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Federico Motta, “Basta chiacchiere, le istituzioni devono ascoltare gli editori”

A poche ore dalla sua nomina a Presidente dell’Associazione Italiana Editori, ecco gli impegni ed i progetti che Federico Motta vuole fin da subito mettere in campo.

MILANO – “Credo che sia venuto il momento da parte di tutti di cambiare, sia noi sia le istituzioni, in quanto non si può continuare a ragionare con le logiche fin qui adottate”. Fatti, e non più parole, sono quelle che promette il nuovo presidente dell’Associazione Italiana Editori Federico Motta e che pretende da parte di tutti, in primis le istituzioni, chiamate a “considerare ed ascoltare di più gli editori”. A poche ore dalla sua nomina a Presidente dell’Associazione Italiana Editori, ecco gli impegni ed i progetti che Federico Motta vuole fin da subito mettere in campo.

Quali sono le sue sensazioni a caldo dopo la nomina di presidente dell’Associazione Italiana Editori?

Come lei ben sa, sono già stato presidente di AIE dal 1997 al 2009. Sono contento, ringrazio tutti gli editori per la nuova fiducia che mi è stata testimoniata.

Quali sono i primi progetti su cui la sua presidenza lavorerà?

Sono diversi. Uno degli elementi, se non l’elemento fondamentale del nostro programma, è quello della tutela del diritto d’autore. Le sfide al copyright rappresentano una minaccia diretta alla produzione culturale. Il diritto d’autore rappresenta un pilastro giuridico imprescindibile. Questo traccia chiaramente la direzione del nostro lavoro futuro.

Quali saranno i vostri impegni nei confronti della promozione della lettura, volti a catturare nuove frange di lettori in una Paese, come l’Italia, in cui si legge sempre meno?

Noi AIE non siamo solo in difesa degli interessi economici, ma sentiamo fortemente la responsabilità di essere attori nella vita culturale e sociale del Paese. Porteremo avanti, spero non solo con le nostre forze, manifestazioni e progetti che abbiamo già pensato a sviluppare nell’ultimo anno, e che hanno come scopo la promozione della lettura e quindi il rapporto con i lettori.

Quali dovranno essere i vostri primi partner per la realizzazione di questi progetti?

C’è la volontà di cambiare un po’ il problema del rapporto che esiste con le istituzioni sul tema della promozione della lettura e della cultura. Credo che sia venuto il momento da parte di tutti di cambiare, sia noi sia le istituzioni, in quanto non si può continuare a ragionare con le logiche fin qui adottate. Non basta mettersi un merito solo a parole e poi non proseguire con i fatti, utilizzando la cultura come serbatoio di inutili momenti di confronto in cui si partoriscono documenti e progetti improbabili. Noi editori vogliamo essere parte ancora più attiva, chi ci deve ascoltare ci ascolti e ci consideri, capendo che siamo noi la parte promotrice di tutto ciò che riguarda il mondo del libro e della lettura. E che ciò che diciamo ed affermiamo va preso in considerazione. Basta balletti che portano a soluzioni che denotano solo l’incapacità di gestire le cose.

16 settembre 2015

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