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“La primavera della mia vita”, il road movie onirico di Colapesce e Dimartino

È un magnifico esperimento quello portato in questi giorni al cinema da Colapesce e Dimartino. "La primavera della mia vita" è un road movie che muove dalla Sicilia per parlare, con sarcasmo e leggerezza, di temi importanti come l'amore, l'amicizia, l'ansia e il senso della vita.

Non sapevamo cosa aspettarci quando Colapesce e Dimartino hanno annunciato l’uscita de “La primavera della mia vita“, il loro primo esperimento cinematografico che è in programmazione al cinema in questi giorni. Due artisti che provengono dal panorama musicale che decidono di mettersi in gioco recitando nel ruolo di protagonisti.

Non è di certo la prima volta che andiamo incontro a tale fusione di interessi, ed è forse per questo che la paura di essere delusi si fa più forte, così come il dubbio che l’originalità che contraddistingue i due cantautori siciliani sia difficile da ritrovare in una loro pellicola. Non vogliamo anticiparvi troppo, ma “La primavera della mia vita” è decisamente all’altezza del talento di Colapesce e Dimartino. Un film che stupisce sin dai primi minuti, divertendo e facendo riflettere.

“La primavera della mia vita”, un road movie onirico

“La primavera della mia vita” esce a pochi giorni di distanza dalla partecipazione di Colapesce e Dimartino al Festival di Sanremo con “Splash”, la canzone che è anche colonna sonora della pellicola. E infatti, l’anima del film è perfettamente rispecchiata dal testo della canzone, che racconta il divario incolmabile fra la vita frenetica che viviamo senza soddisfazione ogni giorno e il desiderio di innalzarci a consapevolezza ed ideali più alti, che cerchiamo di soffocare riempiendoci di impegni e attività inutili.

Oppressi dalla socialità, dalle attività, dagli oggetti e da tutto ciò che ci appare necessario ed è invece superfluo, perdiamo di vista i valori che rendono la nostra vita degna di essere vissuta. Parte da qui “Splash”, ma anche “La primavera della mia vita”, diretto dal talentuoso Zavvo Nicolosi, che si configura come un road movie alla scoperta della Sicilia e di se stessi.

Il road movie è una delle modalità più utilizzate dai registi per immortalare il percorso di crescita di un personaggio. Ogni tappa segna una meta raggiunta, un passo oltre lo stato di immobilismo ed incoscienza che si manifestano all’inizio del cammino. Accade così anche ne “La primavera della mia vita”, che vede protagonisti Antonio e Lorenzo, due vecchi amici siciliani che hanno lavorato insieme come artisti e dopo un acceso diverbio si sono allontanati perdendosi di vista per anni.

Per via di un’occasione professionale che appare imperdibile – non vogliamo svelarvi troppo se avete intenzione di guardare il film – i due si incontrano di nuovo e decidono, non proprio entusiasticamente, di intraprendere un viaggio per la Sicilia alla ricerca delle leggende più antiche e curiose che caratterizzano l’isola.

La Sicilia e il mito

“La primavera della mia vita” non avrebbe la forza che lo caratterizza se non fosse presente, insieme a Colapesce e Dimartino, una terza grande protagonista: la Sicilia. Con i suoi scorci di indescrivibile bellezza e i suoi improbabili contrasti, l’isola si fonde a perfezione con le atmosfere trasmesse dalla pellicola. Le curiose leggende di cui vanno alla ricerca Antonio e Lorenzo raccontano la storia di una Sicilia ricca, misteriosa ed amorevolmente materna nei confronti dei suoi figli, troppo spesso costretti ad abbandonarla per fare fortuna.

Accanto ai miti più conosciuti e più antichi, come quello dei Lestrigoni e di re Artù, Colapesce e Dimartino raccontano sottoforma di diverse declinazioni, un mito più triste e moderno, quello di tutti coloro che hanno lasciato l’isola assolata per riuscire a trovare la loro strada nel mondo; perché si sa, la Sicilia non offre molto a chi vuol fare qualcosa di nuovo, di diverso. Soprattutto quando si parla di arte e spettacolo.

Una storia di amicizia e di vita

Cosa possiamo ancora dirvi per raccontarvi “La primavera della mia vita” senza svelarvi troppo? Proviamo ad usare qualche parola-chiave per riuscire a farvi percepire l’anima di questa sorprendente pellicola: fotografia e musica dai tratti vintage, ironia e sarcasmo che dissacrano temi importanti e di un certo spessore morale, momenti di sorprendente comicità, cammei inaspettati, atmosfere oniriche e surreali, citazioni di opere letterarie e cinematografiche che strizzano l’occhio agli appassionati d’arte, il tutto per raccontare una storia di amicizia e di vita che può esserci davvero d’esempio.

Perché prima di tutto, “La primavera della mia vita” racconta la grande amicizia fra due individui che, come accade a molti, si sono persi per via della caduca materialità dell’esistenza, e vogliono ritrovarsi, nonostante le paure e le difficoltà.

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