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“La stagione dell’amore”, la canzone poesia di Franco Battiato che celebra il ciclo della vita

“La stagione dell’amore viene e va/ i desideri non invecchiano, quasi mai, con l’età”…

Non esiste l’età perfetta per l’amore. Non esiste perché ogni giorno è pregno di possibilità come tutti gli altri. C’è sempre speranza, finché c’è vita. Ce lo racconta Franco Battiato in una delle sue canzoni più famose e amate, che riscopriamo per ricordare il grande artista nel giorno in cui ricorre l’anniversario della sua scomparsa.

“La stagione dell’amore” di Franco Battiato

La stagione dell’amore viene e vaI desideri non invecchiano quasi mai con l’etàSe penso a come ho speso male il mio tempoChe non tornerà, non ritornerà più
La stagione dell’amore viene e vaAll’improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderàNe abbiamo avute di occasioniPerdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuoreNuove possibilità per conoscersiE gli orizzonti perduti non si scordano mai
La stagione dell’amore torneràCon le paure e le scommesseQuesta volta quanto dureràSe penso a come ho speso male il mio tempoChe non tornerà, non ritornerà più
Ne abbiamo avute di occasioniPerdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuoreNuove possibilità per conoscersiE gli orizzonti perduti non ritornano mai
La stagione dell’amore viene e vaI desideri non invecchiano quasi mai con l’etàNe abbiamo avute di occasioniPerdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai

Il carpe diem di Franco Battiato

“La stagione dell’amore” nasconde tanti significati, tutti dal valore inestimabile.

Potremmo soffermarci sull’idea, fortemente ribadita di strofa in strofa, della ciclicità delle stagioni e dei legami che ci uniscono agli altri esseri umani. Potremmo guardare con attenzione anche a quell’aura di malinconia sommessa che aleggia intorno ai versi. Potremmo, ancora, chiudere gli occhi e respirare l’ebbrezza di una libertà nuova, che nasce da una consapevolezza nuova.

Ascoltare questa canzone è un po’ come accogliere dentro di sé lo spirito di accettazione che Battiato ha sempre raccontato nelle sue opere: la vita è ciò che è. Non serve rivangare il passato o pre-occuparsi del futuro. Tutto arriva al momento giusto; e ci sono cose che non ritornano più, semplicemente perché non è destino che ritornino.

Qualcosa di diverso, di nuovo, farà sbocciare il nostro cuore. Basta tenerlo aperto alla possibilità, cogliendo tutta la bellezza dell’istante che stiamo assaporando. Che poi è l’unico che abbiamo il potere di modificare, di vivere con pienezza.

Franco Battiato

Franco Battiato è stato, e sarà sempre, uno dei più grandi artisti italiani.

Tra gli anni Settanta e Ottanta Battiato fu fra gli intellettuali più innovativi del paese, sperimentando generi diversi e producendo moltissimi dischi.

Nato in provincia di Catania il 23 marzo 1945, si formò musicalmente a Milano negli anni Sessanta dove conobbe tra gli altri Giorgio Gaber che lo aiutò a fare uscire le prime canzoni e a fare le prime apparizioni in televisione.

I testi delle canzoni di Franco Battiato sono ricercati e complessi, da considerarsi quasi un genere a sé. Nel 2012 entrò nella giunta regionale del presidente Crocetta in qualità di assessore alla Cultura. Nel 2017 dopo il suo ultimo concertò si ritirò dalla vita pubblica. Pubblicò l’ultimo disco nel 2019 “Torneremo ancora”. Battiato ci ha lasciati il 18 maggio del 2021, dopo una logorante malattia.

Fuori dalla norma

Nessuno come Battiato è riuscito a scardinare le regole del gioco in così tanti ambiti, da quello musicale, cinematografico e televisivo, ma anche mistico e spirituale, votando la sua creatività al risveglio della coscienza del pubblico. Ancora oggi si parla del “genio di Battiato”, come colui che ha ridisegnato il concetto di musica pop in Italia.

Mai prima di lui era stato possibile scalare le classifiche raccontando storie secondo una grammatica nuova, ispirata da contenuti fuori dal mainstream e alla ricerca continua di una dimensione sacrale dell’arte. Dall’inizio di carriera all’incontro con la musica elettronica di Karlheinz Stockhausen, dal primo album “Fetus” (1972), fino a “La Voce del Padrone” (1981), l’album più venduto in Italia.

Oltre a successi intramontabili come “L’era del cinghiale bianco”, “La Cura”, “Centro di gravità permanente”, “Cuccurucucù”. Battiato ha vissuto molte vite, diceva di sé di non essere mai nato e quindi mai morto. E forse per questo è riuscito in ogni decade della sua vita a regalarci un personaggio nuovo.

La sua musica è anche un viaggio attraverso il nostro Paese: dalla Sicilia del Dopoguerra, ancora carica di valori cristiani, alla Milano degli anni ’60 e del boom economico, fino all’incontro con le filosofie orientali e il Buddismo.

 

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