Vari punti di vista
Vinicio Capossela cerca e ricerca la definizione dell’amore, prendendo in considerazione i punti di vista di vari personaggi appartenenti al mondo popolare, perseguendo quindi una linea più terra terra, piuttosto che aulica e ispirata a valori assoluti. Forse è questa l’intenzione di Capossela: dimostrare proprio che l’amore è talmente vasto che tutti, perfino una porta, o una prostituta, potrebbero dire qualcosa a riguardo, di personale e di autentico allo stesso tempo. I punti di vista sull’amore sono infiniti e tutti necessari. Che tu sia un principe, o che tu sia una guardarobiera, o che tu trascorra moltissimo tempo in una taverna a bere e a fruire di una vita godereccia, tutti possono parlare d’amore, e non si sbaglierebbero.
Il cantautore Vinicio Capossela, premiato più volte dal Club Tenco, chiede al vento, ad un’amaca che hanno visto con i loro occhi storie d’amore che cosa si intenda per amore; lo domanda anche alla “guardarobiera nera”, che passa molto tempo a spiare gli innamorati, guardando il mondo al di là del suo romanzo rosa.
Chiedilo alla porta
Alla guardarobiera nera
E al suo romanzo rosa
Che sfoglia senza posa
Al saluto riverente
Del peruviano dondolante
Che china il capo al lustro
Della settima Polàr
Anche “Il re della cantina” si sente interpellato, il quale cammina e volteggia tutta la notte cercando il suo amore danzando, metafora della vita stessa.
Ahi, permette signorina
Sono il re della cantina
Volteggio tutto crocco
Sotto i lumi
Dell’arco di San Rocco
Ma s’appoggi pure volentieri
Fino all’alba livida di bruma
Che ci asciuga e ci consuma
Il testo di Vinicio Capossela
Chiedilo al vento
Che sferza il suo lamento sulla ghiaia
Del viale del tramonto
All’ amaca gelata
Che ha perso il suo gazebo
Guaire alla stagione andata all’ombra
Del lampione san soucì
Chiedilo alla porta
Alla guardarobiera nera
E al suo romanzo rosa
Che sfoglia senza posa
Al saluto riverente
Del peruviano dondolante
Che china il capo al lustro
Della settima Polàr
Sono il re della cantina
Volteggio tutto crocco
Sotto i lumi
Dell’arco di San Rocco
Ma s’appoggi pure volentieri
Fino all’alba livida di bruma
Che ci asciuga e ci consuma
È un sasso nella scarpa
Che punge il passo lento di bolero
Con l’amazzone straniera
Stringere per finta
Un’estranea cavaliera
È il rito di ogni sera
Perso al caldo del pois di san soucì
È la Ramona che entra in campo
E come una vaiassa a colpo grosso
Te la muove e te la squassa
Ha i tacchi alti e il culo basso
La panza nuda e si dimena
Scuote la testa da invasata
Col consesso
Dell’amica sua fidata
Sono il re della cantina
Vampiro nella vigna
Sottrattor nella cucina
Son monarca e son boemio
Se questa è la miseria
Mi ci tuffo
Con dignità da rey
È un indirizzo sul comò
Di un posto d’oltremare
Che è lontano
Solo prima d’arrivare
Partita sei partita
E mi trovo ricacciato
Mio malgrado
Nel girone antico
Qui dannato
Tra gli inferi dei bar
È quello che rimane
Da spartirsi e litigarsi nel setaccio
Della penultima ora
Qualche Estèr da Ravarino
Mi permetto di salvare
Al suo destino
Dalla roulotte ghiacciata
Degli immigrati accesi
Della banda san soucì
Sono il re della cantina
Vampiro nella vigna
Sottrattor nella cucina
Son monarca son boemio
Se questa è la miseria
Mi ci tuffo
Con dignità da rey
Sono il re della cantina
Volteggio tutto crocco
Sotto i lumi dell’arco di San Rocco
Son monarca son boemio
Se questa è la miseria
Mi ci tuffo
Con dignità da rey