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Alberto Angela: “Dall’antichità l’Italia ha saputo resistere con i suoi capolavori”

Per Alberto Angela, la bellezza e la storia del nostro Paese possono rappresentare il faro per uscire della tempesta e ripartire

Domani sera con “Stanotte al Museo Egizio” si chiude su Rai 1 il ciclo di repliche che ci ha accompagnati in questo periodo di quarantena. Intervistato da La Repubblica, Alberto Angela ci racconta come la bellezza e la storia del nostro Paese possono essere il faro per uscire della tempesta e ricominciare a vivere: “Il messaggio potente è che dall’antichità l’Italia ha saputo resistere con i suoi capolavori”. 

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Alberto Angela: “Non siamo soli. Le nostre antiche radici sono qui con noi”

Alberto Angela: “È come se tutte le generazioni passate fossero assieme a noi a combattere, suggerendoci il modo di comportarci”

Che cosa ci attende 

«Abbandoniamo il fardello dei tempi isterici della nostra epoca: il futuro non deve farci paura, ci aspetta. Torneremo alle nostre vite. Perché il coronavirus ci ha insegnato che contano la scienza, la competenza, e ci vuole un tempo per tutto. Questo non vuol dire non preoccuparsi della crisi economica, ma capire gli eventi. Abbiamo recuperato la saggezza dei nonni: la pazienza è una virtù molto sottovalutata. Mi ha messo a disagio quando in pieno lockdown c’era chi si preoccupava di fare jogging. Mettere da parte l’egoismo in certi casi non fa male». 

Ripartire dalla bellezza 

«Abbiamo regalato stupore. Questi due mesi di repliche hanno fatto compagnia facendo riscoprire la bellezza, abbiamo capito che il paese doveva restare unito. E i valori possono fare da cemento, anche nell’emergenza, per questo ho dato subito la mia disponibilità per le repliche. Il messaggio potente è che dall’antichità l’Italia ha saputo resistere con i suoi capolavori».

Il tempo che stiamo vivendo

«Nella storia del pianeta ci sono stati cataclismi, glaciazioni, epidemie, asteroidi – racconta Alberto Angela a La Repubblica -. È la prima volta che milioni di esseri viventi si organizzano per sopravvivere, deviare un corso ineluttabile: il pianeta intero ha messo in moto un meccanismo per difendersi. L’epidemia ci ha fatto capire quanto siamo vulnerabili ai cambiamenti climatici che provocano lutti, disastri naturali e economici. In questi anni abbiamo vissuto in un mondo staccato dalla realtà, fatto di like, dimenticando l’esperienza pratica. Non si possono scordare le tabelline perché c’è la calcolatrice».

L’Italia un esempio per tutto il mondo

«L’Italia è stata colpita in modo violento, siamo stati visti come untori. Eravamo i primi dopo la Cina e abbiamo reagito in modo saggio: chiudendo. Siamo stati d’esempio per altri paesi. Siamo spesso considerati un paese inconcludente, un popolo simpatico ma pasticcione. Invece abbiamo adottato una soluzione e l’abbiamo rispettata, guardi come sono ridotti gli inglesi. Siamo riusciti a fare un lockdown coraggioso, sicuro e lungimirante».

Bisogna credere nel futuro

«Bisogna credere nel futuro perché non c’è alternativa, sono nato negli anni 60, quando si andava alla conquista della luna. Il coronavirus passerà, arriverà un momento in cui ricorderemo questo periodo. C’è chi ha cucinato, chi è stato più vicino ai vicini. Intanto avremo riscoperto l’altruismo. Ci ha fatto caso? Sono spariti i contatti superficiali».

 

 

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