I migliori strafalcioni della Maturità negli ultimi 10 anni (prima dell’IA)

15 Luglio 2025

Dalla Guerra Fredda in Siberia alla ‘paninoteca’ di Brera: scopri gli strafalcioni più clamorosi all’orale di Maturità degli ultimi 10 anni

I migliori strafalcioni della Maturità negli ultimi 10 anni (prima dell’IA)

Gli strafalcioni dei maturandi prima dell’avvento dell’intelligenza artificiale. Come si chiama la pratica con cui ci si infliggono volontariamente delle ferite? Facile: “autoerotismo”. E sapevate che, secondo alcuni studenti, Gabriele D’Annunzio – oltre a essere ormai un celebre “estetista” – può essere considerato anche un “poeta water”? Perle ai porci…o forse ai Proci, verrebbe da dire visto quello che segue.

Gli orrori, castronerie o strafalcioni proferiti dagli studenti agli esami di Maturità non sono colpa solo del recente avvento dell’Intelligenza Artificiale: per dimostrarlo, il sito Skuola.net ha selezionato i migliori degli ultimi 10 anni, ovvero da quando il portale ha istituito un osservatorio permanente sul fenomeno.

Gli strafalcioni della Maturità 2016-2025

Facendo un salto indietro nel tempo, già nel 2016 i maturandi arrancavano nel pantano dell’esame orale. Il nemico numero uno? L’assonanza. È stata proprio questa a trarre in inganno uno studente, convinto che la povera “Elena avrebbe dovuto scegliere tra i porci”. Un bel minestrone, considerando che in realtà si trattava dei Proci, i 108 nobili pretendenti al trono di Itaca, rivendicato in assenza di Ulisse, e che a doverli tenere a bada non fu Elena (protagonista dell’Iliade), ma Penelope.

Ma quell’anno non furono solo gli studenti a inciampare. Anche un docente cadde in errore, attribuendo la Liberazione italiana al “25 aprile 1944”, con un anno di anticipo rispetto alla data reale.

Chi è Caproni?

L’epica italiana non smise di mietere vittime nemmeno l’anno seguente. Nel 2017, un altro studente attribuì ad Alessandro Manzoni la celeberrima frase di Dante Alighieri: “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”. Peccato solo che Manzoni sia nato circa cinque secoli dopo il Sommo Poeta.

E proprio nel 2017 a mandare nel panico più di uno studente fu la scelta di proporre, per la prima prova, una poesia di Giorgio Caproni: autore tanto raffinato quanto ignoto ai più. Ma la vera perla la regalò un presidente di commissione, peraltro docente di Italiano, che leggendo il nome dell’autore esclamò: “E questo chi ***** è?”. Se non lo sapeva lui, figuriamoci gli altri.

Autolesionismo? no, autoerotismo

È nel 2018, invece, che va in scena uno degli scivoloni più imbarazzanti dell’orale di Maturità: uno studente confonde l’autolesionismo – ovvero la pratica di infliggersi volontariamente delle ferite – con l’autoerotismo, che ha tutt’altra finalità. Ma in quella sessione a rubare davvero la scena non furono gli studenti, bensì i docenti, con svarioni epocali in Storia, disciplina che ogni anno si conferma una miniera inesauribile di sfondoni e orrori cronologici.

Errori storici

Ci fu il commissario esterno di Chimica che corresse con sicurezza un candidato sostenendo che Hitler fosse di origini polacche e non austriache (curioso, allora, che ce l’avesse così tanto con la Polonia). Ci fu, poi, la docente – di Storia, per giunta – che, per ben due volte, affermò che la Seconda guerra mondiale fosse scoppiata nel 1915. E ci fu anche il presidente di commissione che, con tono deciso, dichiarò che la crisi del ’29 e il New Deal furono la stessa cosa, ignorando che l’una fu la premessa storica dell’altro. Errori non proprio veniali, soprattutto per chi siede dietro la cattedra.

Ma il peggio – o il meglio, dipende dai punti di vista – deve ancora arrivare. Un altro docente, alcuni anni fa, sostenne con fermezza che “il 1789 fu l’anno in cui i francesi scoprirono l’America”: un concentrato di inesattezze che basterebbe da solo per annullare l’esame. Un suo collega, invece, affermò che durante la Prima guerra mondiale gli Stati Uniti erano alleati della Germania. A questo punto il dubbio sorge spontaneo: non avrà semplicemente sbagliato guerra?

La stessa cosa che è accaduta all’ennesimo commissario “distratto” che, interrompendo un alunno – mentre esponeva correttamente la sconfitta di Caporetto – sostenne con convinzione questa si fosse verificata durante la Seconda guerra mondiale, e non nella Prima, come invece stava dicendo il povero interrogato.

C’è poi una gaffe da manuale ed è quella che vede un professore convinto che la Seconda guerra mondiale sia iniziata quando Hitler ha invaso la base militare di Pearl Harbor, nelle Hawaii. Peccato che la base navale degli USA, in realtà, fu bersaglio di un attacco giapponese avvenuto due anni dopo l’inizio del conflitto. Colpa del caldo? Difficile dirlo. Ma una cosa è certa: anche i professori, sotto pressione, possono dare il peggio di sé.

D’Annunzio “poeta water”

Sempre in quell’edizione inizia anche il “calvario” di Gabriele D’Annunzio, ormai vittima ricorrente delle peggiori interpretazioni d’esame. Ancora oggi il “vate” continua a essere l’estetista più tormentato d’Italia. Ma, in quell’occasione, fu addirittura ribattezzato “poeta water” da uno studente.

Ma nulla può competere con il destino toccato a Primo Levi e alla sua poesia “Se questo è un uomo”: simbolo assoluto della memoria del Novecento, viene attribuita a Italo Calvino prima nel 2020, poi di nuovo nel 2021, da due studenti ignari. Certo, parliamo degli esami in piena pandemia, quindi qualche attenuante è doverosa. Ma l’azzardo resta notevole.

Proprio la pandemia ha spinto a introdurre nuove misure anche sul piano pratico. Quando nel 2021 l’esame è tornato in presenza, la commissione – in preda a un eccesso di zelo – ha reso inutilizzabile la lavagna interattiva a forza di igienizzarla con il gel disinfettante. La tecnologia ha alzato bandiera bianca: igienizzata sì, ma inutilizzabile.

Una rilettura creativa della storia d’Italia

Arriviamo all’Anno Domini 2022, più o meno a cento anni dalla Marcia su Roma messa in atto dalle “camicie nere” del Partito Fascista guidato da Benito Mussolini. Eppure, secondo la versione alternativa proposta da una studentessa, il futuro Duce non avrebbe avuto nulla a che fare con il fascismo: per lei, Mussolini sarebbe stato addirittura uno dei leader del Partito Comunista Italiano. Una rilettura creativa, ma decisamente fuori traccia.

Nulla in confronto a quello studente che, con nonchalance, ha deciso di rivisitare poeticamente “L’Infinito” di Giacomo Leopardi. Nella sua versione, la celebre “siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude” non è altro che un cespuglio. E poi c’è lei, la ragazza che – con assoluta sincerità – ha confessato di non sapere chi fosse Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica italiana, per giunta al suo secondo mandato. Un nome che dovrebbe quantomeno risuonare familiare, specialmente in sede d’esame.

Gli strafalcioni dei prof

Ma, come già visto, anche i docenti sanno dare il loro contributo all’”enciclopedia” degli strafalcioni. Emblematica la scena che si consuma durante un’interrogazione di Educazione civica, sempre nel 2022, quando un professore chiede alla studentessa: “Dove si trova la Commissione Europea?” “A Bruxelles”, risponde lei, sicura. “E Bruxelles dove si trova?”, incalza lui: “In Belgio”, replica prontamente la ragazza. A quel punto, il docente – visibilmente contrariato – balza sulla sedia: “Ma no, signorina! È in Lussemburgo!”. Peccato che Bruxelles si trovi davvero in Belgio, anzi, per la precisione, è la Capitale del Paese.

Un episodio altrettanto surreale si è verificato nel 2023, in un’altra scuola italiana. Protagonista, ancora una volta, un’insegnante, che durante l’esame avrebbe confuso una delle pagine più tragiche della storia contemporanea. Secondo quanto raccontato, il docente ha chiamato “Operazione T9” quella che in realtà è la ben più drammatica Operazione T4: il piano di sterminio nazista finalizzato all’eliminazione sistematica di disabili, malati mentali e incurabili, considerati “indegni di vivere”.

Il T9 è, ricordiamo, il sistema di scrittura predittiva degli smartphone di vecchia generazione. Un errore talmente clamoroso da sembrare uno sketch comico, se non fosse che riguarda uno dei capitoli più oscuri del Novecento.

Gli errori del 2024 e del 2025

La rassegna degli strafalcioni scolastici ci accompagna fino ai giorni nostri. Indimenticabile, per chi ha seguito la Maturità 2024, il caso dello studente che ha menzionato con sicurezza lo “Stretto di Gargamella”. Un curioso crossover tra geopolitica e cartoni animati, dove lo strategico Stretto dei Dardanelli è stato scambiato con il perfido stregone antagonista dei Puffi. Un errore forse, anche questo, figlio dell’assonanza?

E non è stato l’unico scivolone degno di nota di quell’edizione. Continuando il viaggio nel bestiario della Maturità 2024, ci si imbatte infatti in una studentessa che ha proposto un’interpretazione sorprendentemente “moderna” del regime fascista: secondo lei, le giovani leve del regime – i cosiddetti Balilla – sarebbero stati i “Barilla”. Puro marketing politico, già negli anni Venti.

Tornando alla letteratura, non c’è solo Gabriele D’Annunzio tra le “vittime eccellenti” della Maturità. Anche un altro pezzo da novanta viene spesso brutalizzato senza pietà. Parliamo di Luigi Pirandello, uno dei più grandi drammaturghi del Novecento, a cui – udite, udite – gli è stato attribuito il Premio Oscar, anziché il Premio Nobel per la Letteratura. Teatro sì, ma non proprio da red carpet.

E se gli studenti, tutto sommato, possono ancora appellarsi alla pressione dell’esame, non si può dire lo stesso di certi docenti. Come quel commissario che, all’inizio del colloquio orale, non ha saputo riconoscere la foto di Sigmund Freud, usata come spunto di riflessione. Il padre della psicoanalisi? Semplicemente ignorato.

Infine, tra gli scivoloni più clamorosi dell’ultima edizione della Maturità, quella del 2025, ci sono alcuni scambi di persona che sembrano usciti da un universo parallelo. A cominciare da uno studente convinto che Aldo Moro – statista e vittima del terrorismo negli anni di piombo – sia stato rapito da Cosa Nostra, e non dalle Brigate Rosse, che nel 1978 lo sequestrarono e uccisero in uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana.

Poi c’è chi ha deciso di dare un tocco hollywoodiano alla scienza, affermando con disinvoltura che Marie Curie – pioniera della radioattività e prima donna a vincere due Nobel – abbia ricevuto un Premio Oscar. Ma il capolavoro arriva con Adolf Hitler, vincitore secondo un maturando del Premio Nobel per la Pace. Per cosa, esattamente, non è dato sapere.

Ma il podio assoluto spetta a un professore che ha davvero superato ogni aspettativa. Un commissario d’inglese che, parlando con entusiasmo di Charles Dickens, ha trascorso l’intero colloquio a commentare “The Picture of Dorian Gray”. Peccato solo che quel romanzo lo abbia scritto Oscar Wilde. Due autori inglesi, è vero. Ma uno racconta la miseria dei sobborghi londinesi, l’altro il decadentismo estetico: non proprio la stessa penna.

A conferma che il fenomeno è ampio quanto apparentemente inestirpabile, sono arrivate anche le ulteriori testimonianze della community di Skuola.net in reazione alla pubblicazione dei migliori strafalcioni del 2025. E tra le perle più memorabili segnalate dagli utenti, ce ne sono alcune che meritano senza dubbio una menzione d’onore.

Ad esempio, un utente racconta di una professoressa di storia che, durante una lezione, dichiarò con sicurezza che gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica sul Vietnam. Una piccola svista temporale di trent’anni, con uno scarto di qualche migliaio di chilometri.
Un altro studente, con una certa fierezza, ha ricordato un momento “epico” del suo orale: alla domanda sulla Guerra Fredda, ha risposto che si sarebbe combattuta in Siberia perché “faceva freddo”.

Vero che qui la temperatura può calare a picco: fino a -71 gradi nel villaggio di Oymyakon, per l’esattezza. Peccato che, a quanto risulta, dall’immensa provincia russa non siano mai giunte notizie di conflitti armati tra USA e URSS, e che lo stesso attrito tra le due potenze mondiali nella seconda metà del Novecento non sia mai sfociato in un confronto diretto su campo.

E infine, una scena da commedia all’italiana: in un esame di Stato di qualche anno fa, un commissario di Arte chiede dove si trovi esposto “Il Bacio” di Francesco Hayez. La risposta dello studente? “Nella paninoteca di Milano”.

Scopri tutti gli errori più clamorosi commessi da maturandi e professori durante la Maturità 2025

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