Se sei un fan dell’universo di Stephen King, della saga di Derry, di Pennywise e dei silenzi inquietanti dell’Overlook Hotel, preparati a un colpo di scena che, come una lama gelida, attraversa lo sconfinato “King‑Verse”.
Nella nuova serie IT: Welcome to Derry , il terzo episodio cela un dettaglio che ha già fatto impazzire gli appassionati: la ricomparsa in forma giovanile di Dick Hallorann, il leggendario “chef che sa” di Shining, portando alla luce un legame inatteso tra due icone dell’orrore di King.
“IT: Welcome to Derry” e i suoi universi intrecciati: come riscrive il “King‑Verse” attraverso un Easter Egg da brivido
Con IT: Welcome to Derry si è fatto un passo in avanti nell’evoluzione dell’universo Stephen King: non più semplici adattamenti, ma costruzione di un mondo narrativo unitario, pieno di echi, riflessi, doppie letture.
L’apparizione del giovane Dick Hallorann nel terzo episodio è il segnale : se osservi attentamente, puoi vedere che le paure del piccolo Danny Torrance, del clown Pennywise e del soldato di Derry sono lo stesso flusso.
E in questo flusso, l’orrore non è solo un mostro sotto il letto: è memoria , potere , connessione . E forse, è ciò che ci tiene tutti svegli la notte. Se sei curioso, rivedi quel terzo episodio: cerca gli indizi, le luci tremolanti, la “luccicanza”. E ricorda: non è solo Derry, non è solo l’Overlook, è il combinato di tutti i nostri incubi.
Da Derry all’Overlook: il salto narrativo
La serie Derry, prequel del celebre romanzo It , si ambienta nella cittadina maledetta anni prima degli eventi principali. Ma all’interno di questa cornice già densa di male primordiale, gli sceneggiatori hanno inserito una presenza che ai più attenti non è passata inosservata: Dick Hallorann. La sua “luccicanza”, potere psichico centrale in Shining e Doctor Sleep , compare qui in un episodio chiave come un filo rosso tra orrore e memoria collettiva.
La rivelazione è doppia: non solo Hallorann appare prima degli eventi di Shining , ma lo fa in una struttura narrativa che restituisce l’abisso temporale e simbolico tra Derry e l’Overlook. Ciò significa che il male che attanaglia la città del Maine non è solo “locale” o episodico, ma parte di un universo unico, il “King‑Verse”, costruito su paure, poteri e corpi che attraversano il tempo.
L’importanza della “luccicanza”
Nel terzo episodio, Hallorann interpretato come giovane soldato da Chris Chalk, manifesta poteri che evocano visioni “in un piano parallelo”, incidenti mentali e presenza di corpi fluttuanti. Una scena evocativa che richiama le dimensioni visionarie del romanzo originale. Ecco perché è un dettaglio cruciale: La “luccicanza” non è solo effetto narrativo, ma connessione metanarrativa.
Il fatto che sia presente a Derry suggerisce che il potere psichico in King’s universe non è un’eccezione del mondo di Shining, ma parte integrante del cosmo horror kinghiano stesso. Il riferimento visivo alla torre di corpi fluttuanti, alle visioni di morte e guerra, rafforza l’idea che il male in King non è solo carnefice individuale, ma sistema, memoria corporea , trauma che si ripete.
Easter‐egg e citazioni: una mappa per i fan
Fan e teorici della serie si sono scatenati nell’individuazione di parecchi Easter‑egg, tra cui: • i gemelli Grady, icona di Shining , evocati in un dettaglio visivo nell’episodio. Poster vintage di film sci‑fi (“Killers From Space”) e bottiglie‑enigmatiche (“Van Helden”) che puntellano la metanarrazione della serie.
La dinamica del premio nel luna‑park che diventa arma – un richiamo diretto sia alla tematica dell’arma simbolica di IT sia all’idea del trasferimento di potere tra generazioni. Questi rimandi non sono meri “giochi visivi”: diventano strumenti per leggere la serie in chiave crossover , per capire che Derry e l’Overlook non sono solo ambientazioni, ma nodi di un’unica tensione narrativa.
Cosa cambia nella visione dell’orrore di King
Questo dettaglio, Hallorann in Derry, apre varie implicazioni: Il potere del male è transgenerazionale. Non basta affrontare Pennywise o una hotel maledetto: parliamo di memoria horror collettiva .
I protagonisti non sono isolati: sono parte di una mappa più ampia di corpi, poteri, città‑mondi. Per lo spettatore, l’orrore si fa metafora di continuità , non solo di momento singolo. Il passato non è un dettaglio: è base strutturale.
La serie si fa dunque piattaforma per una riflessione su legami tra opera e opera : se nei romanzi King aveva già insinuato che molte esperienze terrorizzanti accadono “dietro” la scena ufficiale, ora lo schermo lo mostra senza mediazione.
Quale rivelazione per il fan?
Per il fan di Stephen King questa è una scena da fermare, rivedere, analizzare. Perché: Vedere Hallorann prima di Shining significa riconoscere che la “luccicanza”, la percezione di mondi alternativi, non nasce come eccezione , ma come architrave dell’orrore kinghiano.
Comprendere che Derry non è solo l’origine di Pennywise, ma un punto nodale di un universo che si espande in ogni racconto horror dello scrittore.
Mettersi in gioco nel fan‑lore: perché il dettaglio del terzo episodio è una chiave di lettura , un invito a esplorare ancora più a fondo le interconnessioni tra testi, film e serie.
Lettura consigliata per approfondire
Se questa connessione ti ha incuriosito, e vuoi andare oltre lo schermo, ecco alcuni testi di King e non solo da inserire nella tua lettura: “Shining” e “Doctor Sleep”, per capire la linea psicica di Hallorann. It (Stephen King), per radici e architettura di Derry.
