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Ferruccio De Bortoli, “Social Network straordinari per la promozione letteraria”

Il presidente Longanesi parla della promozione della lettura prima di presentare l'indagine sui "benefici del leggere"

MILANO – La lettura quanto contribuisce alla felicità generale dell’individuo? E’ stato questo il grande quesito dell’indagine presentata oggi nella Sala Viscontea del Catello Sfrozesco in occasione di BookCity. Curiosità, occasioni e dati inconfutabili, l’appuntamento milanese legato al mondo della cultura e dell’editoria ha messo in evidenza quanto il lettore sia “tutelato” dalla sua passione.

L’INDAGINE – Una conferenza aperta da Michela Addis con una serie importante di slide, realizzate per fare comprendere al pubblico il valore aggiunto della letteratura. Tra i relatori erano presenti Stefano Mauri, Luigi Spagnol e Ferruccio De Bortoli, che prima della proiezione dei dati raccolti nell’indagine, ci ha confidato in suo pensiero sull’andamento dell’editoria e sul grande valore dei social per la promozione letteraria: “Con questa ricerca – dice il presidente di Longanesi – dimostriamo che in Italia c’è comunque un nucleo forte di lettori, anche se forse troppo piccolo. Poi purtroppo c’è una sorta di rupe della disperazione, perché troviamo persone che forse hanno letto un solo libro nella loro vita”.

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EDUCARE ALLA LETTURA – “In ogni caso oggi – prosegue – si dimostra che c’è un gruppo di lettori forti, che dimostrano grande attaccamento ai libri. Bisogna investire di più sull’educazione e sulla scuola, per dimostrare che la lettura è una forma di libertà personale. Ci sono state tante iniziative di promozione finora. Io credo molto in quelle nelle scuole, ma ovviamente anche in contesti più semplici, più didascalici, perché alla lettura ci si arriva per grado. Se il gradino che dobbiamo superare per entrare a far parte del gruppo dei lettori è così elevato, evidentemente dobbiamo porci il problema di ridurlo e quindi di trovare delle forme di avvicinamento e di allenamento alla lettura, che possano essere anche una sorta di grande campagna dell’educazione civica”.

Cosa ne pensa della promozione alla lettura tramite i social?

I social sono straordinari da questo punto di vista, perché se lei guarda tutti gli aforismi che derivano dai libri e quanti riferimenti si fanno ai libri nelle discussioni spesse volte sterili dei social, sinceramente io rimango stupito favorevolmente. Per cui, da questo punto di vista, anche gli editori hanno una presenza interessante sui social, nel senso che fanno da punti di connessione. Tutto questo si regge anche sul passaparola: se fatto intelligentemente, anche sui social rappresenta una forma di promozione estremamente efficace. Io mi auguro si riesca anche ad invogliare a leggere nella dittatura straordinaria delle 140 battute.

Sepùlveda ci ha appena confidato che scrive i sui libri affidandosi ancora a carta e penna, perché la memoria della grammatica sta nella mano dello scrittore.

Io credo che si debba mantenere questa memoria che sta nella mano e anche il piacere di scrivere con la propria scrittura, quindi di prendere appunti, magari al margine di un libro. Dopodiché ogni generazione troverà la sua modalità, per scrivere e per leggere, ma io credo tutto sommato che un libro, nella sua bellezza, mantenga una grande modernità.

Alessandro Michielli

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