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Il significato di “Gianna” di Rino Gaetano: il racconto dei vizi italiani

Rino Gaetano ha usato spesso nomi di donna nei titoli e nei testi delle sue canzoni e ha raccontato l’Italia usando il punto di vista femminile, da cui era molto affascinato

Nasceva a Crotone il 29 ottobre 1950 Rino Gaetano: a distanza di tanti anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 2 giugno 1981, la sua musica continua ad essere fonte di ispirazione per generazioni. Tra le pietre miliari della musica che ci ha regalato lo sfortunato cantautore scomparso a soli 31 anni, ricordiamo la mitica “Gianna”.

La finale del 28° Festival di Sanremo

Il 28 gennaio 1978 era da poco iniziata la finale del 28° Festival della canzone italiana. La conduttrice Maria Giovanna Elmi chiama sul palco l’esordiente Rino Gaetano per cantare “Gianna”. Il giovane cantautore di origini crotonesi si presenta con un frac costellato di medaglie, un papillon bianco, un cilindro nero per cappello, omaggio al maestro del paradosso e della comicità Ettore Pratolini, scarpe da ginnastica Mecap ai piedi e un ukulele e inizia a strimpellare con fare da pagliaccio e un sorriso stampato sul volto.

Durante l’esibizione si muove come un pinguino e spesso rivolge sguardi ironici ai Pandemonium, la band che lo accompagna e che gli fa da coro, per mettere in risalto la sua idea sulla manifestazione canora e sul mondo discografico dell’epoca, dominati da ipocrisia e insulsaggine.

 

“Gianna”

Rino Gaetano ha usato spesso nomi di donna nei titoli e nei testi delle sue canzoni e ha raccontato l’Italia usando il punto di vista femminile, da cui era molto affascinato, per far risaltare i vizi e le abitudini assurde di un popolo che spesso sentiva di dover criticare.

Le interpretazioni date al testo della canzone sono numerose e molte di esse interessanti. C’è chi racconta che le parole si riferissero a un episodio realmente accaduto, l’omicidio di Wilma Montesi alla vigilia di Pasqua del 1953, in cui fu coinvolto il figlio di un importante politico della DC. Chi, invece, dice che la protagonista è un trans, con frequentazioni altolocate, negli anni della liberazione sessuale; e chi crede che si tratti solo di una ragazza di facili costumi.

Una delle altre possibili interpretazioni potrebbe essere che la protagonista, in fondo, rappresenta ogni essere umano, con le proprie idee, i propri ideali e le proprie ideologie illusorie. Come ogni essere umano, è incapace di rinunciare a godere della vita e delle opportunità che essa ci offre.

Quindi dietro al nome di Gianna si nasconderebbe un’intera classe sociale, dominata da corruzione e mediocrità, e gli inciuci politici ad essa collegati. Per meglio comprendere i riferimenti del testo di Rino Gaetano, si deve raccontare delle sue letture e delle influenze artistiche che lo ispiravano. Nello specifico possiamo citare lo scrittore russo Majakowskij e la poesia “Inno alla bustarella”. Essa dice: Eccoci qui, umilmente, a cantare le tue lodi, bustarella amatissima, tutti qui, dal sotto portinaio fino a chi porta galloni dorati…”

Gianna, come molti qui da noi, è colei o colui che promette pur di avere voti, che risolve problemi e intasca bustarelle, che ha fiuto solo per i guadagni e che non ha interesse ad agire per un mondo migliore ma solo per la propria soddisfazione personale e il proprio godimento.

Mio fratello è figlio unico di Rino Gaetano è un inno a essere se stessi

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“Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano parla di Mario, l’uomo che non si limita a seguire mode, ma pensa con la sua testa

Classifica e vendite

Rino Gaetano si classificò primo nella categoria Cantautori e terzo nella classifica generale, dietro ad Anna Oxa, anche lei esordiente, e i Matia Bazar, vincitori assoluti della manifestazione. Nell’estate del 1978 “Gianna” diviene una delle canzoni più in voga e in pochi mesi supera le seicentomila copie. Rino Gaetano in un’intervista racconta che le contraddizioni di cui parla sono “le contraddizioni delle ragazze di oggi, e non solo delle ragazze, ma di tutti noi. Io credo che siamo tutti un po’ confusi, viviamo in un periodo di confusione generale, quindi, anche noi siamo portati a metterci su un podio e dire: “Alt, adesso io vi illustro le mie tesi”. Che chiaramente corrispondono alle mie illusioni”

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