamo di guardare a loro e, dopo aver scritto e letto i consigli per gli studenti, abbiamo preparato alcune considerazioni buone proprio per chi non guarda la cattedra, ma ci sta sopra. consigli non nostri ma di Marcello Bramati, professore e scrittore, da sempre impegnato con i suoi testi e le sue idee a ridare considerazione e centralità alla Scuola, sia visto dalla parte degli studenti che da quella degli insegnanti.
5 consigli per docenti al rientro a scuola
1) Prendersi del tempo per preparare il primo giorno delle lezioni: l’inizio della scuola è anche un rito che merita spazio, non è un giorno come tutti gli altri. Gli studenti delle classi nuove saranno emozionati (e quindi vanno riservate attenzioni speciali…); per tutti gli altri invece vale la pena pensare a una lezione di prospettiva, di speranze e attese, di patto d’aula affinché l’anno scolastico che va a cominciare sia una relazione costruttiva, tra impegni, regole condivise, patti chiari.
Mostrare anche prospetticamente la bellezza del percorso che verrà compiuto. Aspettativa positiva…
2) Non tutto l’anno però è “primo giorno”. Bisogna quindi dedicarsi a tutti gli altri giorni, con la medesima professionalità e serenità. Su questo potrebbero essere fonte di ispirazione le parole di una canzone di Niccolò Fabi in “Costruire”:
“Nel mezzo c’è tutto il resto
E tutto il resto è giorno dopo giorno
E giorno dopo giorno è
Silenziosamente costruire
E costruire è sapere
È potere rinunciare alla perfezione”
Sono parole che possono essere condivise nella prima lezione dal docente allo studente e poi applicate da tutti nel corso dell’anno.
3) Non dimenticarsi dei problemi strutturali della scuola italiana, senza però affogarci dentro…ad esempio: vincere la burocratizzazione della scuola.
Il mestiere del docente da tempo è sempre più rivolto alla compilazione di documenti di vario tipo per timore di ricorsi, provvedimenti, noie e seccature varie. Ciononostante, ricordiamoci che questo mestiere può essere (o forse, “È”…) soddisfacente, bello, unico nel bene, malgrado l’innegabile pochezza dello stipendio mensile e la sempre più scarsa rilevanza sociale
4) Essere esemplari, nel piccolo, nel quotidiano. Questo significa prepararsi e esigere preparazione, essere puntuali e richiedere puntualità, mettere a frutto un’ora di lezione ben preparata e volere altrettanto dai propri studenti. Sembra poco, ma è (quasi) tutto qui. E troppo spesso ce ne dimentichiamo.
5) Cominciare con una bella dose di entusiasmo. Significa ad esempio presentarsi alla prima ora di lezione senza preconcetti. Far si che sia un nuovo anno dal momento in cui si entra in classe, provare ad essere più forti di pressioni, frizioni, vecchie problematiche che si rinnovano e forse nuove insidie. In aula si ricominci mettendo al centro la relazione tra docente e disciplina insegnata, riscoprendola se necessario, ma anche quella tra docente e studenti, e poi con il sapere, con l’altro…
Insomma, guardarsi dentro per riuscire ad insegnare, anzi, ad educare come se fosse ancora la prima volta, anzi anche meglio di allora…