La notizia è già circolata parecchio, arrivando anche alle testate italiane. Ciò che riporta il Telegraph, però, non è del tutto corretto. La notizia che ha fatto scalpore ha visto protagonisti l’ateneo di Oxford e i grandi compositori Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven. Il quotidiano afferma infatti che alcuni professori dell’ateneo, nel preparare i programmi per il prossimo anno accademico siano intenzionati a ridurre lo spazio dedicato allo studio dei due compositori perché considerati “bianchi e suprematisti”.
La notizia riportata dal Telegraph
Il quotidiano britannico lancia una notizia, poi ripresa da altri tabloid, riguardante l’insegnamento della musica alla prestigiosa università di Oxford. Riportando, a detta del quotidiano, quanto scritto in alcuni documenti interni dell’ateneo, alcuni professori avrebbero pensato di ridimensionare lo studio della musica classica europea perché considerata troppo suprematista ed eurocentrica. Da qui l’università britannica avrebbe scelto di non insegnare più agli studenti a leggere dagli spartiti perché metodo musicale considerato complico del suprematismo bianco. Fortunatamente l’ateneo è intervenuto per fare chiarezza. Stephen Rouse, portavoce dell’università di Oxford, afferma che quanto detto nell’articolo risalente al 27 marzo 2021 non è corretto: «Nessuna proposta o suggerimento del genere su spartiti o notazioni musicali occidentali è stato fatto, nessun tentativo di far smettere ai docenti di insegnare la notazione musicale e agli studenti di leggere gli spartiti».
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La risposta di Oxford
Il portavoce di Oxford sottolinea all’Associated Press che le informazioni riportate senza fornire nomi e cognomi o fonti precise non devono essere attribuite all’istituzione, ma piuttosto all’idea di un singolo soggetto. L’università di Oxford si impegna nell’inclusività e nella parità dei diritti. La proposta dell’ateneo è che i programmi della facoltà musicale si aggiornino aggiungendo nuovi insegnamenti. L’idea è di aprire a nuovi panorami musicali, in modo da rendere il corso il più moderno e inclusivo possibile. Un modo per superare i confini e aprirsi alle culture emergenti.