Scrivere a mano non è mai stato così bello. Davanti al bisogno di mantenere forti i nostri legami anche con la distanza, Marco Onnembo ha organizzato insieme a noi di Libreriamo una simpatica iniziativa riguardante il suo libro “La prigione di carta”. Un modo per rivalutare la nostra capacità di scrivere a mano i nostri pensieri e le nostre opinioni.
Il libro di Marco Onnembo parla proprio dell’importanza della scrittura manuale. Ora i protagonisti, possiamo essere noi.
L’iniziativa
Dal 9 al 30 novembre è possibile raccontare “La prigione di carta” di Marco Onnembo con una recensione scritta. Per partecipare basta scrivere a mano la propria recensione e inviarla scansionata a [email protected], inserendo nel corpo email nome. cognome e un numero di telefono. La giuria composta da Sperling & Kupfer, Marco Onnembo e Stella Grillo di Libreriamo eleggeranno i tre migliori contributi ricevuti entro l’11 dicembre. I tre fortunati vincitori riceveranno, in ordine dal primo al terzo classificato, una gift card digitale dal valore di 50€, 30€, 20€, utilizzabile nelle librerie Mondadori Store e su Mondadoristore.it.
Ecco perché è importante non perdere l’abitudine di scrivere a mano
Alessandra Barocco spiega perché è importante scrivere a mano. Alla scrittura a mano è dedicato il convegno “La scrittura a mano ha un futuro?”
La trama di “Una prigione di carta”
Malcolm King è professore di scrittura creativa al college di Brownsville, dove vive con la moglie Lynette e il figlio Buddy. Idealista dalla solida cultura umanistica, insegna alla prima generazione di studenti che non sa scrivere a mano. La digitalizzazione ha vinto: il governo ha imposto che ogni tipo di contenuto esistesse solo in formato elettronico, mettendo al bando i libri cartacei dal sistema scolastico e abolendo l’uso della scrittura con inchiostro. King temeva che la conoscenza potesse essere manipolata. Che i giovani potessero essere manipolati. Che gli uomini, e la loro coscienza, potessero essere manipolati.