La Palma d’oro del 75/o festival รจ stata vinta da “Triangle of sadness” di Ruben Ostlund. Vince anche l’Italia: si aggiudicano ex aequo il premio della giuria “Le otto montagne” di Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen e “Eo” di Jerzy Skolimowski. Le otto montagne, con Luca Marinelli e Alessandro Borghi, tratto dal romanzo omonimo di Paolo Cognetti, girato in Valle d’Aosta, prodotto da Wildside e distribuito da Vision.
Cinema italiano protagonista
Le otto montagne
Pietro รจ un ragazzino di cittร , solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri รจ il suo talento. Il padre รจ un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.
La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerร tutte le estati in quel luogo “chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso” ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento.
E li, ad aspettarlo, c’รจ Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa etร ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano cosรฌ estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piรน aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, “la cosa piรน simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui”. Perchรฉ la montagna รจ un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarร il suo lascito piรน vero: “Eccola li, la mia ereditร : una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino”. Un’ereditร che dopo tanti anni lo riavvicinerร a Bruno.