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Natale a Bologna, il grazie di Cesare Cremonini alla sua città

Cesare Cremonini inaugura le luminarie di Bologna, che quest'anno riportano il testo di una sua canzone. Ecco il grazie sincero alla sua città

Sabato alle 18.30 a Bologna una vasta folla si è stretta intorno a Cesare Cremonini, il cantautore autoctono, legato alla sua città che ha omaggiato dai tempi dei Lunapop. Infatti secondo l’usanza di gran successo, inaugurata l’anno scorso, le luci di Natale di Bologna omaggiano i testi dei suoi cantanti. L’anno scorso fu il turno di Lucio Dalla, il cantautore per eccellenza di Bologna, il cui testo di “L’anno che verrà” ha scaldato i cuori della gente. Una bella iniziativa per dare al Natale un tocco più poetico. 

 

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Quest’anno invece è Cesare Cremonini ad accendere le luminarie sparse per le vie della città: la canzone scelta è la recente “Nessuno vuole essere Robin”, canzone che, come dice Cremonini stesso, “riporta e ricorda il grande Lucio Dalla, da sempre maestro di ispirazione”. 

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L’emozione di Cremonini 

“Sono emozionato, sono felice, vorrei fare un applauso a Lucio Dalla che oggi sicuramente è qua con noi e che per me rappresenta il padre spirituale della tradizione cantautorale e musicale bolognese.” Ringrazia così Cesare Cremonini Lucio Dalla, emozionato per essere di fronte alla sua città, che per il Natale si illumina con le parole della sua canzone “Nessuno vuole essere Robin”.

 

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“Conosco la storia di ogni mia canzone e ho scelto questo brano perché, tra gli ultimi, è quello che più si lega a Bologna – racconta lo stesso Cesare Cremonini poco prima del countdown per l’accensione delle luminarie e prosegue -. Questo testo omaggia tutti i Robin che vivono oggi, quelli che fanno meno rumore e vivono più in disparte, ma che sono le persone di cui Bologna, generosa ed esempio per gli altri, ha più bisogno”. 
Così le parole del testo si illuminano:

“Ti sei accorta anche tu, che siamo tutti più soli?
Tutti col numero dieci sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori
Ti sei accorta anche tu, che in questo mondo di eroi
Nessuno vuole essere Robin”

La dedica a Bologna 

Cesare Cremonini in un post di Instagram ringrazia la sua città, omaggiandola in ogni suo angolo e in ogni suo portico. In questo ringraziamento toccante e sincero, il cantautore non può fare a meno di omaggiare il grande Lucio Dalla, il cantante e artista che ha saputo rappresentare e capire Bologna meglio di chiunque altro.

“È difficile anche per me trovare le parole per ringraziarvi per tutto quello che è successo ieri. Ho visto e abbracciato migliaia di persone provenienti da tutta Italia per omaggiare non me e la mia canzone, sia chiaro, ma l’idea migliore che tutti abbiamo di Bologna, a cui appartengo come tutti i suoi cittadini. La città in cui non si perde neanche un bambino, che solo a pronunciarla la gente del mondo sorride, perché il suono del suo nome ti fa venire in mente solo cose belle, o belle persone. Lucio vestito di bianco sotto ai portici con un bastone e dietro a lui tutti gli altri, a vedere dove va. Come in una sua vecchia bellissima canzone: “Lucio dove vai?”. Vai sui colli a guardare il tramonto stasera? O vai in chiesa a parlare con i quadri? Esci di notte per fare un giro dei viali inseguendo i pensieri, ti fermi a salutare l’Agnese delle cocomere e berti un cappuccino alla 5 di mattina, poi all’improvviso scompari dietro a un vicolo e solo i piccioni sanno dove vai. Bologna è bella di notte perché è ai suoi portici, e solo a loro, che appartiene. Come entrare in un dedalo di pensieri che si ripetono senza sosta e mai uguali. Io li cammino ogni giorno fin da bambino e non riesco a stancarmene. Dev’essere per questo che i bolognesi parlano da soli. Lì sotto a quegli archi, a guardare la grandine senza scappare, come incantati dalla propria fortuna. Oggi posso dirlo senza timore, che sono fortunato, e spero che le parole di Robin, illuminando Via D’Azeglio, siano un segno di continuità con la gloriosa tradizione musicale di Bologna. Con l’obiettivo di tenere insieme e ricordare non solo le parole di una canzone, ma tutte le importantissime istituzioni musicali di questa città. A cominciare dal teatro comunale di Bologna, dove sarebbe bello riportare una generazione di giovani, il dipartimento di musica e spettacolo dell’Università, il conservatorio Martini, tutti i festival e le manifestazioni di musica classica, jazz, popolare che la arricchiscono enormemente. Questo è ciò che significano per me, questi giorni bellissimi. Abbraccio tutti.”

 

 
 
 
 
 
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È difficile anche per me trovare le parole per ringraziarvi per tutto quello che è successo ieri. Ho visto e abbracciato migliaia di persone provenienti da tutta Italia per omaggiare non me e la mia canzone, sia chiaro, ma l’idea migliore che tutti abbiamo di Bologna, a cui appartengo come tutti i suoi cittadini. La città in cui non si perde neanche un bambino, che solo a pronunciarla la gente del mondo sorride, perché il suono del suo nome ti fa venire in mente solo cose belle, o belle persone. Lucio vestito di bianco sotto ai portici con un bastone e dietro a lui tutti gli altri, a vedere dove va. Come in una sua vecchia bellissima canzone: “Lucio dove vai?”. Vai sui colli a guardare il tramonto stasera? O vai in chiesa a parlare con i quadri? Esci di notte per fare un giro dei viali inseguendo i pensieri, ti fermi a salutare l’Agnese delle cocomere e berti un cappuccino alla 5 di mattina, poi all’improvviso scompari dietro a un vicolo e solo i piccioni sanno dove vai. Bologna è bella di notte perché è ai suoi portici, e solo a loro, che appartiene. Come entrare in un dedalo di pensieri che si ripetono senza sosta e mai uguali. Io li cammino ogni giorno fin da bambino e non riesco a stancarmene. Dev’essere per questo che i bolognesi parlano da soli. Lì sotto a quegli archi, a guardare la grandine senza scappare, come incantati dalla propria fortuna. Oggi posso dirlo senza timore, che sono fortunato, e spero che le parole di Robin, illuminando Via D’Azeglio, siano un segno di continuità con la gloriosa tradizione musicale di Bologna. Con l’obiettivo di tenere insieme e ricordare non solo le parole di una canzone, ma tutte le importantissime istituzioni musicali di questa città. A cominciare dal teatro comunale di Bologna, dove sarebbe bello riportare una generazione di giovani, il dipartimento di musica e spettacolo dell’Università, il conservatorio Martini, tutti i festival e le manifestazioni di musica classica, jazz, popolare che la arricchiscono enormemente. Questo è ciò che significano per me, questi giorni bellissimi. Abbraccio tutti.

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