Prima della Scala 2025: in scena la “Lady Macbeth” di Šostakovič

7 Dicembre 2025

Scopri trama e protagonisti di "Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk", messa in scena per la Prima della Scala 2025 nella versione originale ambientata nella provincia russa del 1860. Una storia di libertà e di ricerca della felicità

Prima della Scala 2025 in scena la Lady Macbeth di Šostakovič

Sarà una Prima della Scala 2025 da record, con l’incasso più alto mai registrato da una Prima del 7 dicembre: 2 milioni 800mila euro, ben più dei due milioni 580mila euro della Forza del Destino dello scorso anno. Dopo “La forza del Destino” di Verdi che ha inaugurato la stagione lo scorso anno, sul palco in occasione di uno degli eventi culturali più attesi dell’anno salirà Katerina Izmajlova, la protagonista di “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitrij Šostakovič.

Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk

Si tratta di un’opera “maledetta”, censurata da Stalin nel 1936 perché troppo esplicita, troppo moderna, troppo “caos invece che musica”. E proprio questo caos controllato inaugurerà la stagione 2025/2026 della Scala, nel cinquantesimo anniversario della morte del compositore russo.

La protagonista dell’opera, Katerina, è sposata contro la sua volontà a Zinovij e soggetta alle angherie sessuali del suocero, ma è attratta dal garzone Sergej, sfacciato e brutale. Quando il suocero li scopre e frusta Sergej, Katerina lo avvelena. Al ritorno del marito, Katerina e Sergej si liberano anche di lui e si sposano. Non sarà però la fine delle sofferenze di Katerina, che più avanti dovrà fare i conti anche con una donna più giovane di lei.

Ad interpretare la protagonista Katerina sarà il soprano Sara Jakubiak. La sua Katerina non è solo una “Lady Macbeth” assetata di potere, ma una donna schiacciata dalla noia, dalla violenza patriarcale e da un desiderio sessuale che diventa motore di morte. Alla Jakubiak l’onore e l’onere di  reggereo il peso di un ruolo vocalmente massacrante e scenicamente audace, restituendo una figura femminile complessa: carnefice, sì, ma prima di tutto vittima. Accanto a lei, il tenore Najmiddin Mavlyanov (Sergej) incarnerà perfettamente la brutalità seduttiva dell’amante per cui Katerina uccide.

La regia di Barkhatov

La regia del giovane Vasily Barkhatov ha intenzione di portare Milano nella profonda provincia russa, grigia e opprimente. Una messa in scena cruda, che non intende nascondere la natura erotica e violenta del libretto. Barkhatov trasformerà il palcoscenico in una prigione dell’anima prima ancora che in un gulag fisico, giocando con luci livide e spazi claustrofobici che hanno amplificato la direzione tagliente di Riccardo Chailly.

Il Maestro Chailly, alla sua undicesima (e penultima) inaugurazione, dirigerà l’orchestra con una precisione chirurgica, esaltando i grotteschi, le marce circensi e i momenti di lirismo straziante che rendono questa partitura un capolavoro del Novecento.

Il palco reale: l’assenza del Presidente della Repubblica

Stasera, per la prima volta dopo decenni, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non presenzierà alla Prima. Al suo posto nel palco centrale siederà per il terzo anno consecutivo la senatrice a vita Liliana Segre con alla sua destra il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso, il sindaco Giuseppe Sala, che del teatro è presidente, il governatore Attilio Fontana e la sottosegretaria di Stato Usa Sara Rogers.

Se la politica sarà meno rappresentata, il glamour non mancherà. Fra i vip presenti Mahmood, Achille Lauro e Pierfrancesco Favino, Vittorio Brumotti e il presidente della Camera della Moda Carlo Capasa. E ancora Mario Calabresi, il direttore di Chora Media che proseguirà anche nel 2026 la collaborazione con il Teatro alla Scala con il podcast La vertigine, e che voci insistenti danno come dei papabili candidati sindaco del centrosinistra, il regista Damiano Michieletto, che sta curando la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi e ha in uscita il film tratto dallo Stabat Mater di Tiziano Scarpa.

Perché quest’opera alla Prima della Scala 2025?

La scelta di aprire il 2025 con “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” non è un vezzo intellettuale. È una dichiarazione d’intenti. In un anno segnato globalmente da dibattiti sulla libertà di espressione e sui diritti femminili, la Scala porta in scena un’opera che parla di femminicidio (e maschicidio), di sottomissione e di ribellione. Katerina uccide il suocero tiranno e il marito inetto non per ambizione politica, ma per rivendicare il diritto a esistere e ad amare.

Ai giovani dell’anteprima under30 è piaciuta tanto che hanno applaudito per oltre nove minuti. Ai più attempati spettatori della prima si vedrà: nel caso, stasera il pubblico della Scala di Milano applaudirà non solo la musica, ma il coraggio. Il coraggio di ricordare che l’opera non è solo museo, ma carne viva, sangue e, a volte, scandalo necessario.

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