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Green Pass in università, il botta e risposta tra Barbero e il rettore Avanzi

La questione Green Pass è al centro dell’attenzione soprattutto ora che è in procinto di iniziare il nuovo anno scolastico e accademico

L’inizio di scuola e università è sempre più vicino e la questione Green Pass è più che mai accesa. Recentemente è anche nato il movimento “Studenti contro il Green Pass” che vuole opporsi all’obbligo della certificazione verde all’interno di scuole e atenei. Della stessa idea è anche lo storico Alessandro Barbero che ha firmato l’appello degli studenti. Vi proponiamo la replica del rettore Avanzi all’opinione di Barbero.

La spiegazione di Alessandro Barbero contro il Green Pass

“Qualcuno mi presenta come una specie di superstizioso fanatico contrario ai vaccini. Ma nell’appello che ho firmato non si parla affatto dell’utilità dei vaccini, anzi si dice chiaramente che molti dei firmatari sono vaccinati, me compreso. Il problema che mi preoccupa è l’obbligo del Green Pass per gli studenti che dopo aver pagato fior di tasse sono esclusi dalle lezioni se non hanno il certificato.” Spiega lo storico al Corriere della Sera. “La frase più importante dell’appello è la prima: siamo preoccupati perché la disposizione vigente “estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico””.

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La replica di Gian Carlo Avanzi, rettore dell’Upo

Ho appreso che il professor Alessandro Barbero, nostro preziosissimo docente, insieme ad altri/e sei strutturati/e ha firmato l’appello contro il green pass nelle università – scrive Avanzi in una nota -. Rispetto l’opinione dei colleghi e delle colleghe, ma non deve essere confusa con quella della stragrande maggioranza dei/delle docenti, delle studentesse e degli studenti, del personale tecnico-amministrativo dell’Università del Piemonte Orientale, favorevole al green pass e fermamente allineata alla prevalenza della “libertà collettiva” su cui si è espressa anche la ministra Maria Cristina Messa». Avanzi, da medico e direttore del pronto soccorso di Novara, sottolinea inoltre la sua posizione favorevole ad un eventuale obbligo vaccinale.

 

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