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La Prima della Scala 2022, in scena “Boris Godunov”

Il 7 dicembre verrà inaugurata la stagione teatrale con l'attesissima Prima della Scala a Milano. Per l'occasione, dopo 20 anni, torna in scena "Boris Godunov", l'opera più famosa di Modest Petrovič Musorgskij.

Il giorno dell’attesissima Prima della Scala è arrivato anche quest’anno: il 7 dicembre, infatti, viene inaugurata la stagione teatrale con la mise en scène dell’opera più celebre di Modest Petrovič Musorgskij, “Boris Godunov”. Ecco qualche dettaglio.

“Boris Godunov”, una pietra miliare della Scuola Russa Ottocentesca

L’opera che verrà messa in scena durante la Prima della Scala è il “Boris Godunov” di Modest Petrovič Musorgskij, un’opera lirica basata sull’omonimo dramma di Puškin e sulla Storia dello Stato Russo di Nikolaj Michajlovič Karamzin. Si tratta dell’unico lavoro completo di Musorgskij, ed è ritenuto il suo più grande capolavoro. Il “Boris Godunov” di Musorgskij è anche considerato una pietra miliare della Scuola Russa Ottocentesca.

Con il rifiuto delle influenze estere e la minuziosa attenzione alla musica tradizionale russa, “Boris Godunov” si basa su una figura realmente esistita, quella di un uomo, per l’appunto Boris Fëdorovič Godunov, che è stato Zar di Russia dal 1598 al 1605. E se avrete l’occasione di guardare la Prima della Scala, non potrete far a meno di notare delle influenze shakespeariane nella trama e nella caratterizzazione dei personaggi, con particolare riferimento all’Amleto.

“Boris Godunov”, la trama

Il “Boris Godunov” è ambientato fra il 1598 e il 1605, durante il regno di Boris Godunov, divenuto Zar di tutte le Russie dopo la misteriosa uccisione dell’erede legittimo al trono,  Zarevic Dmitrij Ivanovič, il figlio di Ivan il Terribile. La Russia è infatti reduce dal governo dispotico di Ivan il Terribile, e il nuovo Zar ha tutta l’intenzione di cambiare rotta e intraprendere un governo più moderato e, soprattutto, più umano rispetto a quello del predecessore. 

Nonostante gli sforzi immani del protagonista del dramma che andrà in scena alla Prima della Scala, la Russia piomba di nuovo nel caos, nella miseria e nel disordine sociale. Intanto, la situazione è aggravata dall’arrivo di un giovane e misterioso monaco di nome Grigorij che, dopo essere fuggito dal monastero in cui viveva ed aver sposato una nobildonna polacca, si fa passare per il defunto figlio di Ivan il Terribile e organizza dalla Polonia l’invasione della Russia per destituire lo Zar Boris Godunov. 

Mentre il monaco impostore organizza e mette in atto la guerra contro la Russia, Boris Godunov comincia ad essere assillato dai sensi di colpa, da pensieri depressivi e perfino da terribili allucinazioni, che sfociano nella totale assenza di riposo e infine nella follia, che lo porterà all’inevitabile morte.

Modest Petrovič Musorgskij

L’autore dell’opera lirica che aprirà la Prima della Scala è Modest Petrovič Musorgskij (1839-1881), compositore russo esponente del Romanticismo nonché parte del celebre “Gruppo dei Cinque”, che comprende i cinque autori russi che hanno prediletto un ritorno alla tradizione riscoperta delle musiche russe tradizionali. Musorgskij è ricordato, oltre che per “Boris Godunov”, anche per il poema sinfonico “Una notte sul Monte Calvo” del 1867. 

Musorgskij ha sofferto per tutta la vita di disturbi nervosi e depressione, ed è stato un personaggio molto controverso, dedito all’alcool, abuso che lo ha portato alla morte sopravvenuta il 28 marzo del 1881.

La Prima della Scala

Ma parliamo della mise en scène del 7 dicembre. La Prima della Scala sarà diretta da Riccardo Chailly, con la regia del danese Kasper Holten. Protagonista dell’opera lirica sarà invece Ildar Abdrazakov, ed un ruolo fondamentale sarà ricoperto dal coro, che veste i panni del popolo. A proposito dell’importanza del “Boris Godunov” e della sua rappresentazione al giorno d’oggi, il regista della Prima della Scala ha affermato:

“Cosa ci insegna il capolavoro di Musorgskij? Ci permette di capire quanto sia importante che il potere non si concentri nelle mani di una sola persona. Abbiamo bisogno di democrazia e di libertà di parola”.

L’opera sarà visibile in diretta esclusiva a partire dalle 17.45 su Rai1 e contemporaneamente su Radio 3, Rai 1 HD canale 501 e RaiPlay. Al timone della conduzione di Rai1 ci saranno Milly Carlucci e Bruno Vespa, collegati con Serena Scorzoni dal foyer del tetro scaligero.

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