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“Non c’è più acqua fresca. Volti, visioni e parole dal Friuli”, le poesie di Pasolini vanno in scena a Milano

Dal 19 al 23 aprile 2016 la compagnia teatrale guidata da Giuseppe Battiston al Parenti

MILANO – Arriva a Milano al Teatro Franco Parenti “Non c’è più acqua fresca. Volti, visioni e parole dal Friuli” di Pier Paolo Pasolini. Dal 19 al 23 aprile 2016 la compagnia teatrale guidata da Giuseppe Battiston, farà emozionare gli spettatori nella Sala Grande. Basato sulla raccolta di poesie La Meglio Gioventù, che Pasolini pubblicò nel 1954, è un ‘viaggio di ritorno’ alla ‘terra di temporali e primule’, anche autobiografico, pensato per restituire la bellezza del grande laboratorio di poesia in lingua friulana.

PASOLINI INCONTRA BATTISTON – L’incontro del pluripremiato attore Giuseppe Battiston con Pierpaolo  Pasolini, un viaggio di ritorno alla terra di temporali e primule, anche autobiografico, pensato per restituire la bellezza del grande laboratorio di poesia in lingua friulana di Pasolini e il suo spessore emozionale nella nostra memoria collettiva. Un mondo che lo spettacolo intende ricreare, attraverso una selezione di poesie, delineando una struttura drammaturgica che vuol essere soprattutto un contrappunto più leggero al grande dolore che queste poesie veicolano. Non un recital, ma uno spazio per le tante voci che popolano il mondo di Pasolini, in particolare la concretezza della gioventù, con i suoi desideri, la sua tenacia: sarà il tentativo di dare vita al sogno di quelle voci, di quelle presenze.

LO SPETTACOLO – Il regista Giuseppe Battiston è entusiasmato dalla pièce: Grazie a tutta quella poesia, scritta o cantata, o sognata, sono stato di nuovo bambino, ho rivisto e visto con occhi nuovi quei luoghi, e anche io attraversando piazze e vie mi sono unito alla sagra del paese, ho cantato e ballato e ho brindato alla vita, e ciò che vorrei fare è trasmettere quelle parole che ho sentito tanto mie, a cui in qualche modo appartengo. Forse non tutte saranno comprensibili, ma sono convinto che il dialetto, ogni dialetto, attraverso la sua musicalità diventi evocativo, anzi, Pasolini sosteneva che quando il dialetto viene utilizzato per esprimere alti concetti e alti sentimenti si fa Lingua, e con i suoi suoni ci entra nell’ anima e ci porta altrove. 

 

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