Una vera e proprio bufera si è abbattuta ieri sull’Istituto Comprensivo di via Trionfale a Roma, a seguito di un testo discriminatorio presente sul sito della scuola. Nel testo di presentazione dell’Istituto, si sottolineava infatti il ceto di appartenenza degli studenti a seconda della sede in cui erano collocati. La denuncia è arrivata da Leggo.it che ha riportato il testo presente sul sito della scuola e ha attivato la reazione immediata della neo ministra all’Istruzione Lucia Azzolina.
«La scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione – ha commentato su Twitter la ministra Lucia Azzolina -.Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso. Mi auguro che l’istituto romano di cui ci racconta oggi leggo.it possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido».
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Ecco il testo che ha provocato le polemiche
Riportiamo, di seguito, il testo che appariva fino a poche ore fa sul sito della scuola:
“La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana. Il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili)”.
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I presidi prendono le distanze
Dopo la denuncia di Leggo.it, l’Associazione dei Presidi è scesa in campo per prendere immediatamente le distanze dalle dichiarazioni discriminatorie dell’Istituto Comprensivo di via Trionfale. Il Presidente dell’Anp-Lazio Mario Rusconi ha commentato: «La scuola non può evidenziare eventuali differenziazioni socio-culturali degli alunni iscritti poiché, tra l’altro, oltre a dare una cattiva rappresentazione di se stessa agli occhi di chi legge corre anche il rischio di originare idee o forme classiste».
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