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“Billy blu”, la canzone di Sanremo che ci fa riflettere sul bullismo

Ispirata a una storia vera, la canzone veicola una riflessione profonda sul fenomeno del bullismo, scavando nel vissuto di Billy Blu, il ragazzo occhialuto e bullizzato, quanto in quella del bullo, un ragazzo dai "muscoli di cera", destinati a liquefarsi sotto il sole della vita

Fra le nuove proposte della 70esima edizione del Festival di Sanremo c’è Marco Sentieri, classe 1885, autore del brano “Billy Blu.

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Bulli non si nasce, lo si diventa

Ispirata a una storia vera, la canzone veicola una riflessione profonda sul fenomeno del bullismo, scavando nel vissuto di Billy Blu, il ragazzo occhialuto e bullizzato, quanto in quella del bullo, un ragazzo dai “muscoli di cera”, destinati a liquefarsi sotto il sole della vita. Perché – ci racconta Sentieri – dietro ogni bullo c’è un ragazzo fragile, con alle spalle una famiglia distratta e disattenta, incapace di guidarlo lungo la strada impervia della vita e di sottrarlo a un destino infelice, costellato di fallimenti e autodistruzione. Infatti, sarà proprio Billy Blu a salvare dopo tanti anni colui che lo aveva bullizzato, appena uscito di galera e in procinto di gettarsi da un ponte sospeso sul vuoto. Perché la vita è un giustiziere, canta Sentieri, e “tutti i bulli adolescenti, poi diventano quegli uomini dai mille fallimenti”. Il bullo è senza nome, come senza nome rimangono i bulli che incontriamo a scuola, ritratti come carnefici, apparentemente al riparo dietro una corazza illusoria di violenza e prepotenza, ma che sono a loro volta vittime della famiglia o del contesto sociale da cui provengono. E così si perpetua quel cerchio della vita, che ci vede prima vittime e poi carnefici e che soltanto un metaforico “schiaffo d’amore” saprà interrompere. 

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Il testo

E’ stato Billy
Già, proprio Billy
Non è incredibile?
E’ stato Billy blu, Billy blu, Billy blu
Dico sul serio, Billy blu
Magro come un chiodo, occhiali spessi un dito
Sopra occhiaie da malato di un bluastro scolorito
Fragile, dimesso, timido, educato
Era il più bravo della classe, perciò l’hai sempre odiato
Con lui facevi il bullo, perché tu, nato nell’oro
Gli scaricavi addosso l’invidia del somaro
E lo chiamavi Billy blu, pupazzetto, animale
Gli sputavi tra i quaderni, lo spingevi per le scale
Lui cadeva e tu ridevi, come ride un deficiente
Si rialzava e sorrideva, ma non diceva niente
Perché lui era più forte dei tuoi muscoli di cera
E tutta la sua forza l’hai scoperta l’altra sera
Sì perché è stato Billy Blu, Billy blu, Billy blu, Billy blu
Ma, ma la vita è un giustiziere
Tutti i bulli adolescenti, poi diventano quegli uomini dai mille fallimenti
E tu, fallito e solo, appena uscito da galera
Volevi liberarti da te stesso l’altra sera
E hai bevuto, e hai camminato fino all’alba
Lungo il fiume senza meta né pace
Poi sei salito su quel ponte, un bel segno della croce
Ma dietro le tue spalle hai sentito la sua voce
Hey (hey, hey), ti ricordi di me? (Ti ricordi di me?)
Così ti sei voltato, la luce della luna illuminava un uomo magro
Ma l’hai riconosciuto solo quando ti ha sorriso e ha detto: ti aiuto
Ed era Billy blu, Billy blu, Billy blu
E dai, abbracciami, Billy Blu
E così è stato Billy a salvarti la pelle
Quel ragazzo magro magro che ti stava sulle palle
No ma quale odio, non ho nessun rancore
Eri tu quello più debole, tu dentro stavi male
Perciò venivi a scuola, scaricavi sul mio banco
Veleno e prepotenza, da mostrare a tutto il branco
Ma adesso lo hai capito, lo vedo dal tuo viso
La forza del più forte, è chiusa in un sorriso
Ti ricordi di me? Io sono solo uno dei tanti Billy blu
Quelle vittime di un bullo che ogni giorno vi tormenta
Ma bulli non si nasce, no, lo si diventa
Quando hai una famiglia distratta e disattenta
E allora come hai pianto, hai pianto e hai chiesto scusa
Poi siete andati al mare, due birre e una gazzosa
E finalmente hai vomitato i fantasmi dell’infanzia
Tuo padre che non c’era, tu madre piena d’ansia
Che ti dava sempre ragione, anche quando avevi torto
Tutti i tuoi casini sono il frutto di quell’orto
Non hanno mai capito che per non farti del male
Servivano carezze sì, ma all’occasione
Due schiaffi d’amore

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