“The History of Sound – Sulle note di un amore” è un titolo che già suggerisce la doppia natura del film: da una parte la materia del suono, della musica folk, delle registrazioni (la “history of sound”); dall’altra un sentimento, un amore che sopravvive al trauma, all’oblio, alla distanza.
Il regista Oliver Hermanus (Sudafrica, autore ancora poco noto in Italia) dirige una storia ambientata nei primi decenni del Novecento, che intreccia musica popolare americana, guerra, destino e identità queer.
Ambientato inizialmente nel 1917, il film racconta l’incontro tra due giovani studenti di musica al Boston Conservatory: Paul Mescal interpreta Lionel Worthing, un talento naturale cresciuto in una fattoria del Kentucky, e Josh O’Connor è David White, ambizioso e dotato di formazione accademica.
I due condividono la passione per la musica folk e, dopo la guerra, partecipano a un progetto per registrare canzoni tradizionali nel Maine, viaggiando attraverso paesaggi innevati con cilindri di cera, microloghi di voci antiche.
Ma quel viaggio cambia le loro vite: la guerra, le differenze sociali, il tempo e la distanza li separano, e Lionel dovrà fare i conti con ricordi, perdite, identità sedimentate nel suono. Il film si sviluppa su più decenni, mostrando come la musica, la memoria e l’amore agiscano come fili invisibili tra due persone.
“The History of Sound”: un film sulle note del folk e dell’amore
“The History of Sound” è un film che richiede tempo, non solo nella visione, ma nella partecipazione emotiva. Non è un dramma urlato, ma una meditabonda meditazione sull’amore, sulla musica, sulla memoria. Non tutti apprezzeranno la sua misura elegante, ma per chi è disposto a lasciarsi cullare dal suono e dal silenzio, è una visione che rimane. In un mondo che corre, questo film invita ad ascoltare.
Produzione, cast e contesto
Il film è scritto da Ben Shattuck, basato su sue short stories (tra cui “The History of Sound” e “Origin Stories”).
La produzione coinvolge società come Film4, Closer Media, End Cue e altre. La regia di Hermanus è attenta al dettaglio temporale (anni ’10, ’20, ’30) e spaziale (New England, Kentucky, Europa).
Le riprese sono iniziate ufficialmente il 28 febbraio 2024, tra Massachusetts, New Jersey e Italia (Tarquinia).
Il cast: oltre a Mescal e O’Connor, spiccano nomi come Chris Cooper (che interpreta Lionel in età avanzata).
Durata: circa 127‑128 minuti.
Tematiche centrali
Musica come memoria e identità: Il film trasforma la musica folk in archivio di voci e vite. I “wax cylinders”, vulgo registrazioni primitive, diventano simbolo di preservazione e declino.
Amore che sfida il tempo e il silenzio: Non è solo un amore “contro” (guerra, distanza, differenza sociale) ma un amore che lavora attraverso la musica, i ricordi e ciò che resta quando la voce viene spenta.
Queer in epoca storica: Il rapporto tra Lionel e David sfida le convenzioni del tempo, anche se il film non punteggia la storia con “grandi battaglie” gay‑aggiunte: l’amore è lì, spesso tacito. Alcuni critici hanno notato una certa freddezza emotiva (vedi sotto).
Archiviazione del popolare, memoria collettiva: La registrazione dei canti della New England è metafora di ciò che rischia di perdersi, voci, terre, identità, quando non custodite.
Tempo e perdita: Il titolo stesso suggerisce che il suono ha una storia, e magari la storia del suono ci racconta chi siamo quando siamo in silenzio.
Accoglienza critica & limiti
Presentato in concorso alla Festival de Cannes 2025 (con nomination alla Palma d’Oro). Le recensioni in Italia registrano punteggi modesti.
Tra i punti critici:
Su The Guardian, una critica parla di “bellezza sotto vetro”: tecnicamente perfetto, ma emotivamente distante.
The New Yorker nota la sinestesia (Lionel interpreta suoni incolori) come metafora forte, ma rileva che la passione sembra trattenuta.
In sintesi: un film raffinato, dal rigore estetico notevole, ma che forse sacrifica qualche scintilla emotiva per stile e misura.
Perché vederlo
Per la coppia di protagonisti: Mescal e O’Connor sono oggi due attori altisonanti, e qui lavorano insieme con chimica sottile.
Per la regia: Hermanus, che aveva già affrontato tematiche queer (“Moffie”), riconferma sensibilità e stile.
Per gli amanti della musica e del “cinema lento”: se cerchi emozione immediata forse resterai deluso, ma se cerchi riflessione e atmosfera, questo film è per te.
Per chi ama l’epoca storica: ambientazioni, costumi, dettaglio temporale sono curatissimi.
