“Love Me Love Me”, i segreti del libro cult sullo schermo

20 Dicembre 2025

Dal libro cult "Love Me Love Me" al film Prime Video (2026): una scuola d’élite, segreti, MMA clandestina e un triangolo che non è quello che sembra.

"Love Me Love Me", i segreti del libro cult sullo schermo

È dal libro cult “Love Me Love Me” che prende forma questa storia: un romance young adult dove la superficie luccica, e sotto si muovono lutto, segreti e identità. Prime Video lo annuncia per il 2026 e il trailer è già disponibile. Ma di cosa si tratta?

June arriva in Italia con addosso una perdita che non riesce a lasciarsi alle spalle, la morte del fratello. Cerca un inizio nuovo, ma lo trova in un luogo che somiglia più a una teca che a un rifugio: una scuola d’élite dove tutto sembra regolato, educato, impeccabile. È qui che compaiono James e Will, due poli opposti: uno pericoloso, carismatico e coinvolto in incontri clandestini di MMA; l’altro perfetto, affidabile, il tipo “giusto”.

Il triangolo però non è una geometria comoda. Conosciamo tutti il dispositivo narrativo per eccellenza, quello che stringe la gola del lettore di romance e che, in questa storia, presenta dei personaggi diversi da come appaiono…

Dal libro cult allo schermo

L’adattamento Prime Video arriva da un percorso ormai riconoscibile, ma non per questo scontato: una storia nata su Wattpad, diventata fenomeno di letture online (oltre 23 milioni secondo i materiali diffusi sul film) e poi passata alla pubblicazione italiana con Sperling & Kupfer.

In mezzo, c’è un punto che conta più delle cifre: quando un romanzo viene definito “cult”, di solito significa che ha smesso di essere solo trama e ormai è parte del sentire comune, una cosa che si commenta, si difende, si litiga, si rilegge per scene. Portarlo sullo schermo, quindi, non è semplicemente “fare un film”: è decidere che faccia dare a un immaginario già acceso.

Non a caso l’operazione è dichiaratamente ambiziosa: film Original italiano girato in inglese, co-produzione Lotus Production (Leone Film Group) e Amazon MGM Studios, con il supporto di Wattpad WEBTOON Studios. E qui si intravede anche il disegno più ampio: Wattpad WEBTOON e Leone Film Group avevano già annunciato una collaborazione per adattare titoli teen di successo, tra cui proprio “Love Me Love Me”.

Di cosa parla “Love Me Love Me”

Una storia che lavora su tre forze: lutto, attrazione, segreti

June si trasferisce in Italia per ricominciare dopo la morte del fratello e nella nuova scuola d’élite resta catturata da James, un ragazzo tormentato e coinvolto in incontri clandestini di MMA; tuttavia, nel frattempo, finisce anche per frequentare Will, il migliore amico di James, lo “studente modello”.

Il cuore del racconto non sta solo nel “chi sceglierà” dei due, ma nel fatto che le apparenze non reggono.

La scuola, più che un ambiente, diventa un campo di prova: ogni relazione è anche una trattativa tra quello che si mostra e quello che si nasconde, tra reputazione e desiderio, tra controllo e cedimento.

Un nuovo inizio che non cancella niente

June non arriva “da fuori” per portare caos: arriva da fuori perché dentro di lei il caos c’è già. La perdita iniziale non è un semplice antefatto, è l’innesco emotivo che rende plausibile tutto il resto, l’urgenza di sentirsi viva, il bisogno di appartenenza, la tentazione di confondere l’intensità con la cura.

Due promesse, una sola domanda

James è scritto come magnete pericoloso: ha carisma e frequentarlo comporta rischio; trascina in un mondo clandestino (la MMA) che sposta l’amore dal piano delle parole a quello del corpo.

Will, al contrario, sembra offrire un’immagine di stabilità: è il “perfetto studente modello”, quello che nella grammatica del romance dovrebbe rassicurare la protagonista e il lettore.

Eppure, nessuno è come sembra e quindi il triangolo si trasforma. Da scelta sentimentale a indagine su fiducia, potere, manipolazione, auto-protezione.

Il film Prime Video

Prime Video ha annunciato un cast giovane e internazionale: Mia Jenkins, Pepe Barroso Silva e Luca Melucci nei ruoli protagonisti; insieme a loro, Andrea Guo, Michelangelo Vizzini, Madior Fall e Vanessa Donghi.

Sul fronte produttivo, i dettagli confermano la dimensione “industriale” del progetto: co-produzione Lotus Production (Leone Film Group) e Amazon MGM Studios, con il supporto di Wattpad WEBTOON Studios.

La regia è affidata a Roger Kumble, con sceneggiatura di Veronica Galli e Serena Tateo.

Roger Kumble, un nome che sposta l’asticella

Scegliere Kumble non è neutro. È un regista che, nella cultura pop, ha già maneggiato storie dove il desiderio non è mai “solo desiderio”, ma un gioco di potere, reputazione, crudeltà elegante: basti pensare a Cruel Intentions (1999).

E ha già lavorato su adattamenti da Wattpad: ha diretto “After 2”, secondo capitolo della saga tratta dai romanzi di Anna Todd e prodotta anche con Wattpad Studios.

Questo non significa che “Love Me Love Me” diventerà “lo stesso film”: significa però che la regia potrebbe puntare a una cosa precisa, molto visiva e molto ritmica: l’attrazione come tensione narrativa, non come semplice decorazione romantica.

Le differenze

Un romanzo cult porta con sé una promessa implicita: “questa storia deve suonare come la ricordiamo”. Ma il cinema (o lo streaming) è un’altra lingua, e alcune trasformazioni sono quasi obbligate.

La MMA come idea di amore o di guerra

Importanti sono gl’incontri clandestini di MMA: è lì che ci sarà uno snodo, che il corpo avrà modo di scaricare rabbia e paura. Sullo schermo, questo può diventare la differenza principale rispetto alla pagina: vedere la violenza (anche sportiva) cambia la percezione del “pericolo” e rende più concreta la domanda: quanto costa stare vicino a qualcuno che vive in modalità combattimento?

L’Italia

“Si trasferisce in Italia” è una frase breve, ma sullo schermo può diventare atmosfera: luce, architetture, distanza culturale, lingua (anche solo come sfondo, dato che il film è girato in inglese).

La sfida, qui, è evitare l’Italia da cartolina e usare il contesto come pressione narrativa.

Il segreto come carburante

In un film, i segreti funzionano quando sono disseminati con precisione: sguardi, dettagli, scene brevi che cambiano significato dopo. È qui che si capirà se l’adattamento sceglierà la via del romance puro o quella, più interessante, del romance come thriller emotivo.

Il culto nasce prima della carta

Nel caso di “Love Me Love Me”, la parola “cult” non è solo un vezzo che vogliamo utilizzare per questo articolo; al contrario, descrive bene il percorso dell’opera. Prima ancora di essere stampato, “Love Me Love Me” è stato un oggetto condiviso nella community, dove ha vissuto attraverso commenti, riletture, scene-feticcio, personaggi che smettono di essere solo personaggi e diventano “posizioni” emotive.

June White e l’arte di ricominciare

June White entra in scena con un dettaglio che sembra semplice e invece imposta tutto: l’ennesimo trasloco. La madre è un’artista incapace di restare ferma, e June si ritrova a ricominciare ancora, questa volta a Laguna Beach.

Il primo volume (“Love Me Love Me. Cuori magnetici”) lavora bene proprio su questo punto: l’adolescenza non come “età della scoperta”, ma come addestramento al nuovo inizio. Si impara a stare in una stanza piena di sconosciuti fingendo che non faccia male; si impara a leggere le stanze, le gerarchie, i piccoli rituali sociali che decidono chi conta e chi no.

E quando June pensa di essersi finalmente posata, arriva l’elemento che trasforma la sua storia in attrito narrativo: James Hunter.

Il carisma come zona di pericolo

James è il tipo di personaggio che funziona perché non viene scritto per rassicurare. È “leggenda” a scuola, ha addosso una reputazione, e quella reputazione non è un semplice tratto: è una calamita.

Il magnetismo, qui, non è romanticismo in senso classico: è l’idea che il desiderio, spesso, assomigli a un rischio controllato. La trama non chiede di “approvare” James; chiede di capire perché June lo vede come un varco, una scorciatoia emotiva, un modo di uscire dalla propria stanchezza.

È una dinamica che molti lettori riconoscono senza bisogno di moralismi: non perché sia “giusta”, ma perché è credibile.

L’alternativa che non è una salvezza

A controcampo c’è Will: più pulito, più stabile, più leggibile. La sua funzione non è solo offrire un triangolo, ma introdurre una domanda sottile: quanto spesso la “scelta giusta” è davvero una scelta, e quanto invece è una forma di bisogno di ordine?

In altre parole: non sempre l’opzione più sicura coincide con quella più vera

© Riproduzione Riservata